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Acquisto più gestione: quanto ci costano le elettriche?

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Il frontale della nuova Volkswagen elettrica, la ID.3.

Acquisto più gestione, quanto ci costano le elettriche? I conti li fa l’ADAC, l’Automobile Club tedesco, confrontando diversi modelli a batterie. E anche le Golf benzina e diesel. 

Acquisto più gestione: la VW ID.3 batte tutti

Quando si sceglie un’auto da acquistare, non basta considerare il prezzo, bisogna considerare anche il successivo costo di mantenimento. Rifornimenti, assicurazione, tagliandi...Ormai si può sapere in anticipo quanto spenderemo e su questo gli automobilisti tedeschi sono tra i più attenti, avendo nell’ADAC un punto di riferimento. In questo caso l’Automobile Club si è basato su un periodo di possesso di cinque anni, con un chilometraggio annuale di 15.000 km.

    —– Il costo al km, acquisto e gestione compresi —–

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Fonte: ADAC. Valori in centesimi di euro  calcolati su un periodo dei 5  anni.

La curiosità era tutta per la nuova elettrica Volkswagen, la ID.3, esaminata nella versione Pro Performance (batteria da 58 kWh). Tutto è stato considerato: dal bonus del governo tedesco (simile ai nostri incentivi) ai vari costi di utilizzo (manutenzione periodica, assicurazione, lavaggio, ecc.). E anche la perdita di valore dell’usato nel tempo. Morale della favola: la nuova compatta elettrica tedesca in cinque anni ti costa tutto compreso 41,6 centesimi al km. Poco o tanto? Vediamo la concorrenza, anche a benzina e a gasolio.

Più onerose le Golf benzina e diesel. E il Model 3…

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La Tesla Model 3, un’altra elettrica esaminata dall’ADAC.

Cominciamo col dire che ID.3, nel confronto acquisto più gestione, è molto meno costosa di una Volkswagen Golf 1.5 litri TSI Style, a benzina. Qui siamo a 50,5 centesimi/km, che però scendono 46 centesimi km tenendo conto di uno sconto del 10% generalmente concesso dai concessionari. Ancora più elevato il costo della Golf 2.0 litri TDI, diesel,  l’auto più onerosa tra quelle considerata con 53,8 centesimi/km. Tornando alle elettriche,  la Hyundai Ioniq Elektro Style fa registrare 46,1 centesimi/km, mentre la Nissan Leaf e+ è a 47,4 centesimi/km. Ovviamente maggiore il costo/km della Tesla Model 3, che è un’auto di categoria superiore, esaminata qui nella versione Standard Range Plus, con batterie da 72 kWh. Qui siamo a 52,5 centesimi/ km.

 

 

 

 

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9 COMMENTI

  1. Al momento non ci sono confronti con l’auto a metano, ho comprato un benzina usato vecchio di 8 anni a 2200€, sono arrivato a 5k con impianto a metano e rifacimento motore, spendo circa 1k all’anno per manutenzione, bolli e assicurazione, faccio 450km con 17€ e circa 30000 km all’anno.
    Ormai la uso da 4 anni senza problemi, ho fatto il conto che, ad oggi, mi è costata meno di 10 cent a km tutto compreso, valore destinato a scendere nel tempo.

  2. A cosa si riferiscono gli asterischi nel grafico?
    Rimango perplesso nel vedere come i costi di una elettrica siano simili ad una termica. Anche se sono un convinto del progresso e dell’ecologia questi dati mi fanno cadere un po’ l’entusiasmo che si ha a favore dei tanto annunciati risparmi se guidi EV..

    • Gli asterischi sono riferiti al fatto che il dato delle due Golf è calcolato sui prezzi di listino, ma con l’avvertenza che in realtà uno sconto del 10% su questi modelli è ormai prassi acquisita. Almeno in Germania. Ergo: il dato sul costo/km sarebbe inferiore, come si spiega nell’articolo.

  3. Se parliamo di costi di gestione , acquisto.. Tutto insomma un’auto a metano è imbattibile.
    Confrontiamo una Zoe o una Leaf tra incentivi e altro si spendono 25.000 euro mediamente, con la stessa cifra (anche meno) si compra una Ocativa G tec con cambio automatico e si hanno 400 km anche 450) di metano sicuri, 130 cv e il costo al km considerando l’acquisto, ammortamento e 20.000 km l’anno si aggira intorno ai 30 cent al km.. Inoltre non ci sono ansie da autonomia in quanto ha un serbatoio di benzina e le batterie non hanno degrado , quindi anche dopo 5 -8 anni si è tranquilli..

    • Le auto a metano emettono più CO2 dei diesel… Tra 5-8 anni ci sarà quasi certamente una carbon-tax a livello globale, quell’auto a metano potrà circolare con restrizioni e sarà molto costosa d mantenere.
      Ovviamente se proverà a rivenderla non le daranno quasi niente mentre probabilmente cambiare le batterie e rendere praticamente nuova la Zoe costerà molto meno di oggi (e comunque per 8 anni la batteria è in garanzia).
      Purtroppo l’auto elettrica non è per tutti perché se si fanno più di 300 km al giorno e non si ha uno spazio privato dove caricare avere un’auto elettrica è un po’ limitante, ma vedrete che tra 5 anni il mercato dell’auto sarà irriconoscibile rispetto ad oggi.

  4. Continua la mia battaglia personale a difesa della lingua italiana e della coerenza delle coniugazioni maschili e femminili tanto bistrattate dalla Vostra redazione.
    Su questo articolo si raggiunge il massimo perché nello sesso articolo usate il maschile sul sottotitolo (“E il Model 3…) e il femminile nel corpo del testo (“…costo/km della Tesla Model 3…”)
    E non ditemi che “Tesla” è femminile… si dice “LA Fiat Punto” e “IL Fiat Ducato” perché sono un’auto e un furgone.
    Ripeto: l’auto è femminile, sempre.

    • Caro Carlo, grazie ancora una volta della sua puntuale attenzione nei riguardi della lingua italiana. Le invidio la dedizione ed il tempo a disposizione.
      Se avesse la metà di questa attenzione rivolta al rispetto del lavoro altrui e del “vivi e lascia vivere” questo mondo sarebbe un posto probabilmente più sereno e migliore.

      • Gent.mo Nicola, non sono d’accordo.
        I pochi minuti che ho dedicato a correggere gli errori di questa testata sono protesi a migliorare qualcosa (in questo caso, nel piccolissimo, la correttezza grammaticale di qualche frase).
        Purtroppo non credo si possa dire lo stesso del suo commento.

        Se un giornalista, se pur bravo e volenteroso nelle intenzioni, fa un errore credo sia giusto farglielo notare in modo che non lo commetta più e i suoi articoli siano più corretti in futuro.
        A volte non è facile correggersi se sono usanze e modi di dire dialettali “incalliti”, ma va comunque corretto se scrive su una testata pubblica, soprattutto nella speranza che tale testata sia sempre più letta e diffusa come questa, proporzionalmente all’auspicabile diffusione della mobilità elettrica.

        Certo sarebbe anche importante che lo stesso giornalista cercasse di migliorare invece di lamentarsi per il tempo libero di chi gli fa notare gli errori.

        Non vedo mancanza di “rispetto del lavoro altrui” nel correggere un errore grammaticale.
        Capita a tutti di sbagliare, ma di solito ci si scusa e si corregge il refuso mentre sembra che questa redazione si ostini a perpetuare l’errore con cadenza regolare… un po’ sì e un po’ no, una frase sì e una no.
        Mah…

        • Caro Carlo,

          non sono un giornalista di questa redazione ma un lettore come lei, riponga quindi serenamente l’alabarda e si goda ancora più serenamente gli articoli di questo sito che sono un (ottimo) servizio privato per il pubblico.

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