A Vinitaly il brindisi si fa con il vino della Vigna Agrivoltaica di Comunità. In alto i calici con il nettare dei grappoli maturati sotto i pannelli fotovoltaici nella manifestazione enologica più importante del mondo.
Alla faccia degli spacciatori di fake news che parlano di disastro ambientale e speculazione energetica – termine che va molto di moda in Sardegna – nonostante l’agrivoltaico sia stato adottato da diverse e importanti cantine.

I pannelli fanno bene alla vite e valorizzano il reddito degli agricoltori
Con i dazi di Trump il settore vinicolo italiano può tremare e il vino non esportato può incidere negativamente e pesantemente sulla filiera. La produzione di energia in vigna – ma anche nei frutteti – può sostenere i bilanci dei viticoltori.
Un fenomeno da conoscere anche grazie al modello della “Vigna Agrivoltaica di Comunità”. Un esempio virtuoso di viticoltura sostenibile seminato e coltivato in Puglia.
Appuntamento alla 57esima edizione di Vinitaly dal 6 al 9 aprile a Verona. Più nel dettaglio lunedì 7 aprile, dalle 15,30 alle 17, nel padiglione della Regione Puglia (numero 11) dove si svolgerà un convegno dedicato a questa esperienza.

L’evento sarà moderato da Davide Gangi, presidente di Vinoway Italia. Illustrerà i vantaggi dell’agrivoltaico nel settore vinicolo, evidenziando gli aspetti innovativi e sostenibili del connubio tra agricoltura ed energia rinnovabile.
La vigna in agrivoltaico si estende su 12 ettari, l’impianto fotovoltaico ha una potenza di quasi 1 MW
Il primo impianto viti-voltaico della Puglia e tra i primi in Europa si estende per 12 ettari nelle Matine, un’ampia pianura del territorio murgiano che comprende i comuni di Altamura, Santeramo in Colle, Laterza e Matera.

«I nostri vigneti – spiega l’imprenditore agricolo e co-founder del progetto Donato Giorgio – sono in parte coperti da un impianto fotovoltaico con una potenza di quasi 1 megawatt».
Si articola «con pergole fotovoltaiche composte da pali che sorreggono stringhe di pannelli solari che, non solo garantiscono ombreggiatura e un microclima più favorevole, riducendo il consumo di acqua, ma proteggono anche le piante da grandine o piogge intense, aumentando così la qualità e la resa del raccolto».
La vigna è frutto di oltre 15 anni di ricerca, sperimentazione e prove sul campo, condotte con l’Università di Bari e Verona e il CRSFA.
Il progetto, ideato da Nicola Mele ed Emilio Roggiero, punta a una produzione tra le 5mila e le 20mila bottiglie nel 2025.

«Il processo di microvinificazione – conclude Giorgio – avviato su tre varietà di vitigni, ha già dato risultati positivi, in particolare con la Falanghina, il Traminer e, soprattutto, con il Primitivo di Gioia del Colle, simbolo della tradizione vitivinicola pugliese. Nei prossimi anni, puntiamo a estendere la sperimentazione ad altre varietà di vitigni autoctoni, per valorizzare ulteriormente il patrimonio enologico del territorio pugliese».
Avanti tutta con la viticoltura sotto i panelli come conferma anche il caso di un grande operatore come Caviro o di un vigneto che si definisce elettrico in Piemonte.
Non si capisce, invece, l’opposizione in Veneto nelle terre del Prosecco o in Sardegna dove si coltiva il catastrofismo terroristico. Nonostante gli agricoltori siano favorevoli. E ora c’è il secondo bando Pnrr.

Il programma e i protagonisti del convegno del 7 aprile
All’incontro interverranno tecnici esperti e rappresentanti istituzionali della Regione Puglia.
Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia: “L’agrivoltaico avanzato e sostenibile in Puglia”
Emilio Roggero, amministratore unico di Vigna Agrivoltaica di Comunità: “Un nuovo metodo per vini pregiati e massimamente sostenibili”
Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia: “Agrivoltaico: uno strumento di sostegno al reddito degli agricoltori”
Franco Dell’Acqua, direttore di Coldiretti Taranto: “L’energia per la terra e per il vino”
Giuseppe Ferrara, docente dell’Università degli Studi di Bari: “La ricerca agrivoltaica in Puglia: innovazione e sostenibilità”
Pasquale Venerito, ricercatore del CRSFA – Centro di Ricerca e Sperimentazione e Formazione in Agricoltura “Basile Caramia”, Locorotondo (BA): “Vitigni tipici pugliesi in agrivoltaico”
Antonio Scatigna, enologo: “La sfida enologica dell’agrivoltaico: risultati e prospettive”
L’evento si concluderà con una degustazione dei vini biologici della Vigna Agrivoltaica di Comunità.
Certo che potevano fare ancora meglio utilizzando un trattore elettrico.
Il traffico e il caos non lo elimini comunque….in colonna con il termico e in colonna con elettrico ad aspettare delle mezz’ore
Per la decarbonizzazione, lo dice come se bastasse una parola e puff….tutto fatto….
Il rumore e le emissioni nocive con le auto e i bus elettrici gli elimini. Sulla congestione sii organizzano come in tutto il mondo parcheggi scambiatori e mezzi pubblici efficienti. Chiudiamo Vinitaly o la Bit di Milano? Siamo seri
Ci sono già i parcheggi scambiatori con bus gratuiti, ma……unica soluzione è evitare le zone interessate
Non vogliono parlare di quello che non conosco, una soluzione si trova se si vuole. Ma non possiamo chiudere le fiere, gestire il flusso di visitatori penso sia possibile.
Dovreste vedere il caos e l’inquinamento che genera il Vinitaly a partire da almeno 3 giorni prima e fino ad un paio di giorni dopo comprese le varie manifestazioni di degustazioni in centro al Palazzo della Gran Guardia……
Una cosa inaudita parlare poi di bio e di green, solo soldi che girano sono veramente importanti indotto compreso.
Per i comuni cittadini solo inquinamento e traffico in tilt per ogni fiera…..
Aumenta il traffico? Basta decarbonizzare il trasporto a Verona. Vedrà che nonostante il forte afflusso non sentirà puzza, rumore e non ci saranno emissioni. Il problema non sono le fiere o gli eventi – dai concerti alle partite – ma la gestione della mobilità.