ACI dà i numeri sull’elettrico per difendere lo status quo

ACI dà i numeri sull’elettrico. Pur di difendere lo status quo, sulle emissioni cita dati raffazzonati e confronti improponibili: l’ennesimo autogol.

ACI dà i numeri
La 500 elettrica: il primo confronto ACI è sulle citycar.

ACI dà i numeri… Uno strano studio sulle emissioni

In un Paese normale, l’Automobile Club dovrebbe essere un ente aperto al nuovo. Che cerca di capire se la tecnologia può aiutarci a rendere più sostenibili le auto. Ma l’ACI no, fa muro con un presidente a vita, Angelo Sticchi Damiani, a cui l’elettrico non va giù. Ennesima occasione: presentazione di uno studio della Fondazione Caracciolo sulla decarbonizzazione. Bisogna addentrarsi in logiche contorte per capire quali salti mortali portino a direre che che le Euro 6 sono meglio delle EV. La premessa, in realtà, dice il contrario: “Allo scarico, un’utilitaria elettrica fa registrare emissioni nulle di C02 al km. Mentre una analoga a benzina produce almeno 0,124 kg al km contro 0,103 kg di una a metano e 0,113 kg di un’ibrida. Analizzando invece il totale delle emissioni per produrre la stessa vettura ed alimentarla per 75.000 km, il gap si riduce notevolmente. Quella a benzina ha emissioni complessive di 15,1 tonnellate di CO2, staccando per meno di 3 t. l’elettrica (12,2 t). Seguita a breve distanza dall’ibrida (13,8 t) e a metano (13,1)“.

ACI dà i numeri…/ Ma come li fanno i confronti?

ACI dà i numeri
Uno studio della Volvo dimostra che una XC 40 a benzina, prodotta e venduta in Europa, nel totale del ciclo di vita emette 58 milioni di tonnellate di C02, contro 45 della versione elettrica. Per quest’ultima i scende a 27 tonnellate se l’energia usata proviene tutta da fonti rinnovabili.

Al netto di alcune libertà stilistiche (quello “staccando” usato maliziosamente all’incontrario…), basterebbe questo per chiudere la partita. E invece no, l’analisi dell’ACI  va oltre, in terre inimmaginabili. Sostiene che “le emissioni complessive di CO2 generate dalla produzione, dall’alimentazione e dall’uso di un’elettrica di alta gamma superano notevolmente quelle di un’utilitaria a benzina”. Ovvero: 1.646 kg di CO2 contro 1.205 per una percorrenza di 8.500 km. Viene da chiedersi quale auto faccia 8.500 km nel suo ciclo di vita. E come si possa paragonare un’auto di alta gamma (Mercedes ecc. con una 500). Sorge il sospetto che l’ansia di arrivare a conclusioni ardite partorisca qualche refuso. Forse il riferimento è a un recente studio della Volvo, più volte strumentalizzato sui media. In cui però, purtroppo per l’ACI, si conclude che anche per un’auto medio-grande come la XC40 l’elettrico è comunque più sostenibile di tutte le motorizzazioni.

ami dà i numeriUn paragone che non regge, per favorire le Euro6

E arriviamoo alle conclusioni dell’ACI. La premessa è che il 60% delle auto in Italia ha più di 10 anni e 1 su 5 addirittura più di 20. Monitorando Pm10 e altre emissioni inquinanti, i mezzi più vecchi impattano sull’ambiente fino a 30 volte più di quelli moderni e vanno sostituiti. Ok, con quali incentivi? Qui c’è al passaggio più ardito: “L’acquisto incentivato, senza rottamazione, di 20.000 elettriche nuove rispetto ad altrettante Euro6 permette un risparmio di appena 850 kg annui di Pm10. Mentre l’avvicendamento di 20.000 veicoli Euro1 con moderni Euro6 comporta un taglio di 23.000 kg di emissioni inquinanti ogni anno”. Si salta da Co2 a Pm10 e chissà perché il paragone è tra acquisti senza rottamazione (per le elettriche) e con rottamazione (per le Euro 6). In questo caso considerando l’eliminazione degli scarichi di 20 mila vecchie Euro 1. Roba che in un esame al primo anno di università si verrebbe cacciati a pedate. Ma è con questo gioco di prestigio che auspica che “gli incentivi continuino ad estendersi anche alle più moderne auto usate. Favorendo la rottamazione dei 12 milioni di Euro 0 fino a Euro3″.

Visualizza commenti (20)
  1. Aldilà delle estrapolazioni che fa ACI, il documento – che è della Fondazione Caracciolo – andrebbe letto nella sua interezza [ http://www.fondazionecaracciolo.aci.it/fileadmin/immagini/studi_ricerca/Per_una_transizione_ecorazionale_della_mobilita_automobilistica_italiana_2021.pdf ]. I grafici che poi sono quelli più interessanti sono quelli a pag. 33 ma soprattutto a pag. 48, passando per una “provocazione” (?!) a pag. 45.

    In particolare il grafico di pag. 48 fa il confronto sia su 75000 km che su 150000 km considerando il ciclo LCA.

    1. Passando però per diverse boiate pazzesche. Per esempio:

      -pagina 58: il pil pro capite a prezzi costanti 2019 del Veneto è 43 mila euro (!!!) nel primo grafico e 33,7 mila nel secondo.

      -pagina 49: le emissioni clima alteranti in fase di produzione del veicolo elettrico sarebbero superiori del 30% circa (dico circa perchè vediamo solo gli istogrammi). Nella tabella di pagina 58 (che ti piace tanto), invece, le emissioni in fase di produzione delle BEV sono esattamente il doppio spaccato delle termiche, e per tutte le classi. Guarda caso.

      -pagina 58: Spiegami con parole tue cosa sarebbero le “Emissioni CO2 del vettore energetico [kg/km]” che con un dato di 0,53 Kg/km per le utilitarie e fino a 0,79 kg/km per le alte di gamma mandano alle stelle le emissioni delle BEV rispetto alle termiche, facendole aumentare al salire del chilometraggio. Ma quando mai?

      Qualche dubbio sull’affidabilità di questo studio non ti viene?

      1. Vabbé, già chiamarlo “studio” è una forzatura.

        Per quanto riguarda LCA chi se ne occupa sa quanto sia difficile fare certe stime per cui la materia si presta facilmente a falsificazioni (basta fare assunzioni strampalate o usare dati obsoleti giustificandoli come consolidati o, meglio ancora, fare cherry picking dei dati che dimostrano le proprie tesi.

      2. Massimo non ho avuto il tempo di approfondirlo, ho solo “guardato le figure”, ad ogni modo – confesso – ho anche io un “pregiudizio” sullo studio (ma, ripeto, l’ho solo spulciato). Aggiungo al tuo elenco delle anomalie il basso inquinamento delle plugin: presumo (ma – ripeto – non ho approfondito) che la co2 emessa sia stata calcolata sul dato dichiarato che come sappiamo è esageratamente basso (con auto plugin che dichiarano di fare anche 50 km con 1 litro di benzina), quando sappiamo che è vero che ci sono alcuni utenti virtuosi che sfruttano in modo efficiente la modalità full electric ma ce ne sono anche molto altri (in particolare delle flotte) che “dimenticano” di ricaricare l’auto troppo spesso e inquinano come o peggio delle auto a benzina.

        Comunque, esattamente come hai fatto tu nella risposta, lo studio va “demolito” studiandoselo e evidenziando eventuali “anomalie” nei dati.

        Anche io, a scanso di equivoci, tendo a dare maggior peso agli studi “pro ev” e lo faccio per un dato su tutti: la co2 emessa mediamente dalle auto a combustione è più alta del dato dichiarato (anche le elettriche consumano mediamente più del dato wltp, ma questa differenza tra dati reali e dati dichiarati – anche quando applicato ad entrambe le alimentazioni – fa pendere la bilancia a favore dell’ev).

        Certo, qualche riflessione “stiracchiata” la si può comunque portare sul tavolo di discussione, ad esempio quella che prevede che una grossa e potente berlina elettrica, con grande batteria, gode di incentivi importanti pur inquinando di più rispetto ad una city car a benzina. Col risultato un po’ anomalo di uno stato che finanzia l’auto più inquinante tra le 2 (a rigor di logica lo stato dovrebbe finanziare in modo proporzionale le auto meno inquinanti premiando quelle che nell’LCA emettono meno co2): la controdeduzione, anche questa moooolto “stiracchiata”, è che chi compra il “berlinone” avrebbe acquistato probabilmente un berlinone a benzina, moooolto più inquinante e quindi alla fine comunque lo stato “limita il danno”. Entrambe le tesi hanno comunque una loro ratio, di fatto è vero che oggi le elettriche sono finanziate allo stesso modo senza guardare l’LCA (e non inquinano tutte in modo uguale) e che si potrebbe reimmaginare l’ecobonus e l’ecomalus sulla base della lca complessiva e non solo dell’alimentazione.

        1. È proprio la strada scelta dalla Norvegia (non voglio fare paragoni, intendiamoci), perché al momento sono incentivate con l’esenzione IVA del 25% TUTTE le BEV a prescindere dal costo di acquisto, perché sarà anche vero che un’Audi eTron nell’intero ciclo di vita emette più di una 500… ma se invece dell’eTron viene acquistata una Berlino a a benzina o, peggio, un Suv diesel…
          Potrà anche essere eticamente discutibile, ma se l’obiettivo è quello di ridurre le emissioni 🤷🏽‍♂️

    2. Lo “studio” in questione è FUD allo stato puro, se vuoi avere dei dati più affidabili sulla differenza ad esempio riguardo emissioni di CO2 puoi andare sul sito http://www.tsc.ch cerchi impronta ecologia e fai i raffronti che vuoi, paragonando la E-UP con la UP 1000 mpi ad esempio scopri che dopo 150.000 km hai una emissione di 18.4 Tonnellate co2eq della E-UP vs 34.7 Tonnellate co2eq della UP 1000 mpi, inutile poi argomentare su altri sproloqui dello studio in questione, ripeto FUD , vergognoso FUD. Tra l’altro questi “studi” alimentano un “odio” verso l’elettrico in gran parte dei lettori e lo si evince dai vari post nei vari forum (aumento bollette colpa auto elettrica ecc.), ed e’ sicuramente l’obbiettivo a cui mirano queste pubblicazioni.

      1. Daniele, premesso che ho un certo scetticismo verso lo studio in questione, va anche detto che gli studi prima di essere criticati andrebbero letti e studiati perché a me non piace l’idea di “sputare” sul lavoro altrui senza neanche averlo analizzato. I numeri escono fuori da una serie di analisi, da ciò che si va a misurare e come lo si va a misurare, non possiamo fare i tifosi e dire che ci scegliamo lo studio che ci piace di più. Quello è uno studio che non è stato fatti in 10 minuti e di numeri da analizzare ce ne sono: se vogliamo criticarlo, come ha fatto Massimo, dobbiamo leggerlo e sottolineare quelle che, ai nostri occhi “profani” (parlo per me, magari tu sei un esperto in materia), sono apparenti incongruenze. Altrimenti siamo al bar sport dove “Maradona é megli’e Pelé”

        1. Enzo, cosa ti fa pensare che non l’abbia letto? Ho letto quello e molti altri ben più autorevoli non perchè dicono cose che piacciono a me ma perchè evidentemente rispecchiano la realtà delle cose , sai, di numeri in libertà ne girano fin troppi da noi.

  2. Mi sa c’è qualcuno dietro le quinte che deve essere foraggiato e che fa il burattinaio per cercare di mungere la vacca più che si può.

  3. Il Governo dovrebbe dirottare gli inutili 250 milioni di euro per la rottamazione di televisori funzionanti all’ecobonus.
    Già oggi buttati in discarica 300mila televisori che avrebbero potuto andare avanti con un decoder.
    Ma sono tutti impegnati a difendere lo status quo
    Il solito blah blah blah

    1. Tra l’altro di produttori italiani di TV non mi pare che ne siano rimasti… evidentemente si accettano anche le mazzette in won 🙁

  4. Che tristezza. Se avessi la tessera ACI la straccerei seduta stante.
    Non ce l’ho perché è da anni che vanno avanti così.

    1. Gia fatto qualche anno fa. L’ACI non ha ragione di esistere.

      Ricordiamoci che un esponente di aci milano (figlio di politco) un paio di anni fa ha dichiarato che le piste ciclabili andavano eliminate in quanto disturbavano il traffico delle auto!?!?!?!

      1. Non capisco. Perchè l’ACI on avrebbe ragione di esistrere? L’ACI tutele gli interessi degli automobilisti. Deve difendere le piste ciclabili? Quelle le difenderanno altre associazioni. Non capisco proprio il senso del commento.

        1. Eccolo là, ci mancava il commento Astuto.
          Risposta: se tutelasse gli automobilisti si preoccuperebbe di fare informazione sui vantaggi e svantaggi delle auto elettriche, per chi sono più indicate e per chi no, ecc. invece di veicolare cattiva informazione per partito preso, convinzioni novecentesche o per incapacità di rinnovamento.
          Invece a.conti fatti sembrano considerare gli automobilisti elettrici, automobilisti di serie B. Atteggiamento poco lungimirante per quanto mi riguarda, non vale certo la pena di tesserarsi all’ennesima associazione autoreferenziale gerontocratica. Tranne poi magari lamentarsi che “ai giovani non interessa più niente” quando ai giovani molto più semplicemente non interessa vivere nello scorso secolo e, giustamente, guardano al futuro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Incentivi: L'Aquila (fino a 8mila euro), Sardegna e Sicilia

Articolo Successivo

Una flotta di e-cargo bike per Poste: ci pensa Mobee

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!