L’amministrazione comunale di Venezia spende 1,5 milioni per 19 stazioni e 68 colonnine di ricarica con l’obiettivo di convertire in elettrico la flotta municipale di auto. La città ha puntato anche sui bus elettrici. Bene. Ma non si leggono e non si vedono investimenti sulle barche elettriche, oltre alcuni investimenti sull’ibrido che presenta carenze dal punto di vista ambientale.
Via al progetto per 68 nuove colonnine
La Giunta comunale nei giorni scorsi ha approvato, su proposta dell’assessore alla mobilità Renato Boraso, il progetto definitivo per l’individuazione di 19 nuovi siti dove verranno installate 68 postazioni di ricarica per auto elettriche a servizio di veicoli comunali. Insomma si punta a soddisfare il fabbisogno della flotta pubblica.
“Il progetto – spiega Boraso – per un valore di 1,5 milioni di euro, nasce dalla necessità di dotare le diverse sedi della polizia locale e alcuni siti di particolare interesse per il servizio viabilità del Comune di Venezia di punti di ricarica elettrica, nell’ottica di sostituire parzialmente il parco auto attuale con veicoli elettrici o ibridi a minor impatto ambientale. Infatti, la diffusione sempre più marcata delle auto elettriche e plug-in offre prospettive incoraggianti per una maggiore sostenibilità ambientale nel mondo dei trasporti“.
Lodevoli del parole dell’assessore: “Investire nelle colonnine di ricarica elettrica oggi rappresenta un modo intelligente per contribuire ad una significativa rivoluzione energetica, dove una maggiore consapevolezza dei consumi ed un impegno comune contro il cambiamento climatico renderanno possibile il sempre maggiore ricorso alle fonti rinnovabili“.
Una vera ode ambientale: “Dimostriamo così di continuare ad investire, con i fatti, su una seria mobilità green così come abbiamo già fatto con l’acquisto di bus elettrici, e presto ad idrogeno, o come abbiamo fatto nelle isole di Lido e Pellestrina investendo su un trasporto pubblico completamente elettrico. Tutti interventi che concorrono a dimostrare di avere le carte in regola per meritare il titolo di capitale mondiale della sostenibilità “.
E le barche?
Ma per diventare capitale mondiale sostenibilità servirebbe vedere qualche barca elettrica navigare in Laguna. A Terra si può promuovere la politica veneziana, in acqua ci sono perplessità . C’è una gran quantità di imbarcazioni ma manca una rete di alimentazione e questo elemento frena lo sviluppo della mobilità a zero emissioni.
Sul livello del trasporto pubblico recentemente è stata affidata al cantiere navale Vittoria di Adria di Rovigo la costruzione di due motobattelli foranei ibridi diesel-elettrico da impegnare in laguna nord sulle linee 12, 14 e 15 che collegano Venezia con Murano, Mazzorbo, Burano-Torcello e il litorale di Cavallino-Treporti. Il budget è di 6,6 milioni.
VIDEO: A Venezia su Candela Boat
Ma non è finita qui perchè altri 7 motobattelli foranei con motore termico entreranno in esercizio tra 2023 e 2024, qui l’investimento è di oltre 13,5 milioni di euro. Insomma non si vede una svolta verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo sia privato sia pubblico.
Probabilmente chi vota Brugnaro vuole asfissiare i turisti, perché i turisti asfissiano i veneziani.
Una sorta di occhio per occhio, dente per dente. Gioco sempre perdente.
ma i gondolieri non vanno a grappa?