«Ho guardato la registrazione della trasmissione di Formigli. Alla fine ho scritto di getto questo articolo». Esordisce così la mail che ci ha inviato il professor Alessandro Abbotto, firma ben nota ai lettori di Vaielettrico per i suoi puntuali approfondimenti scientifici e per le testimonianze di vita vissuta da automobilista elettrico.



Alla sua analisi aggiungiamo solo un piccolo dettaglio. Il signore raffigurato nelle due foto qui a fianco, presentato dall’autore del servizio Max Andreatta come “il mio esperto di fiducia” è Luca Frabetti. E’ il fondatore di 9000 Giri Elaborazioni Auto Sportive: un eco automobilista dichiarato, insomma. Il quale afferma nel servizio: «E’ la prima vola che guido un’auto elettrica». Tuttavia su YouTube esprime da mesi equilibrati giudizi sull’argomento. Ma ora diamo la parola ad Alessandro.
di Alessandro Abbotto∗
Ancora una volta, ho ascoltato con incredulità il servizio di Piazza Pulita su LA7 del 14 marzo. Corrado Formigli inizia il suo intervento anticipando le critiche degli “ideologi” dell’auto elettrica. Non so a chi si rivolgesse Formigli. Io sono uno scienziato che si basa sull’analisi di articoli scientifici e dati per trarre conclusioni sulla superiorità, da ogni punto di vista, dell’automobile elettrica rispetto a quella a combustibili fossili.
Se si sceglie di ignorare i dati scientifici, è un’altra questione. I ” terrapiattisti” ci sono e ci saranno sempre, ma è inutile lamentarsi.
Ma andiamo per ordine. Formigli sostiene di non essere contro l’auto elettrica in sé, ma di avere solo una visione pragmatica: conviene oggi all’utente guidare un’auto elettrica?
Messa così, il servizio sembrerebbe sensato, ma purtroppo i dati che utilizza non sono veritieri. Partendo da premesse e dati non verificati, qualsiasi conclusione risulta priva di senso.
I dati “reali” sulle emissioni: falsi
Il servizio raggiunge livelli per me incredibili quando Pier Luigi Del Viscovo, Fondatore e Direttore del Centro Studi Fleet & Mobility, afferma che le emissioni delle automobili nell’Unione Europea rappresentano “solamente lo 0,9% delle emissioni globali”. Quel 0,9% è per me assolutamente strano, considerando le informazioni a mia disposizione che indicano una realtà molto diversa.
Secondo le fonti ufficiali UE (Agenzia europea dell’ambiente), il settore dei trasporti è responsabile di quasi un terzo delle emissioni nell’UE, e oltre il 70% di queste proviene dal trasporto su strada (oltre il 60% dalle automobili).

Poi, qualche istante dopo, la trasmissione zuma sui dati sullo schermo dell’interlocutore (vedi immagine sotto) e, sorpresa (!), corrispondono esattamente a quelli che ho io. Utilizzando
esattamente gli stessi dati della trasmissione (totale di emissioni nell’UE di 2,8 Gt ed emissioni delle automobili di 0,34 Gt), risulta che le emissioni delle automobili rappresentano circa il 12% del totale, non lo 0,9%! Significa oltre 13 volte il valore percentuale dichiarato durante la trasmissione!

Le auto fuori dall’Europa? Sparite
Questa discrepanza solleva, quantomeno, qualche dubbio su un’interpretazione selettiva dei dati da parte della trasmissione.
Ma da dove viene quel 0,9%? Poi mi viene un sospetto. Eseguo due calcoli veloci, confrontando le emissioni delle automobili nell’UE non con il totale delle emissioni nell’UE ma nel mondo intero. E, magia, ecco che viene fuori quel 0,9%!
In altri termini, la trasmissione sembra suggerire che al di fuori dell’UE non esistano automobili! Peccato che la realtà sia un pochino diversa. Nel mondo sono stimate circa 1,4 miliardi di automobili, mentre nell’UE ne circolano poco più di 250 milioni.
I conti “reali” sui consumi: manipolati


Proseguiamo con un’altra sorprendente perla di Formigli (vedi immagini qui a fianco prese dalla trasmissione): a parità di costo, si possono percorrere 2,5 volte più chilometri con un’automobile termica rispetto a un’ auto a batteria.
Anche qui rimango incredulo davanti a queste affermazioni e, ancora una volta, una semplice analisi dei numeri mette in luce la debolezza dell’ argomentazione di Formigli o, in alternativa, una manipolazione dei dati per sostenere la propria teoria, è il caso di dirlo, a ogni costo.
Anche concedendo che si possa trovare la colonnina di ricarica evidentemente più costosa in Italia (con un prezzo di 0,9
€/kWh, che è un record per la ricarica in AC), chiunque abbia esperienza di guida di un’automobile elettrica sa che il consumo energetico si aggira in città, nei casi peggiori, intorno a 15 – 17 kWh ogni 100 km (con una Tesla, il consumo può scendere fino a 11 kWh ogni 100 km: parlo per esperienza diretta di anni). Senza contare poi che esistono abbonamenti che riducono i costi fino a un terzo o a un quarto, senza contare la ricarica domestica.
Caro Formigli, rimetti a posto i conti
Considerando anche il peggior consumo reale, con 20 €, quindi, è possibile acquistare oltre 22 kWh di energia, che corrispondono a 130 – 150 km di autonomia, non a 70 km come erroneamente indicato da Formigli. Questi dati sono basati su esperienze reali, non su calcoli teorici.
La redazione di Formigli, invece, preferisce utilizzare dati teorici, non reali, per valutare l’autonomia dell’auto termica, basandosi sulle dichiarazioni del costruttore. Formigli, forse, non ha mai guidato (se non, credo, per poche ore) un’automobile elettrica in vita sua, ma è probabile che abbia un’esperienza decennale con la guida di un’auto termica.
E, quindi, dovrebbe ben sapere che i dati forniti dai costruttori spesso differiscono da quelli reali. Anche solo prendendo i dati ufficiali dell’osservatorio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (“Osservaprezzi Carburanti”), per un’auto di segmento medio nel terzo trimestre del 2023 (ultimo dato disponibile), si spendevano circa 12 € ogni 100 km, equivalenti a 167 km ogni 20 €.
Quindi, anche prendendo in considerazione la situazione peggiore per l’auto elettrica (e la migliore per l’auto a benzina), non otteniamo un rapporto di 178:70 come erroneamente affermato da Formigli, ma piuttosto un rapporto di 167:150, che è ben diverso.
Se ricarichi a casa con 20 € fai 850 km
Ma, anche se la trasmissione lo cita velocemente senza soffermarsi, non si può ignorare il fatto che mentre il prezzo della benzina per qualsiasi cittadino, in ogni circostanza, rimane
sempre 1,9 €/litro (e ignoriamo pure, per far contento Formigli, che in autostrada il prezzo è ben più alto, anche superiore a 2 € al litro) il costo dell”elettricità a casa per molti automobilisti elettrici è di circa 0,094 €/kWh (valore PUN medio di febbraio 2024).
Considerando anche le dispersioni e le imposte (ma non i costi fissi del contatore, che non vanno computati perché andrebbero pagati comunque anche senza l’auto elettrica), possiamo stimare un costo, stando molto larghi, di circa 15 centesimi per kWh. Quindi, con 20 €, è possibile acquistare oggi circa 130 kWh, che corrispondono a un’autonomia reale di oltre 850 km in città! Pertanto, il rapporto corretto tra auto termica ed elettrica sarebbe 167:850.
È evidente, cara redazione di Piazza Pulita, che questa è la cruda realtà che smonta tutte le vostre tesi.
Potrei continuare ad elencare ulteriori argomenti toccati dall’inchiesta di Formigli, come il costo totale di possesso già oggi inferiore (senza incentivi) per le automobili elettriche e il
Life Cycle Analysis per dimostrare che le emissioni legate alla mobilità elettrica sono inferiori sull’ intero ciclo di vita, dall’ estrazione dei minerali alla dismissione delle batterie.
Formigli e “l’approccio pragmatico”
Tuttavia, mi rendo conto che persuadere tutti su questi concetti è come cercare di convincere un terrapiattista che la Terra è tonda. Credo di aver dimostrato in maniera sufficiente l’importanza cruciale di una valutazione accurata e completa per comprendere veramente l’impatto delle automobili elettriche sulla società moderna.
E non stiamo neanche parlando della salute umana o dell’ambiente, che dovrebbero essere argomenti sufficienti a influenzare le nostre scelte e le nostre posizioni indipendentemente da altre considerazioni.
Formigli ha insistito più volte sul suo approccio pragmatico: compro l’auto che costa meno e che gestisco più comodamente (anche se chi guida un’auto elettrica da anni, come me, la trova estremamente comoda e semplice da gestire), anche se più inquinante.
Se iniziamo a discutere dei costi o della complessità di una risonanza magnetica nucleare, di una tomografia assiale computerizzata o di un intervento chirurgico, potremmo trovarci costretti a ripassare i valori fondamentali di una società moderna, rispettosa delle persone e dell’ambiente.
Costi, benefici, responsabilità
Vi sono situazioni in cui la politica o le amministrazioni locali devono agevolare la scelta più responsabile, anche se più costosa.
Ecco perché esistono gli incentivi, caro Formigli. Non se li è inventato qualcuno svegliandosi al mattino con animo eccentricamente generoso verso questa strana tecnologia, se quella a base di combustibili fossili, che esiste e funziona perfettamente, non avesse alcun impatto sul pianeta e sulla salute umana.
In conclusione, è innegabile che una corretta interpretazione dei dati sia fondamentale per condurre un dibattito informato e significativo sulla transizione verso veicoli a basse emissioni. Solo attraverso una comprensione accurata dei fatti possiamo prendere decisioni informate che rispecchino veramente le nostre priorità e i nostri valori.
Sono certo che Corrado Formigli sia il primo a concordare con queste conclusioni. Quindi, perché non iniziare a utilizzare dati ed esperienze reali e scientifiche per valutare l’automobile elettrica,
ed effettuare alcuni calcoli in maniera corretta? Resto fiducioso che prima o poi ciò avverrà.
∗ Dipartimento di Scienza dei Materiali Università di Milano – Bicocca. Presidente della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana


Qui si rasenta il ridicolo. Chiunque guardando il servizio si accorge del qualunquismo e pressapochismo dei test e delle tesi dettate evidentemente a priori e a tavolino. Stupisce… anzi no….che un giornalista come Formigli si presti a questi giochetti. Di solito le sue inchieste sono mediamente un po’ più oggettive e credibili ma la lobby del petrolio evidentemente è molto più potente di quello che possiamo immaginare. Gli interessi in campo sono enormi. Resta la soddisfazione che noi “pionieri” della mobilità elettrica evidentemente diamo fastidio a qualcuno per giustificare questo accanimento che ultimamente vedo sui media. Se l’aria che respiriamo non fosse un bene di tutti verrebbe da ignorare e restare indifferenti a questa colpevole ignoranza.
La realtà è che qui anche nei commenti molti vorrebbero l’aria pulita ma pochi vorrebbero fare sacrifici per ottenerla…è sempre benaltrismo quello che leggo…vorrei più onestà intellettuale dai professori di ambiente che commentano. Dite almeno che non ve ne frega niente ne per voi ne per i vostri figli….
EFFETTI DI QUESTO 1%
per ogni grado di temperatura in più, è previsto che dovranno migrare un ulteriore miliardo di persone, oltre agli altri effetti negativi che avrà anche chi o dovrà spostarsi; negli scenari in cui non facciamo niente, è previsto un aumento catastrofico delle temperature di +5° o più gradi (e in alcuni punti “caldi”, come in Italia, questi valori vanno raddoppiati, infatto stiamo già sperimentando circa +2°, mentre ma media mondiale è arrivata a circa +1,2° )
a spanne, rimandare il ban e l’elettrificazione delle auto europee, potrebbe valere +1% di un rialzo di +5°; cioè 1% di 5 miliardi di persone costrette a migrare
cioè il solo ban delle auto nuove termiche europee evita:
>> 1% di migrazioni, cioè evita la migrazione di 50.000 persone
>> 1% di guerre per l’acqua e le terre
>> 1% di inondazioni, grandinate, cambi di coltivazioni, energia dei condizionatori, etc,
sono costi umani ed economici importanti persino se li spacchettizziamo in fette da 1%, sicuri che ci convenga fare a gara a chi è più furbo del vicino? a mandare avanti gli altri e continuare a restare a continuare a bruciare petrolio?
da un lato abbiamo questi costi se non facciamo niente; dall’altro che costi abbiamo se agiamo?
a me sembra che a noi comuni cittadini (che al 99,99% non siamo stipendiati da Eni, Esso, etc) il Ban con la TEMPISTICA LUNGA DEL 2035 NON CI COSTERA’ NIENTE
non ha senso che andiamo dietro agli slogan e paure sparse ad arte di chi lavora nella filiera petrolifera e sostiene che avrà costi lavorativi ed economici, quando sembra essere il contrario, cioè anzi l’economia ne soffrirà se facciamo i ritardari e concediamo ai dazi e ai costruttotri auto di prendersala comoda a introdurre modelli BEV adatti a ridurre le emissioni del parco auto
INTERESSI DELLO 0,001% contro quelli di 99,99%
per non parlare dell’emorragia costante di denaro verso i fornitori di energie fossili, che è il MOTORE di tutta questa propaganda fatta dallo 0,001% che con il petrolio ci lavora
Typo: 1% –> 50.000.000 persone (non 50.000)
“le emissioni delle automobili nell’Unione Europea rappresentano “solamente lo 0,9% delle emissioni globali”: malgrado i commenti del prof. Abbotto, questa affermazione non è errata, ma risponde a verità. Poi si possono certo fare tante osservazioni sul ruolo degli ICE nel mondo, ma non certo mettere in discussione questo dato
Non si tratta di mettere in discussione il dato. nemmeno Abbotto la fa. Semplicemente è una dato che non ha alcun senso
Buonasera, temo il dato abbia molto senso, se ammettiamo che la CO2 è un problema globale.
Il dato ci dice l’impatto globale di riduzione della CO2 se l’intero parco auto europeo fosse elettrico.
Spero converrà sul significato del dato altrimenti abbiamo un problema di prospettiva dei numeri.
Grazie
Il problema l’ha lei, se non capisce che in nessun continente, preso singolarmente, le emissioni delle auto hanno un impatto globale “significativo”. Ma tutti i continenti messi insieme impattano per il 12% delle emissioni globali. Non a caso l’accordo per l’abbandono progressivo dei carburanti fossili è stato sottoscritto da 197 Paesi aderenti all’ONU appena quattro mesi fa. La COP 28 secondo Armaroli: “Il mio bicchiere è mezzo pieno”
Gentile Franco, il suo (ma non è il suo, in realtà si tratta di un dato e di un argomento messi in giro di proposito) è un cosiddetto argomento fantoccio, ovvero un artificio dialettico che sembra dimostrare una tesi che non sta in piedi.
Come ho scritto sotto, nessuna goccia d’ acqua si sente responsabile dell’ alluvione, ed è su questo stratagemma che si basa l’ opera di chi deve convincere il popolo a restare nei ranghi. Se lo stratagemma funziona loro continueranno a vendere petrolio e gas, tanto i problemi più grossi, i sorci verdi, li vedranno soprattutto i più poveri.
Il suo ragionamento porta dritti a dire che, prese singolarmente le fonti inquinanti e pesando le fonti locali sul totale globale, nessuna è responsabile dell’inquinamento e del riscaldamento globale.
Conclusione: non serve fare nulla.
Viceversa, l’approccio impostato a partire dagli accordi di Parigi è quello per cui tutti gli stati devono fare la loro parte, approcciando tutte le fonti di inquinamento.
In quest’ottica ribaltata, auto elettriche, treni elettrificati, aerei ibridi, elettrificazione dell’industria, dei riscaldamenti (pompe di calore), tutto MENTRE passiamo alle rinnovabili, permette di ridurre gli effetti del riscaldamento globale.
Pena fare la fine della rana nella pentola, che si accorge solo alla fine di essere bollita.
Saluti
Il dato in sé è corretto, il problema è la fallacia logica che porta a citarlo. Infatti con la stessa logica potrei dire che un’ auto termica rappresenta lo 0,00000x % delle emissioni globali, oppure che la caldaia a gas dell’ appartamento rappresenta lo 0,00000y % delle emissioni globali. In pratica si usa l’ argomento fantoccio della percentuale piccola come scusa per non fare niente, il ché porta inevitabilmente al disastro globale.
Perché nessuna goccia d’ acqua si sente responsabile dell’ inondazione.
Ovvio che questo tipo di argomenti sono cavalcati ad arte per evitare l’ abbandono dell’ uso dei fossili, basta convincere abbastanza fessi che è buona cosa continuare a farlo.
Caro Leonardo, come in tutti i processi umani occorre un compromesso. Ovvero lo sforzo economico sociale associato ad ogni azione.
La logica del “riduciamo di uno 0,… ad ogni costo” é chiaramente fallace, siamo nel campo delle patologie.
Se una esigua minoranza teme per la propria vita va curata, non seguita nelle proprie scelte.
La saluto e mi dispiace tantissimo per le sue sofferenze.
Sofferenze? 😂
il 100% delle emissioni è fatto da 100 contributi da 1%
se usando le aree geografiche ritagli ogni tipo di contributo (es. le auto) in porzioni da 1%, per poi dire che sono trascurabili e buttarli via, alla fine butti via il 100%
la fallacia è che 1% è trascurabile se paragonato a un’altra causa che fa il 30% ed entrambi richiedono lo stesso studio per essere mitigate
se hai 100 contributi da 1% ognuno, e ognuno richiede un certo studio per essere mitigato, ognuno si smazza la sua parte e chi prima inizia prima finisce e forse ci guadagna anche
Si chiama analisi costi benefici, sono sicuro che sia una cosa banale che facciamo tutti: quanto mi costa e quanti benefici ne ricavo.
Se poi lei teme per la sua vita e vuole investire del denaro per salvarsi è libero di farlo, ognuno è libero di fare ciò che crede con le proprie risorse, principio fondamentale e non negoziabile con nulla.
E la tua libertà finisce dove inizia quella degli altri.
Quindi l’argomento fantoccio del diritto a inquinare sparisce davanti alla libertà di poter respirare aria pulita di tutti quelli che hai intorno.
Ma scommetto che in realtà lo sai benissimo pure tu, e i tuoi commenti sono solo puro egoismo, mascherato da chissà quali analisi e pensieri per autogiustificarsi.
Come detto, principio non negoziabile con nulla, al di sopra anche della sua preoccupazione
Ma infatti è quello che intendevo, il rapporto costi/benefici è simile per quasi tutti i vari 1%
anzi, richiedere il ban delle auto nuove termiche europee al 2035 non mi costa niente, a me e a quasi tutti, perché in 10-20 anni l’auto la cambio comunque; in prospettiva passare a infrastrutture a misura di BEV mi farà pure risparmiare
il 99,99% non lavora per la filiera oil, non perde bonus lavorativi se si riduce l’uso del petrolio, nell’assecondare questo cambiamento ha invece da guadagnarci
e secondo molte analisi, persino chi lavora nell’automotove, avrebbe da guadagnarci a non attardarsi sulle vecchie produzioni, l’automotive dovrebbe sganciarsi dagli interessi della filiera oil, aper il proprio stesso interersse a no essere travolto tra qualche anno dfai competitor che il passo lo hanno già fatto
anche se non è facile, al momento automotive europeo e filiera oil sono intrecciate, già come azionariato, come precedenti investimenti, e come “fame atavica” di alti introiti calcolati un trimestre alla volta
Caro R.S. solo che Franco è nello 0,01 legato a oil…
si ho presente, però vedo che participa al blog con interesse, tra una battuta a un altra da raffinatore/certificatore di petrolio
che poi anche le raffinerie penso cadranno “in piedi”, sono aree industriali in posizioni logistiche strategiche e che negli anni possono essere riconverite a tanti usi, tra bio-carburanti per gli aerei e navi, accumuli di idrogeno, conversione di idrogeno ad ammonica o e-fuel, industria chimica per la batterie e chissà cosa altro che non conosco
poi l’industria petrolifera sembra sia adatta a fare perforazioni per estrarre litio o ad altro dalla terra, e impianti eolici off-shore, oltre da avere i capitali per finanziare i parchi di rinnovabili, gli elettrodotti, e in nord europa anche i nuovi gas-dotti e serbatoi per l’idrogeno
alla fine alla filiera oil scoccia tirare fuori i soldi per riconvertirsi, ma non i “poveri” della situazione
Un po troppo ottimistici i conti fatti dal prof Abbotto per quanto riguarda la bolletta, non mi sembra abbia calcolato lo spread sul PUN, non mi sembra abbia inserito il profitto che spetta al venditore e i costi di trasporto, di dispersione e gestione contatore sono molto stimati dal prof, per 130Kwh, solo per questi sono circa 10€
Anche il prof deve rivedere i suoi calcoli, oltrettutto ha preso il PUN di febbraio che è si l’ultimo, ma anche quello più basso in assoluto, i precedenti erano molto più alti, e tutto da sperare che il PUN di febbraio si stabilizzi a quel valore per i prossimi mesi.
Per essere più realistici quei 20€ io li correggerei in almeno 30€ come media (sempre appunto che non ci siano altre future speculazioni sui prezzi)
…..’sono molto sottostimati’….
Buongiorno, di solito per il PUN (Prezzo Unico Nazionale) si considera il valore più recente. Tuttavia, per venire incontro all’argomento, usiamo pure la media degli ultimi 12 mesi, che è di 0,111 €/kWh. Aggiungiamo anche lo spread, anche se in alcune città ci sono offerte a spread zero. Prendiamo l’offerta attuale di una nota società, che propone PUN + 0,013. Aggiungiamo adesso tutte le voci relative al consumo di energia, ovvero le perdite di rete, il dispacciamento, il trasporto e gli oneri di sistema. Infine, aggiungiamo l’IVA al 10%. Il totale è di 0,206 €/kWh, che corrisponde a circa 650 km di autonomia.
È importante sottolineare che stiamo considerando prezzi indicizzati. Chi opta per tariffe fisse potrebbe pagare di più. O anche di meno, a seconda del momento in cui ha stipulato il contratto e per quale periodo. Personalmente, ho una tariffa fissa e pago 0,0549 €/kWh per l’energia. Se avessi utilizzato la mia tariffa, calcolerei un’autonomia di 1080 km, che è stata confermata più volte nella mia esperienza. Siamo quindi sempre un ordine di grandezza sopra il valore dato in trasmissione. È come se qualcuno in trasmissione avesse detto che una pizza fatta con un forno elettrico costa mediamente 100 euro, mentre con forno a legna costa 10 €. Chi andrebbe mai a mangiare la prima?
Beh ma per il prof Abbotto solo l’elettricità è conveniente sfoderando numeri addomesticati, mentre la benzina è oltre 2 euro in autostrada?
Si certo, peccato che nel quotidiano dubito fortemente che tutti vadano a fare il pieno in autostrada e nelle città i prezzi sono ben inferiori.
Tornando all’elettricità e costi lo 0,0xx al KW citato dal Prof. Abbotto è fiabesco ma anche lo 0,15 che lui vede come “molto largo” non lo è affatto.
Con l’introduzione del mercato libero le cose sono un pò cambiate e le oscillazioni del prezzo al KWh è più che reale non è che uno passa le giornate a modificare contratti o vedere quale sia il migliore.
Lo 0,0xx al KW citato da Prof. Abbotto e fiabesco ma anche lo 0,15 non molto realista, se i conti di Formigli sono sballati i suoi non sono meglio poichè a detta del professore i dovrei pagare 40€ al mese di corrente consumando circa 260 KWh di corrente, a bimestre meno di 80€ ma nei fatti non è così.
Probabilmente se passassi il mio tempo a cambiare contratti considerando di volta in volta il migliore offerente potrebbe anche essere, ma di norma ho altro da fare.
Quindi così come il carburante in autostrada costa di più lo stesso vale per le forniture di elettricità e siamo rimasti ancora nell’ambito dei 3 KW standard.
Anche il buon Armaroli che si riempie la bocca di come tutte le case dovrebbero essere come la sua vorrei che presentasse il conto reale di tutte quelle opere.
E se lui stesso ha dichiarato che solo tra Fotovoltaico e solare termico ha speso 30K euro pensiamo a tutto il resto.
Quindi prima di elevarsi a buoni samaritani sarebbe il caso di rimanere a terra e confrontarsi con la realtà perchè la stragrande maggioranza delle persone non può investire queste somme per una transizione energetica che messa così di sostenibile ha davvero poco.
Ogni bene o prodotto nell’arco della sua storia si è diffuso alle masse quando è diventato semplice nell’uso ed accessibile nei costi.
Sino a quando non si punterà seriamente a questo per la transizione parleremo solo a vuoto.
L’unico che parla a vanvera è proprio lei. Qui ha solo da imparare, rispettando chi sa quel che dice. Diversamente le consiglierei di frequentare altri siti.
vi vedo nervosetti, sarà mica perchè anche il mainstream comincia a dire che l’auto elettrica è una cagata pazzesca ?? :-)))
Il mainstream è per le pecore da tosare.
Prego, si figuri.
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.- Gv 9,34
A vedere la trasmissione di Formigli e la replica del professor Abbotto è evidente che entrambi, in egual misura, tirano acqua al proprio mulino.
Entrambi magari non dicono falsità evidenti, ma diciamo che sottolineano i numeri che danno loro ragione e sminuiscono i numeri che danno loro torto.
Anche in questo ambito, come nella politica, i “moderati” che cercano di capire senza pregiudizi e preconcetti sono merce rara.
Molto più diffusi sono i sacerdoti delle nuove religioni…pro o contro che siano, coi loro dogmi e le loro verità addomesticate secondo quello che vogliono fare emergere.
Buona giornata.
Allora, vado a cercare su internet il costo al KWh in fascia unica (monoraria):
da GEN2020 a Sett 2021: 0.03-0.11 €/KWh.
da lì ha iniziato a salire raggiungendo il picco di 0.53 a OTT-DIC2022 (invasione Ucraina e conseguente aumenti, anche del gas).
Poi si riabbassa da Aprile 2023 ad oggi, nella fascia 0.11-0.15 €/KWh, con oscillazioni trimestrali. Al momento sta a 0.12.
Queste polemiche mi hanno stancato, Formigli e simili sono dinosauri che non si rendono conto della rivoluzione in atto, e soprattutto non si rendono conto che la rivoluzione non è imposta dall’alto come loro credono ma proviene dal basso perché è basata su vantaggi tecnologici e di sistema ben precisi. Basti pensare (se i miei calcoli “a cazzotto” sono giusti, attendo conferme) che se il fabbisogno energetico italiano fosse coperto interamente da fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico), basterebbe che 1/3 delle auto circolanti fossero elettriche per coprire, connettendo le auto (che statisticamente sono ferme il 90% del tempo) alla rete elettrica col V2G, il fabbisogno giornaliero di elettricità dovuto all’intermittenza delle fonti rinnovabili. Si riescono a malapena ad immaginare le implicazioni rivoluzionarie di un tale auspicabile futuro non solo dal punto di vista ambientale ed economico, ma anche geopolitico.
Vabbè dai, un falso mal costruito.
Non è neanche la prima volta che fanno operazioni così vergognose sull’auto elettrica.
Si spera non facciano lo stesso con gli altri servizi di cui si occupano.
“Si spera non facciano lo stesso…”
In dubio, abstinēō.
Senta, non ho visto la trasmissione di Formigli e quindi i suoi appunti saranno senz’altro giusti. Però condivido l’approccio pragmatico. Sono dipendente di un ente pubblico e piu’ di un anno fa’ ci hanno acquistato una 500 elettrica. Ha percorso in questo periodo circa 3000 km, contro i 10000 circa preventivati. Gli utenti non la usano, punto! Per i soliti motivi, ovvi. Allo stato attuale l’auto elettrica di per sé non è che sia un bidone, ma lo diventa se si fa finta di non sapere che è un prodotto particolare, a cui non si può chiedere di fargli fare le stesse cose di un’auto “normale “. E la gente se ne accorge…non la compra. È di queste ore la notizia che a Mirafiori forse tornerà in produzione la 500 termica, di 500e non se ne vendono abbastanza e gli operai sono in cassa integrazione.
Io con la mia elettrica faccio anche più di un’auto che tu consideri “normale”: vado dappertutto (27k percorsi in un anno, tra cui anche 2 lunghi spostamenti di oltre 2000 km…), non inquino (nel mio box finalmente posso respirare quando scendo dall’auto…), risparmio (in poco più di un anno ho già risparmiato oltre 2000 euro…), non pago sulle strisce blu, entro in ZTL. La gente che non la compra perchè persa che non sia normale è perchè si affida ai terrapiattisti.
Lei va dappertutto.
Altre persone invece no.
E non perchè sono stupidi (come pensa evidentemente lei paragonandoli ai “terrapiattisti”), ma perchè hanno semplicemente esigenze e/o possibilità (garage ecc..) diverse dalle sue. Che cosa strana…questa di avere esigenze diverse.
Mah…nuove religioni crescono.
“Gli utenti non la usano, punto! Per i soliti motivi, ovvi.”
E ce li rinfreschi questi ovvi motivi, per cortesia.
Essendo una city car aziendale, non sarà certo usata per lunghi viaggi di lavoro, no? Altrimenti chi ha fatto acquistare una city car per darla a dei trasfertisti è semplicemente un cretino che ha fatto fare ad un’ente pubblico un acquisto incauto, sperperando denaro pubblico, anche mio!
Né tanto meno sarà usata per lunghi viaggi di piacere, giusto? Altrimenti scatta subito il penale…
Quindi, stabilito che una city car elettrica non potrà che essere utilizzata per lavoro in ambito cittadino o al massimo extraurbano di prossimità, sono ansioso di sentire quegli ovvi motivi.
complimenti per l’analisi dettagliata, ma io mi sarei fermato molto prima per giudicare la bontà di quella trasmissione: il momento è quando attaccano il cavo (la scena della pozzanghera poi…) e solo successivamente provano a registrarsi a un’app…chiunque possieda un’auto elettrica sa benissimo che in questa maniera nessuno caricherà mai nulla! Non ho altro da aggiungere.
Esatto, strano che solo lei se ne sia accorto. Quella scena è pacchianamente falsa.
“Vi sono situazioni in cui la politica o le amministrazioni locali devono agevolare la scelta più responsabile, anche se più costosa”
Ecco, solo su questo punto, io credo che sostituire termiche con elettriche uno ad uno non possa essere considerata la scelta piu’ responsabile. Ma sono sicuro che non e’ quello che il Professore intendeva. Nelle grandi citta’ i soldi pubblici dovrebbero andare nel trasporto pubblico a prezzi calmierati se non gratis, e poi nella sostituzione delle auto piu’ vecchie.
Qui si tratta di costi benefici. Quanto si deve spendere per colpire parte di quel 12%? In quale rapporto sono gli investimenti per le auto e quelli per il restante 88%? Putroppo non ho accesso a dati per capire se stiamo spendendo i soldi pubblici per colpire il bersaglio grosso ma sarei lieto se qualcuno li potesse fornire.
La auto termiche vengono sostituite con equivalenti elettriche man mano che i cittadini le devono naturalmente cambiare. Per questo esiste quella scadenza del 2035, che è legata unicamente alla vendita e non alla circolazione. Nessuno sta obbligando nessuno a cambiare auto ancora funzionanti.
Ma per le città e anche le pianure, quel 12% riguarda solo la CO2, ma ci sono altre schifezze più impattanti nell’immediato, come i vari pm… e i maggiori produttori di particolato sono le auto, i riscaldamenti (perchè non si parla di pompe di calore e dismissione del gas, come si fa con le auto), il bruciare la legna (e qui in lombardia continuiamo a dare deroghe per i camini casalinghi invece di smetterla di usare legna), e altri processi industriali.
E’ più vantaggioso per costi/benefici finanziare un’auto termica o una pompa di calore in casa? Non lo so onestamente, io sarei per finanziare entrambe. Ci sono N fattori di inquinamento, e vanno sistemati tutti. Non vorrei che l’idea che sia meglio finanziare le PdC diventasse l’ennesima scusa per non muovere un dito sull’elettricificazione delle auto, come ho già letto in altri commenti qui.
ma sulla PdC ci sono già gli incentivi fiscali, ovvero le detrazioni 50% se non 65%…
Cosa sia piu’ vantaggioso finanziare, dati alla mano, credo sia la esattamente la questione.
In Inghilterra hanno drammaticamente migliorato la qualita’ dell’aria con le smoke control area, praticamente divieto di bruciare quasi tutto (eccetto gas e poco altro) dal 1993 mi pare. Mica esistera’ la lobby dei caminetti in Italia?
-Mica esistera’ la lobby dei caminetti in Italia?-
Ma certo, è una lunga tradizione che risale ai tempi della Carboneria. 🤭😇
Purtroppo di stupidaggini ne vengono dette tante sia in senso positivo che negativo.
Come sappiamo tutti, i dati che poi portano alle statistiche, per loro natura, possono essere manipolati abilmente da chi li rende pubblici.
E ripeto sia in senso positivo che negativo.
Dipende cosa si vuole mostrare.
Ricordate il test facile facile di statistica?
Se siamo in 2 e io mi mangio un pollo intero e tu digiuni… la Statistica ci dice che abbiamo mangiato 1/2 pollo a testa…
Uno vive e l’altro muore di fame…
Insomma i dati possono essere utilizzati in funzione del messaggio che si vuole far passare.
Ma voi pensate che il successo della Propulsione Eletrica dipenda da queste statistiche?
Io credo che l’auto elettrica si potrà affermare in modio deciso, e senza tentennamenti, nel momento in cui verranno presentate al pubblico vetture che saranno concorrenziali rispetto a quanto circola oggi sul mercato.
Auto serie, fatte con una serie di innovazioni.
Dotate di propulsione elettrica basata su 4 motori e non su uno solo come oggi…
Batterie a stato solido leggere e capienti con bassissimi costi di produzione.
Una rete di ricaricara capillare fatta bene, con colonnine in zone presidiate e dotate di copertura…avente anche l’assistenza di un addetto alla ricarica per chi non vuole il fai da te.
Su questo settore ci sono decine di progetti che saranno simili agli attuali distributori.
I costi dell’energia nei prossimi anni saranno destinati a scendere a tutto vantaggio della scelta elettrica.
Il futuro non si può fermare con semplici slogan, ma deve essere la tecnologia ad imporsi.
Anche quella che dispone di bombole per stoccare Idrogeno a costi bassissimi e che sarà alternativa parallela ai serbatoi a batteria.
Ci vorrà ancora qualche anno, ma ci si arriverà.
Oggi il momento che stiamo vivendo è di transizione e questo crea una grossa confusione tra la gente.
Basta aspettare…
Buon dì Carletto, con la tua frase “basta aspettare” metti in evidenza ciò che potrebbe creare un corto circuito nel pensiero italico.
Mi spiego, visto che basta aspettare allora io non compro elettrico perché tanto uscirà il coniglio dal cilindro, quindi rimando l’acquisto se avevo intenzione di cambiare auto e quest’ultima ancora può funzionare. Oppure, visto che non mi piacciono le attuali BEV così come sono fatte e devo/voglio acquistare una nuova auto allora la compro nuovamente termica anche se potrei passare all’elettrico già ora per convenienza economica.
Ora, se questo è il ragionamento di chi è comunque sarebbe favorevole alle BEV allora un no BEV potrebbe leggere la scelta come: “vedi, se uno che crede nelle BEV non le compra allora sono una fregatura. Chi me lo fa fare a comprare una BEV! Vado di termico tutta la vita senza avere gli sbattimento dei tempi di ricarica e scarsa autonomia autostradale anche se in realtà impatterebbero poco sul mio stile di vita”.
Risultato, le case produttrici rallentano l’evoluzione e la commercializzazione delle BEV perché devono rientrare negli investimenti, ci sono meno soldi per la ricerca che possono portare a nuove chimiche (le solide previste per esempio per il 2027 slittano di altre 3/5 anni) e chi dovrebbe predisporre la rete di ricarica pubblica non lo fa ed aumenta i prezzi del servizio.
🤔, mi sembra di aver già visto quanto descritto.
In poche parole, se sto per cambiare auto, la miglior cosa da fare è prendere in considerazione anche una BEV (con tutte le limitazioni attuali), capire se i pro sono maggiori dei contro rispetto ad in ICEV e poi decidere e non attendere ricomprando a prescindere ICEV, perché alla fine si fa il gioco di chi vuole ritardare se non bloccare questa transizione solo per interessi personali.
Chi deve valutare l’acquisto di una macchina si trova davanti una situazione in cui i pro a favore delle macchine BEV stanno pian piano diminuendo, vedi gli incentivi che vengono rimandati, vedi i costi delle ricariche ingiustificatamente alti, vedi la situazione delle colonnine di ricarica non manutenute e/o occupate senza che nessuno intervenga, vedi le continue campagne denigratorie dei media o dei politici di governo, ecc.
In questo scenario sempre più incerto e preoccupante chi deve acquistare una macchina, preferisce continuare con le ICE che in Italia sembrano dare una maggiore garanzia sull’investimento che si sta per fare.
Anche le incertezze legate alla scarsa rivendibilità futura di una macchina elettrica incidono e non poco quando si mettono sul piatto tanti soldi; detto ciò non mi stupisce più di tanto che le il mercato delle macchine elettriche faticherà ancora qualche anno prima di iniziare a crescere.
Si chieda chi sono i seminatori di incertezze.
A scanso di equivoci, la mia era solo un’amara riflessione della situazione che sta vivendo chi è in procinto di acquistare una nuova macchina e non bisogna sforzarsi più di tanto per capire che le multinazionali del petrolio finanziano e seminano incertezze attraverso la politica, i media, le associazioni o gli istituti di ricerca privati e tutto ciò che può far comodo a mantenere le dipendenze della società ai loro prodotti.
Siamo perfettamente d’accordo. Lo capiranno gli italiani?
Molti non lo stanno capendo, poi si troveranno nella morsa tra la necessità di ridurre le emissioni e i produttori di petrolio che vorranno fare cassa con quelli rimasti ai motori termici.
E chi avrà comprato la plug-in per andare a benzina si divertirà a caricare tutti i giorni?
Chissà cosa diranno quando resteranno col cerino in mano? Potranno ancora andare a 130 km/h con la benzina alle stelle? Magari una tiratina ogni tanto
Dopo questa puntata di Piazza Pulita, non credo ci siano dubbi.
Questa roba mina alla base la fiducia delle persone, con argomenti costruiti a tavolino proprio per questo scopo.
Mi chiedo se ci siano le condizioni per agire legalmente, sia a livello di Ordine dei Giornalisti (sì, vabbè, campa cavallo…), sia a livello di aziende che vedono lesa la loro immagine.
-E chi avrà comprato la plug-in … si divertirà a caricare tutti i giorni?-
Non saprei. Io non sto lì a guardare la kuga mentre si ricarica. 🤣🤣🤣🤣🤣❤❤❤❤
(Per un sorriso, mi raccomando)
Riprendo quanto scritto in precedenza:
🤔, mi sembra di aver già visto quanto descritto.
…
alla fine si fa il gioco di chi vuole ritardare se non bloccare questa transizione solo per interessi personali
Quindi, ripeto assecondiamo chi ha tutto l’interesse a lasciare immutato il mondo dell’energia per mobilità e usi residenziali?
Oppure guardiamo un po’ più in là degli attuali impedimenti prendendo decisioni più lungimiranti per il nostro portafoglio futuro anche se attualmente potrebbe limitare il nostro potere di spenderlo per cose superflue?
Occhio che chi ha già le capacità economiche (anche se si occupa di venderci energia da fonti non rinnovabili e/o auto ICE) già si sta attrezzando per seguire la transizione. Chi si attarda vedrà ancor di più il proprio portafogli svuotato e quelle cose superflue che prima poteva permettersi in futuro non se le potrà più permettere.
-Ma da dove viene quel 0,9%? Poi mi viene un sospetto. Eseguo due calcoli veloci, confrontando le emissioni delle automobili nell’UE non con il totale delle emissioni nell’UE ma nel mondo intero. E, magia, ecco che viene fuori quel 0,9%!-
Interessantissimo.
Premessa: senza nulla togliere alla bontà dei consueti argomenti e facendo la doverosa e sacrosanta distinzione fra ciò che è inquinante (giustamente da ridurre anche in assenza di problematiche legate alla CO2) e ciò che è climarterante (appunto la CO2).
Per quanto riguarda il “peso” delle emissioni di CO2 delle automobili dell’Europa occidentale (ban UE 2035) rispetto al totale, io ero rimasto a un dato di circa il 2% rispetto al totale delle emissioni antropiche modiali annue di CO2 .
Cioè come dire nulla.
Poi chiaro che il totale di questa specifica voce è fatto da tanti “nulla”, non si discute.
Ora scopro dal carissimo Professor Abbotto che siamo addirittura allo 0,9%.
Giusta la ia lettura? chiedo sinceramente.
Nel caso lo fosse, rimango dell’idea che l’elettrificazione dei traporti, in prospettiva, sia cosa da perseguire e su cui lavorare alacremente.
Idem la transizine energetica in generale
Considero il tutto, sempre in prospettiva, come un asset strategico straordinario da un punto di vista economico, tecnologico, politico e vivaddio ambientale.
Rimane il fatto che in presenza di problematiche di ordine “strategico”, quali quelle che conosciamo benissimo se guardiamo la cosa con onestà intellettuale, se parliamo solamente di emissioni di CO2 incapponirsi con “date capestro” che faranno più bene che male alla cosa è puro e semplice autolesionismo.
In pratica, come vado dicendo da sempre, per il solo discorso relativo alla CO2 2035 o 2040 cambia niente a livello mondiale, e adesso all’atto pratico (salvo mio errore di interpretazione) lo conferma anche il Nostro carissimo Professore.
Perchè è verisimo che
-la trasmissione sembra suggerire che al di fuori dell’UE non esistano automobili! Peccato che la realtà sia un pochino diversa.-
Rimane però il fatto che al di fuori della UE, o se vogliamo del C.D. mondo occidentale, le nostre regolamentazioni per quanto giuste e doverose valgano zero.
Cioè, non voglio polemizzare o mettere in dubbio il tutto, semplicemente come al solito dico: attenzione nella scelta dei tempi e nei modi in cui si comunica la cosa (sapete cosa ne penso: fin qui malissimo).
Perchè per quanto possa “non piacere” l’opinione pubblica, piaccia o no a non saperla prendere correttamente il rischio che si corre, qui grossissimo, è qullo di buttar via il bambino assieme all’acqua sporca.
Poi tranquilli, no problem, datemi pure del rimbambito che ci sono abituato. 😉
Alessandro, visto che i reflui fognari di Bologna (380.000 abitanti) incidono per meno dell’1% sul totale degli scarichi fognari italiani, proporrò di scaricarteli davanti a casa. In alternativa, usa la testa e ragiona da adulto.
Prospettiva interessante!
Dammi il tempo di organizzarmi, e con così tanta materia prima divento il re del biogas italiano. 🤣🤣🤣
Avresti ragione se l’Unione Europa fosse sola nel voler mettere uno stop alla vendita di nuove auto inquinanti, ma non è affatto sola, anzi: https://www.greencitytimes.com/global-ice-vehicle-phase-out/
E un aggiornamento di settembre gli stati USA che vieteranno sono diventati 17: https://www.cnet.com/roadshow/news/states-banning-new-gas-powered-cars/
Ci sono tutte le nazioni industrializzate tranne la Russia
Ma certo.
Ma sta di fatto che, per come è stata comunicata, spiegata e gestita la cosa, sembrerebbe che l’Europa tra pochi mesi non si butterà in massa a rivotare Timmermans e gli Stati Uniti Biden di qui a fine anno.
Poi che sia un bene o no, non è questo il punto.
Il punto è che l’importante è il risultato e (a mio opinabilissimo giudizio) in materia di comunicazione si sta facendo l’esatto contrario di quello che secondo me andrebbe fatto per raggiungerlo.
E siccome i fatti ohimè mi stanno dando per ora ragione, forse il mio giudizio non è così opinabile. Mannaggia.
Magari, in giro per il mondo, si vota a destra o a sinistra per motivi un po’ più pervasivi del destino delle brum brum (tasse, guerra, immigrazione, lavoro)
Appunto.
Metti in fila gli argomenti deglu uni e degli altri…
non è corretto, è un artificio comunicativo che gioca sulle distorsioni percettive
ogni paese mondiale ha una porzione di emissioni; che a sua volta si divide in porzioni relative a trasporti, energia, industrie e agricoltura
cioè il 100% delle emissioni di Co2 mondiali è fatto da 100 contributi ognuno di 1%
se decidi che il tuo 1% è niente, allora anche gli altri 99 contributi ognuno da 1% sono niente, cioè il totale 100% delle emissioni sarebbe niente
..siamo ancora alla retorica del paradosso di achille e la tartaruga..
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poi c’è la variante (o il sottointeso) della stessa distorsione percettiva che dice: ah ma i Cinesi sono tanti, lasciamo che facciano loro le riduzioni
peccato che è lo stessa distorsione percettiva, conta sempre il contributo procapite, e Cinesi e Europei sono alla pari come emissioni pro-capite (circa 8 tonnellate di Co2 a persona in un anno, e loro hanno anche il carico dei prodotti industriali che gli appaltiamo) e penso siamo a pari anche come impegno per migliorare
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siamo sempre al discorso: si forse (?) va fatto, ma andate avanti voi pdegli altri paesi perché non sono molto convinto
ma allora il problema è non essere molto convinti del problema Co2; allora forse può interessare il discorso economia:
non sarebbe meglio essere tra i primi ad avere un sistema e una filiera tecnologica a più basse emissioni, per risparmiare poi soldi negli anni comprando menoi combustibili fossili, e poi anche poter vendere ed esportare questa tecnologia ai ritardatari?
non possiamo essere competitivi con i primissimi ( i Cinesi) sui pannelli solari al silicio e sulle batterie NCM, ma siamo competitivi già su inveter, elettronica, componentistica per auto, pompe di calore, e potremmo esserlo sui prossimi tipi di panneli solari o batterie e cosi via
muovendosi alla giusta velocità (forse più o meno i 15 anni previsti nle cso partivolare delle automobili) potrebbe esserci un win win tra:
– riduzione Co2
– riduzione costi in carburanti fossili
– moltiplicatori economici sull’indotto industriale delle nuove tecnologie
> se vai più veloce, la transizione energetica ha dei costi anche elevati (come spiegato tante volte); esempio banale, sostituire ” a forza” le caldaie in 5 anni, con i costi che hanno attualmente le pompe di calore e i muratori, e facendo in fretta, sarebbe un baglo di sangue; farlo in 15-25 anni invece forse si fa; stesso raginamento con le auto e i camion, ban tra 15 anni e sostituzione massiccia nel parco circolante tra circa 25 anni
> se al giusto ritmo (sostituzione progressiva di auto e riscaldamenti, anche aspettando l’abbassamento dei costi nei segmenti non pronti ma spingendo anche con provedimenti facilitanti nei segmenti quasi pronti) i costi forse non ci sono, contando i risparmi futuri e i ritorni, è un buon investimento come Stato in generale
> vai più lento, sposti le scadenze, segui la filera fossile nel posporre, non ti poni nel gruppo dei primi paesi mondiali che si ammoderano, etc, rischi di pagare ecomicamente e in competitività moltissimo
capisco è un ragionamendo difficile da far condividere, visto che la comunicazione mediatica ormai ci fa ragionare a strategie di 1-2-3 anni al massimo (più o meno le scadenze elettorali e parlando per metafore allora siamo alla “casa dei porcellini fatta di paglia o di mattoni” 🙂
PS: ok..esempio che non fitta bene, la paglia trattata potrebbe esserre un materiale per tramezzi isolanti e traspiranti efficaci prefabbicati..
Però c’è uno studio recente dell’ACEEE (American Council for an Energy-Efficient Economy), secondo cui l’auto meno inquinante del 2024 non è una vettura puramente a batteria, bensì un’ibrida con unità a combustione: la Toyota Prius Prime SE.
Link?
Occorrerebbe fare un’analisi approfondita, Vaielettrico potrebbe farsene carico.
Ma non dimentichiamoci che i portatori di interesse dei fossili hanno creato dal nulla una serie di associazioni che sfornano studi prezzolati creati ad hoc per gettare discredito sull’auto elettrica. (I fratelli Koch sono un esempio).
Ho approfondito un pò e la ACEEE non è un ente istituzionale, ma privato. Si dichiara come ente nonprofit ma ammette che hanno “limitata” 🙂 attività lobbystica con fondi illimitati (!) Infatti tra i principali finanziatori c’è Rockefeller Corporation, Exelor corporation, Daikin, e altre multinazionali (non ho trovato Toyota però, ma non è detto che non ci sia). Inoltre hanno una loro metodologia di score per stabilire quale sia l’auto in testa alla classifica e a leggere bene mi sembra che inseriscano anche il costo del trasporto e vendita di carburante. Inoltre i dati li prendono anche dall’agenzia Californiana, dove le Prius sono largamente diffuse. Non vorrei essere pessimista ma a fronte di buoni risultati raggiunti da questa società mi sembra anche un pò una agenzia per il greenwashing.
In quella classifica in terza posizione figura il suv lexus rz 300e che con una batteria da 73 kWh ha un range wltp di 450km (molto ottimista dal momento che in tutti i test su strada è risultata molto inefficiente e lontanissima dal range pubblicizzato). La ioniq 6 standar range è in 27 posizione: è più leggera (quindi meno emissioni in fase di produzione) e molto più efficiente della Lexus, come fa ad essere dietro in classifica?
Spero che copia della comunicazione sia stata mandata a Formigli e alla Redazione della trasmissione
Che amarezza
confrontare l’inquinamento delle auto europee con quello di tutto il mondo è il benaltrismo piu becero che esiste . giusto per far sembrare che i trasporti non inquinino un cazzo!!! “eh ma l’italia da sola inquina lo 0.,0000000fottiti% di tutto l’universo a traverso , che colpa ne ha poverina ?!? 🥹🥹” : * procede a respirare gas direttamente dal tubo di scappamento*
Onestamente mi è sembrata l’unica cosa corretta…e non mi sembra ci fossero fraintendimenti, nemmeno a vedere lo screenshot.
Le auto europee impattano per lo 0,9%, quindi se da domani tutte fossero elettriche avremmo un impatto residuale. Credo volesse far vedere l’impatto che avremo se ipoteticamente la scadenza del 2035 fosse anticipata a domani. Anche perchè il resto del mondo (a parte California e NYC) non ha scadenze “legali” per i motori termici, ma se mai deciderà il mercato (=consumatori), quindi ha poco senso parlare di una cosa che non è stata decisa.
Ciao.
Scusa Fede, perché non è decisa?
Attualmente la direttiva europea parla chiaro: DAL 2035 non potranno essere vendute auto TERMICHE che consumino IDROCARBURI FOSSILI.
Forse lei spera che ci sia un cambio d’opinione, ma io lo reputo alquanto improbabile visto che in questi giorni è stata confermata la direttiva sull’efficientamento degli edifici residenziali e non per il 2030.
Poi non è vero che solo la California o lo stato di NYC hanno messo il bando, ci dovrebbero essere anche questi altri:
Mercati avanzati (entro il 2035)
Austria
Azerbaigian
Belgio
Canada
Capo Verde
Cile
Cipro
Croazia
Danimarca
El Salvador
Finlandia
Francia
Grecia
Irlanda
Islanda
Israele
Liechtenstein
Lituania
Lussemburgo
Malta
Norvegia
Nuova Zelanda
Olanda
Polonia
Santa Sede
Slovenia
Spagna
Svezia
Regno Unito
Resto del mondo (entro il 2040)
Armenia
Repubblica Dominicana
Ghana
India
Kenya
Marocco
Messico
Paraguay
Ruanda
Turchia
Ucraina
Forse sono stato frainteso.
Io intendevo che non aveva senso calcolare l’impatto della CO2 nei paesi dove non è ancora stata decisa una scadenza “legale”.
Lo so benissimo che in EU esiste il bando alle termiche dal 2035.
Proprio per quello dicevo che reputavo corretto fare vedere l’impatto della sola EU (dove viviamo noi e dove c’è una legge in tal senso) rispetto al totale CO2.
Poi apprendo adesso (mia colpa) che ci sono altre nazioni, oltre a EU e California/NYC…ma non so se c’è un vincolo “legale”.
Una cosa è dire “abbandoneremo i combustibili fossili entro il 2040”, una cosa è mettere in legge il “divieto di vendere veicoli termici entro il 2035”.
Tutto qua.
Saluti.
E’ sicuro che non ci sia un nesso tra le due cose? Come pensa di poter abbandonare il petrolio continuando a produrre auto a benzina?
Il resto del mondo è molto diverso da come lo immagini, vedi la mia risposta a Alessandro D
I 197 paesi dell’Onu hanno firmato un documento che li impegna ad abbandonare gradualmente l’uso del petrolio. Tutti i paesi stanno abbandonando i veicoli termici (capintesta la Cina anche senza aver fissato una data per il ban) e stanno accelerando nella transizione energetica in tutti i settori. Vedasi la direttiva case green. Ma lei ci dirà che le emissioni degli edifici europei sono l’x virgola per cento del totale mondiale, quindi hanno un impatto residuale. Beh, la informo che non c’è settore e non c’è Paese che non abbia più di un impatto marginale. Quindi?
Ma infatti io mica lo contesto.
Io contesto semplicemente che il parlamento europeo abbia imposto una data limite con una legge “impositiva”…suscitando quindi la reazione opposta.
Sono assolutamente certo che se non avessero redatto alcuna legge impositiva lasciando proseguire il mercato secondo la legge della domanda/offerta, il risultato sarebbe stato migliore di quanto lo è attualmente.
Non a caso la Cina ed altri paesi stanno proseguendo molto velocemente verso l’elettrificazione dei trasporti, senza aver “imposto” alcunchè.
Il mio parere è questo. Se si impone qualcosa, a meno di non vivere in una dittatura, si ottiene l’esatto contrario. E questo dovrebbero saperlo nelle alte sfere.
personalmente fatico ad aderire a questa narrativa
il ban è già stato utile per smuovere i nostri costruttori
invocare il libero mercato in questo caso non funziona perchè il mercato europeo non è così libero, manca la libera concorrenza:
soprattutto la filiera petrolifera e anche i nostri brand (azionariato condiviso) frenano sull’elettrico, ritardano il più possibile la vendita di utilitarie e compatte BEV a buon prezzo/quallità (e lasciamo stare il caso italiano dove si rema contro anche su altri aspetti)
per questo l’evoluzione del mercato va ancora più lenta di quanto farebbe naturalmente, e non è facile importare utlitarie BEV Cinese viste le azioni protezionistiche scattate appena è arrivata carica di BEV la prima nave di BYD
già cerano dazi al 10%, ora hanno messo la minaccia di raddoppiarli e in modo vago parlando anche in maniera retroattiva rispetto a quando decideranno
se ricordi, è già successo sulla auto BEV grandi, prima che Tesla introducesse la concorrenza sulel BEV grandi in europa, gli avanzamenti di prezzo e specifiche erano più lenti, senza saremmo più indietro
Anche quando arrivo il treno a vapore c’erano detrattori .Io ho un’ auto elettrica e per percorrere 16500 km avrò speso esagerando per eccesso 900 euro per il costo di energia.Dando buona un’auto media 20 km a litro sono 832 litri X1,9 sono 1580 euro di combustibile.Se vi fanno schifo 748 euro continuate a pagare di più.
Quando arrivò il treno a vapore non ci fu alcuna legge per mettere fuori legge i cavalli.
Semplicemente le persone si accorsero del vantaggio del treno rispetto ai cavalli…e i cavalli restarono una nicchia mentre il treno conquistò il mondo.
Quando le auto elettriche si dimostreranno vantaggiose per il 51% della popolazione, si affermeranno. Senza necessità di dover mettere incentivi e senza necessità di fere leggi per impedire le altre tecnologie.
Secondo me avverrà di certo entro 20/30 anni, ma non credo entro il 2035…ma magari la crescita tecnologica mi smentirà.
Non trova che crisi climatica e inquinamento ci stiano mettendo un po’ di fretta?
Si, in effetti ha ragione.
Ma come ho letto in un commento sopra (che condivido in parte), quando si vuole imporre una cosa per legge, spesso si ottiene l’effetto opposto, soprattutto se in un modo o nell’altro si toccano i “comodi” o le certezze delle persone. Credo sia una sorta di effetto psicologico del tipo “mi imponi X, quindi vuole dire che X non va bene per me, altrimenti non me lo imporresti”.
La mia era una constatazione, non una speranza 🙂
// Credo sia una sorta di effetto psicologico del tipo “mi imponi X, quindi vuole dire che X non va bene per me, altrimenti non me lo imporresti”. //
Interpretazione del tutto egocentrica e scollegata dal resto del mondo.
È così difficile pensare “CI imponi X, quindi vuole dire che X non va bene per TUTTI NOI, altrimenti non CE lo imporresti”? Siamo davvero così ciechi e sordi agli altri e al mondo che ci circonda?
Se sì, faccio il tifo per il meteorite, che ci sbrighiamo alla svelta.
Eugenio, posso anche condividere.
Ciò che non condivido è lo stupirsi che questa sia la mentalità attuale della maggioranza della popolazione.
Se così non fosse e tutti pensassero al bene comune, non avremmo evasione fiscale, nè ingiustizie sociali, nè guerre, nè tutte le altre problematiche derivanti da un ragionamento individualista che, invece, è la sostanza odierna, e direi anche del passato…forse anche di più.
-Interpretazione del tutto egocentrica e scollegata dal resto del mondo.-
Mica tanto Eugenio, e non credere che mi faccia piacere.
La testa dell’essere umano medio è quella, e con quella bisogna avere a che fare.
Benchè nessuno voglia darmi credito, trovare il modo migliore per “comunicare” tutta questa storia è parte fondamentale del problema.
E se deve arrivare a tutti, purtroppo bisogna far la tara con le teste con cui si ha a che fare. (lo dico in senso neutro)
Ripeto l’esempio che ho già fatto diverse volte.
Sei un allenatore di calcio, in squadra hai Pippo, Pluto e Topolino.
Ovvio che ti piacerebbe avere Messi e Cristiano Ronaldo (per dire…) ma se tu in squadra hai Pippo, Pluto e Topolino la partita la devi fare con Pippo, Pluto e Topolino.
Per quanto mi riguarda, per quello che sono le mie conoscenze anche “professioniali”, tutto il nostro discorso preferito è stato impostato ai limiti dell’autosabotaggio.
Signori non so se vi state rendendo conto che è in atto una guerra sui media. C’è un attacco diretto all’auto elettrica senza precedenti, i cui mandanti sono oramai ben chiari. Ma quello di cui non mi capacito è che non c’è alcun supporto di organi ufficiali e(o istituzionali per la corretta informazione e la lotta alla disinformazione.
Al di là della bugiarda faziosità della trasmissione del Sig. Formigli devo dire che non c’è nulla della sua rete che ha attirato il mio interesse, per quanto mi riguarda può anche sparire.
a lavare la testa all’asino si perde tempo e sapone. Se in futuro evitate di pubblicare queste cavolate e date più informazioni sulla rete di ricarica e dove si può risparmiare ci sarà un maggior afflusso di persone (ragionevoli) che si rivolgeranno all’elettrico.
Domenico, quello che chiede lei lo facciamo da quasi 6 anni. Resta da stabilire chi sia l’asino
Io punto su Formigli.
Che dire, l’unica spiegazione possibile è la malafede. Se si parla di difficoltà di gestione per chi non dispone di un posto auto in cui ricaricare, è sicuramente una critica ragionevole, perchè è un aspetto su cui va ancora fatto molto. Ma tutto il resto lascia basiti… soprattutto la scelta degli “esperti” di riferimento. Ho avuto il dispiacere di ascoltare un video di questo frabetti, una cretinata dopo l’altra, roba da fare impallidire un terrapiattista… se questo è un esperto di automobili io sono Adrian Neway.
abbiate pazienza ma io non capisco che ci si scandalizzi senza andare a vedere prima chi paga:
chi siede nei consigli di amministrazione?
chi detiene le quote dei giornali?
chi è azionista in Exor, per fare un esempio?
e quali giornali, radio e media possiede Exor, o Cairo Editore?
tra questi azionisti ci sono fondi di paesi produttori di petrolio? sì, vero?
e secondo voi
se lo stipendio di Formigli fosse pagato dalla Coca Cola,
Formigli potrebbe fare una trasmissione di indagine sugli eventuali effetti nefasti del consumo di Coca Cola?
Che l’Italia sia in posizione imbarazzante nelle classifiche sulla libertà di stampa
non dovrebbe essere una informazione da prendere con quel tono di scandalo da fighetti cui non brucia per davvero il fondoschiena,
come faccio anche io spesso,
perché quella classifica significa qualcosa di MOLTO concreto, e mica solo per l’elettrico.
ma scusate:
se ex presidenti del consiglio diventano consulenti ben pagati di Paesi arabi produttori di petrolio….poi non è che ci dobbiamo aspettare crociate anti-smog e anti-co2 dai medesimi!
e si possono fare caterve di esempi, con un minimo di documentazione.
e quindi, circa Formigli: quis olet?
che pubblicità è passata nel prime time immediatamente precedente alla trasmissione?
e attenzione: non sto asserendo che queste cose siano illegali anche perché non lo so.
dico che queste cose hanno conseguenze e sembra che l’italiano medio non sia (più?) in grado di comprendere le relazioni di causa-effetto.
Viva la logica ..
“follow the money..”
detto usato per cose più serie , ma vale anche per quelle facete ..