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A2A e-Moving, un milanese lancia l’allarme

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tariffe di ricarica
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C’è qualcosa che non va nella rete di ricarica di A2A e-Moving? Il professor Alessandro Abbotto, direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano – Bicocca, è un profondo conoscitore della tecnologia elettrica e più volte è intervenuto sulle nostre pagine, di suo pugno (leggi) o intervistato (leggi). E’ anche un automobilista elettrico,  come ci ha già raccontato in passato. Oggi però attraverso le nostre pagine lancia un appello al gestore della rete milanese A2A.

A2A e-Moving era una pacchia

di Alessandro Abbotto

Abbiamo già avuto modo di lodare in queste pagine l’infrastruttura di ricarica e-Moving, di A2A Energy Solutions, che consente a Milano e in altre città della Lombardia di ricaricare secondo le tre tipologie di prese oggi diffuse, ovvero tipo 2 (Mennekes), CHAdeMO e CCS Combo2, al costo di abbonamento di soli 15,10 euro trimestrali, con ricariche illimitate! Una infrastruttura che rende quasi superfluo addirittura montare nella propria abitazione, ammesso che si possegga un box e che l’infrastruttura condominiale lo renda possibile, una presa di ricarica Wallbox o similare (vedi articolo). Una pacchia per i cittadini milanesi che speriamo sia destinata a durare.

Ma … c’è un ma. Da qualche tempo il numero di colonnine non funzionanti e i tempi di riparazione sono in aumento. Allego la fotografia della situazione di martedì 11 novembre, presa dallo stesso sito e-Moving, che elenca le stazioni non funzionanti (quelle in grigio), ma la situazione è anche peggio di come sembra.

Occupate o guaste: che succede?

Ad esempio, nella stazione che uso solitamente dapprima (ormai da mesi) si è rotta la presa CHAdeMO. Lo si è capito dal fatto che i furgoni commerciali, di marca giapponese, che curiosamente ricaricano alle colonnine A2A CHAdeMO pur essendo il costo (0,40 euro/kWh + IVA) concorrenziale con le sempre libere colonnine EnelX (ad ognuno le sue conclusioni), sono spariti oppure si sono rassegnati a ricaricare più lentamente alla presa Mennekes.

Poi si è rotta anche la CCS Combo2, pur risultando disponibile sullo schermo (ricordo l’ira di un possessore di una Tesla che, dopo essere stato collegato alla presa CCS per 1 ora, mentre io utilizzavo la presa Mennekes, è tornato e, infuriato, si è accorto che l’auto si era ricaricata di … 0 kWh!). Infine, è stato il turno anche della Mennekes (e, a questo punto, sul sito e-Moving la presa è diventata “non disponibile”). 

Stesso discorso mi è capitato in passato per la colonnina di via Santa Valeria (vicino a piazza Sant’Ambrogio e molto utile per chi ha bisogno di recarsi in centro città) e, nei giorni scorsi, per la stazione di via Manin (dove risulta indisponibile la presa CCS). La mappa di A2A e-Moving ne segnala anche altre non funzionanti.

Il servizio clienti? Non sa che dire

a2a e-moving

Ho naturalmente avvisato il servizio clienti almeno due volte (e, come me, sono sicuro che molti altri lo abbiano fatto). In uno di questi casi mi ha risposto una gentilissima addetta che però mi ha informato che effettivamente la stazione risulta non funzionante e che i tempi di riparazione non sono ad oggi noti.

In conclusione, peccato che la qualità di un ottimo servizio, a costi bassissimi, venga poi danneggiata, almeno in parte, da questi disservizi. Negli ultimi giorni, pur con le ultime restrizioni del DPCM di inizio novembre che limita gli spostamenti allo stretto necessario e nelle vicinanze della propria abitazione, ho dovuto girovagare non poco per trovare una colonnina funzionante e/o libera.

Obtorto collo passo ai concorrenti

Io sono possessore solo di un’auto elettrica, per me essenziale per il lavoro (uno di quelli che il DPCM non ha trasformato in remoto), e la possibilità di ricaricare agevolmente è fondamentale. Quindi, mentre mi sto rassegnando, per causa di forza maggiore, ad utilizzare gli abbonamenti di competitors a costi molto più elevati (BeCharge, Enel X Juice Pass, ecc…) ma con una presenza ormai molto più capillare sul territorio e praticamente sempre disponibili (raramente si trovano occupati, dato appunto il costo maggiore), lancio un appello ad A2A Energy Solutions.

Il mio appello: non rendeteci la vita difficile

Per favore, riparate le stazioni non funzionanti in tempi brevi. Installate più stazioni (il numero di quelle presenti è simile a quello di alcuni anni fa, ma nel frattempo il mercato delle auto elettriche ha conosciuto una rivoluzione copernicana). Sostituite le stazioni più vecchie con nuovi modelli a potenza maggiore (anche qui, per tenere il passo con i nuovi modelli che sono usciti di recente o stanno uscendo)! 

La passione e la convinzione verso la mobilità sostenibile, che sicuramente vi contraddistingue dal momento che siete stati tra i primi a pensare una struttura diffusa di ricarica a Milano, passano dalla cura anche di questi particolari.  Altrimenti rendete solo la vita più difficile a tutti coloro, ormai sempre più numerosi, che guidano un’auto elettrica (vera, non ibrida!). In questo modo si finisce per dare ragione a chi ancora reputa, erroneamente, che acquistare un’auto elettrica rappresenti un azzardo, incentivando l’acquisto di un’auto a benzina/diesel o, al più ibrida (con tutto ciò che questo comporta in tema di emissioni climalteranti). Mentre le uniche difficoltà, come in questo caso, non hanno nulla a che fare con la tecnologia elettrica ma solo con la disorganizzazione e le scelte strategiche.

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19 COMMENTI

  1. … le macchine elettriche oggi servono per girare in città, non si può pretendere di fare un viaggio che risulta pionieristico…

    • Pregiudizi Vitaliano. Legga qui quanti nostri lettori si sono fatti stupende vacanze in auto elettrica

  2. I furgoni commerciali di marca giapponese ricaricano con abbonamenti da privati cittadini a 15,10 € a trimestre. Me lo hanno confermato alcuni drivers/possessori da me interrogati. a2a dovrebbe attivare semplici controlli sui consumi non adeguati alla routine dei privati.

  3. Le colonnine A2A non dovrebbero essere solo per i Milanesi. Volevo andare a Milano da Pisa con la mia Zoe ma ho desistito in quanto appariva impossibile da Pisa capire se e come sarei risuscito a caricare, e pagare, a Milano una colonnina della pressoché monopolista A2A.
    A me sembra che questo sia in violazione della direttiva europea “DAFI”
    https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32014L0094&from=IT#d1e967-1-1
    nella parte pezzo in cui dice:
    “Tutti i punti di ricarica accessibili al pubblico prevedono, inoltre, modalità di ricarica ad hoc per gli utilizzatori di veicoli elettrici, senza la necessità di dover concludere contratti con i fornitori di energia elettrica o gli operatori interessati.”

    Mi piacerebbe tanto sapere cosa dice A2A su questo.
    Ma soprattutto mi piacerebbe che questa prescrizione fosse applicata da tutti e che si possa andare in una città lontana riuscendo a capire alla partenza dove poter ricaricare per tornare indietro, senza avere abbonamenti per una città che si va a visitare una volta.

  4. E questo sarebbe un professore dell’Università di Milano?! Alla faccia! Non saprei se definirlo più spilorcio, più miope o qualcosa di peggio che qui non posso scrivere.

    • Concordo (con Alessandro Torinesi).
      Questo sarebbe un ragionamento da professore? E’ di una banalità da seconda elementare, sono molto più intelligenti praticamente tutti i commenti dei lettori, che dicono quello che diciamo da anni: con 5 euro al mese, che qualità puoi avere?

      Aggiungo anche, sull’articolo, che nessun professionista si sogna di pagare la tariffa piena (ne’ furgoncini ne’ altri, capite voi di chi parlo…) e pagando tutti come privati la manna dei 5 euro al mese.

  5. Io lancerei l’appello ad A2A a passare ad una tariffa ricaricabile, con penale sulla permanenza a fine ricarica. Solo così diventa sostenibile e le riparazioni sono incentivate (se non eroghi, non incassi)… l’abbonamento trimestrale ad una cifra ridicola nella città con più EV d’Italia è qualcosa di insostenibile nel lungo periodo

  6. Premetto che io non sono un Milanese e quindi non posso usare le colonnine di A2A, comunque per rilanciare il mercato dell’elettrici sono sufficienti gli incentivi, come attualmente accade.
    Poi la facilità di ricarica è comunque fondamentale, io personalmente posso caricare sia a casa che al lavoro a costi bassi, non ci si può affidare esclusivamente alle colonnine pubbliche con le loro incertezze.
    Probabilmente è anche vero che nelle grandi città non tutti hanno un garage in cui poter mettere una Wall Box e le colonnine sono determinanti.

  7. A2A è da considerare come grasso che cola. Non è assolutamente un modello sostenibile, ma maggie razionale e sano. Quindi non vedo come sia possibile fare tutte queste richieste, addirittura di ampliamento.

  8. dovrebbero aumentare il costo dell’abbonamento per far tornare in utile il servizio e magari inviare un richiamo a chi lascia l’auto collegata a fine carica. meglio spendere un po’ di più e permettere il futuro che lasciare che tutto imploda

    • Perchè per ora c’è un gestore che guadagna a vendere ricariche anche ai 40-50cent di EnelX ?! Secondo me sono tutte in rimessa ….. EnelX è un colosso può reggere ancora , altri non credo….

      • Enel X potrebbe permettersi di fare anche di peggio: tariffare sottocosto, spazzare via la concorrenza e restare l’unico operatore in Italia. Qualche lettore ignaro di cosa sia l’abuso di posizione dominante, e le conseguenze per il consumatore, apprezzerebbe di sicuro le tariffe stracciate, ma si pentirebbe subito dopo quado, una volta eliminati tutti i competitors, Enel X potrebbe alzare i prezzi a suo piacimento. Per fortuna ha deciso di non farlo e noi dobbiamo rendergliene merito.

        • ricodati che enelX è rimasta gratuita nel 2017 , poi enelX ha le tariffe calmierate da Arera, i 40-50cent sono il prezzo giusto, ma credo che anche a 40cent non ci paga nemmeno la manutenzione, altro che recuperare i costi di installazione , se i costi li ha messi lei e non erano tutti fondi europei…

  9. Francamente il ragionamento che qui si fa, sulla A2A come “provider” di ricariche illimitate a 5€ al mese è piuttosto “miope” dal mio punto di vista, legato alle dinamiche del mercato.
    E’ ovvio che A2A con una offerta cosi’ “drogata” ha fatto un piacere ai primi pionieri dell’elettrico per convincerli ad adottare una EV quando sicuramente era una idea “da matti”, ma oggi quel modello economico è sostenibile?
    a sentire dalle lamentele sull’affidabilità delle colonnine, appunto, no. cioe’ il conto economico tra ricavi e costi, con quel tipo di introiti, non si regge. e se è in perdita, la “copertura” delle perdite a chi finisce in capo? alla collettività.
    inoltre una offerta così spiazzante ha reso i competitor impossibilitati a sviluppare una rete “alternativa” capillare visto che non l’avrebbe usata nessuno, perché come si osserva giustamente nel pezzo ” la ricarica è più costosa!”
    Eh.. qui sembra che vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca.. piacerebbe a tutti ovviamente, purtroppo le dinamiche del mercato però sono, nel lungo periodo, impossibili da aggirare..

    • in realtà le modalità per esistere una rete simile, autoalimentata, esistono. il discorso non é così facile come sembra. se si ragiona “all’italiana” ha ragione lei.
      ma in generale le isole autosestenenti esistono e sono sempre più in aumento.

    • Il professor Alessandro Abbotto, autore dell’articolo, ci ha inviato via mail questa breve replica ai commenti dei lettori e al suo in paarticolare, Andrea: “In nessun punto dell’articolo io dichiaro che si debba avere un servizio ampliato alle tariffe attuali. Questo sarà oggetto di una valutazione da parte di A2A sulla base del piano economico. Io sono semplicemente partito dalla fotografia attuale (la tariffa abbonamento è fissata da A2A), dicendo che è molto favorevole per l’utente (mi sono limitato ad un’osservazione oggettiva) e ho auspicato che però il servizio venga erogato in maniera efficiente, con riparazioni veloci, controlli più puntuali, ammodernamento della rete (come peraltro A2A e-Moving sta già facendo in autonomia in alcune zone). Se poi questo vorrà dire aumentarne necessariamente il costo non spetta a me dirlo. Certamente avere un abbonamento molto economico ma poco funzionale non è molto utile per l’utenza. Per non parlare di tutte le aziende che erogano ricariche elettriche gratuitamente per varie ragioni. Il costo della ricarica elettrica dipende da molti fattori e scelte. Nel caso di A2A, dove tra Comune di Milano e Comune di Brescia si arriva al 50% (per non parlare del ruolo importante che riveste A2A in tutto il comparto energetico di una città come Milano), fornire un servizio “a basso costo” alla utenza cittadina per agevolare il trasporto sostenibile non è poi cosi fuori luogo. E comunque il basso costo non giustifica offrire un servizio di fatto poco o non usufruibile. Sono rimasto veramente molto sorpreso di vedere che molti non la pensino cosi”.

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