In Sardegna, purtroppo, il dibattito sulle rinnovabili è diventato uno scontro violento, dominato dall’intolleranza. Tre attentanti, troppi post sui social che inneggiano alla violenza e una valanga di fake news che inquinano il dibattito. Abbiamo voluto dare spazio alle ragioni dei favorevoli alle rinnovabili e alla decarbonizzazione, il presidente di Legambiente Sardegna Marta Battaglia. E a chi parla di speculazione energetica.: Antonio Muscas rappresentante del coordinamento dei comitati che si oppongono a quello che definiscono eolico selvaggio.
Quattro domande (uguali) per i due interlocutori sulle rinnovabili in Sardegna
Le interviste video sono separate ma le domande sono uguali per la rappresentante del perché sì e per quello del perché no. Si è cercato a far emergere le differenze e le visioni alternative tra i due protagonisti.
Le domande
1) Dopo il Decreto Draghi e l’aumento esponenziale di progetti sulle rinnovabili in Sardegna si parla di assalto eolico e di speculazione. Ritiene che queste espressioni descrivano correttamente il fenomeno?
2) Una gran parte dell’energia in Sardegna è prodotta dalle fonti fossili, come è possibile sostituirla? Quali sono le soluzioni?
3) Fino a che punto ritiene che le comunità energetiche e il fotovoltaico sui tetti possano rappresentare una soluzione alla domanda energetica?
4) Si stanno raccogliendo le firme per la legge Pratobello che punta a dare maggiori poteri alle comunità locali sulle scelte energetiche. Pensa sia fattibile in un contesto di interdipendenza nazionale e continentale?
Posizioni diverse tra perché sì e perché no all’intensità delle rinnovabili
Entrambi i partecipanti hanno espresso in modo pacato le loro ragioni, ma esistono forti differenze. C’è una posizione comune sulle troppe richieste per eolico e fotovoltaico, ma se la presidente di Legambiente è cosciente che non tutte saranno approvate, Muscas resta più scettico.
Il punto chiave è l‘accettazione o meno di impianti industriali sulle rinnovabili che secondo i comitati devono essere frenati perché non sono legati al soddisfacimento del fabbisogno locale. Ma bastano le produzioni di comunità energetiche e pannelli sui tetti?
Un dato interessante è quello legato all’idrogeno. La presidente di Legambiente Sardegna ricorda e sottolinea che il vero idrogeno, quello green, si fa solo con le rinnovabili. Quindi ben venga l’idrogeno ma coscienti che serve un contributo tre volte più alto di rinnovabili per produrlo.
Abbiamo segnalato alcuni punti sul tema rinnovabili, ma abbiamo voluto evitare di proporvi un riassunto. Vi invitiamo alla visione di entrambi i video.
Il video/ Perché sì
Ho guardato con interesse solo il video del “NO” (le ragioni del “SI” mi sembrano ovvie).
Beh… Forse mi sono perso qualcosa…
Ma il Sig. Muscas non mi sembra proprio contrario a priori… Anzi!
La Sardegna è un Paradiso e da ora in avanti può solo che migliorare… E deve migliorare!
Pienamente d’accordo che si debba coinvolgere le comunità locali: chi di noi accetterebbe passivamente delle decisioni imposte da figure “extra…territoriali”? In qualunque ambito…
Quindi, se business deve essere, che le comunità locali se ne avvantaggino è d’obbligo!
Quindi coraggio Sig. Muscas! Con pacatezza fate valere le vostre ragioni, e migliorete sicuramente la vostra splendida Regione! 💪(Perdonami… Ma tre centrali a carbone e scarti di petrolio proprio non riesco a capirle… Almeno al giorno d’oggi…)
C’è un problema dimensionale. Non da poco. Sappiamo che non bastano fotovoltaico sui tetti e comunità energetiche. Serve una produzione industriale e qui non è semplice trovare la quadra.
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in sintesi:
POTENZA NOMINALE (POTENZA DI PICCO) delle rinnovabili
VA DIVISA x5 per ottenere potenza MEDIA EFFETTIVA pari alle centrali,
per questo oggi servirebbero 6 GW di rinnovabilli in Sardegna
un domani, elettrificando servizi, trasporti, barche anche 12GW,
e anche più contando dissalatori per fare acqua dolce e idrolizzatori per idrogeno
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in dettaglio
=== dove e cosa bruciano ora in Sardegna ===
In Sardegna hanno in funzione 3 centrali,
le due grandi ciascuna con circa 170 lavoratori su più turni
– EP “Fiumesanto” presso Porto Torres (al nord, Golfo Asinara)
– ENEL “Grazia Deledda” preso Portovesme (al centro-ovest, area Sulcis/Carbonia)
– SARAS SARLUX presso la raffineria a Cagliari (al Sud)
con combustibili
30% – CARBONE ( centrali EP e ENEL )
30% – GASOLIO ( centrale ENEL )
5 % — PETROLIO ( raffineria SARAS)
5 % — BIOMASSE ( centrale ENEL )
il resto della produzione lo fanno le rinnovabili già installate
=== Report Terna anno 2022 (vs anno 2007) ===
potenza media: 1.53 GW
energia annua: fossile+rinnovabili 13.400 GWh
di cui 780 consumata per il funzionamento degli impianti fossili
-> 12.620 GWh immessi nella rete elettrica
nel 2007 non sarebbero bastati all’Isola, c’erano più aziende;
nel 2022 sono stati abbondanti, con 3.510 GWh esportati (Italia e Corsica),
e 9.110 usati sull’isola (compreso 10% perdite di trasmissione)
=== conversione in rinnovabili ===
potenza NOMINALE (POTENZA DI PICCO) delle rinnovabili
VA DIVISA PER 5 per ottenere la potenza MEDIA EFFETTIVA
1,5 GW di potenza media per alimentare l’isola,
se 0,3 GW sull’isola si fanno con idroelettrico e biomasse,
mancano 1,2 GW da fare con sole e vento
corrispondono a 6 GW nominali di rinnovabili installate,
indicati anche come 6 GWp (picco = potenza di picco)
=== conversione in superficie “affittata” alle rinnovabili ===
6 GWp si ottengono con 6.000 ettari messi a pannelli, ad esempio:
> 3.000 ettari di fotovoltaico a terra (es. agrivoltaico)
> 2.500 ettari di tetti degli edifici
> 500 ettari di parcheggi
e con i progressi anno su anno di resa energetica dei pannelli, i 3000 ettari diventeranno 2.500 ettari
sono tanti 3.000-2.500 ettari di agrivoltaico? dipende, Sardegna è 240.000 ettari,
e fotovoltaico porta redditività-guadagno ai proprietari dei terreni (minimo 4.000 euri a ettaro anno, con affitto dei diritti di superfice, o almeno 15.000 euri ettaro anno se società partecipata) e un po’ di ombra parziale e umidità ai terreni (es. pascoli ora bruciati dal sole)
aggiungiamo l’eolico? magari off-shore a 40 km dalle coste? allora gli spazi richiesti su terra diventano ancora meno
=== consumi futuri ===
se la corrente costerà poco, verrà naturale usarla:
– desalinizzatori per fare acqua dolce (come in Spagna)
– elettrificazione auto e parte della nautica (riducendo raffineria e petroliere)
– elettrificazione fornelli e riscaldamenti (evitando metanodotti e rigassificatori)
– riapertura attività industriali, artigianali, tecnologiche (sviluppo economico)
– produzione idrogeno verde, ammonica, metanolo, metano da idrogeno
si arriva a potenza elettrica sino a 3,5 GW “MEDI”, di cui:
– 0,3 GW idrolettrico e biomasse
– 3,2 GW potenza media fatta con sole e vento,
ovvero 16 GWpicco POTENZA “NOMINALE” INSTALLATA
=== Italia 80 GW medi – 343 GW nominali ===
a transizione energetica terminata (decideremo noi se metterci 15 anni, come sta accadendo in Spagna, oppure 25 anni), come nazione arriveremo a una potenza elettrica effettiva MEDIA cresciuta a circa 80 GW, di cui circa:
>> 13 GW idroelettrici, biometano, geotermia, biomasse
>> 67 GW potenza media da sole e vento, cioè (contando il fattore x5)
circa 330 GW di potenza NOMINALE solo di fotov. e eolico (soprattutto off-shore)
=== invasione? ===
330 GW / 20 Regioni = 16,5 GW a Regione; i numeri scritti sopra per la Sardegna sono previsioni NORMALI per i prossimi anni futuri
e dei progetti in coda sul sito Terna, quelli al primo step dell’iter, realisticamente nei prossimi anni una piccola quota passerà le valutazioni e verrà costruito
=== fenomeno auto-limitante
se aumentano le installazioni di rinnovabili, scenderà il prezzo di vendita dell’energia, e fare nuovi impianti non sarà più ne richiesto ne abbastanza redditizio, le installazioni sono già di suo un processo AUTO-LIMITANTE, ma ben venga selezionare i progetti migliori
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sono dati che avevo già “spammato” un mesetto fa; in questi giorni è uscito un articolo su Repubblica che concorda a stinare un fabbisogno futuro per l’isola di 15-20 GW di rinnovabili e spiega vari aspetti interessanti non banali:
https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/09/06/news/sardegna_energie_rinnovabili_eolico-423480619/
Super efficiente R S,
Ma ti occupi di questo anche per lavoro?
non proprio, vengo dal settore ricerca e il tema mi appassiona, diciamo che siamo in mezzo a una rivoluzione energetica-industriale, evento da gustarsi
Le aziende non costruiscono un parco eolico o solare se non hanno un ritorno economico, ma ci sono investimenti molto più redditizi e meno impegnativi dell’eolico. Quindi questa è speculazione? Ovviamente sì, ma non è un fattore necessariamente negativo. Chi non ha a cuore la sostenibilità ambientale investe nel petrolio o altro.
Ciò che deturpa il paesaggio naturale, consuma suolo e limita gli habitat, non sono solo gli aerogeneretori o i parchi FV, ma ogni singolo edificio e costruzione umana. Quindi Cagliari è da radere al suolo?
Fabbisogno di energia, produzione da rinnovabili, esubero di produzione…
Se qualcuno ha dati certi ci faccia sapere, io su esubero di produzione ho dubbi.
E comunque c’è la questione nazionale.
nel 2022, che è l’anno che citano di solito, hanno avuto un po’ di esubero di elettricità (che esportano anche alla Corsica) però contando le centrali a carbone e sono anni in cui l’economia si è ristretta all’osso chiudendo le aziende
ho scritto sopra un post più lungo con i dati
Sarebbe bello che Toscana Lazio e Campania
cominciassero a pianificare il geotermico in comune
sul medio lungo periodo sarà la rinnovabile necessaria da affiancare a eolico e fotovoltaico
per arrivare a ZERO fossili
forse con una pianificazione seria e PUBBLICA
regioni come la Sardegna capirebbero di far parte di una squadra che COLLABORA
per il bene comune
i piccoli impianti rinnovabili privati , imho sono destinati a impianti a isola che preleveranno solo occasionalmente della rete
oggi sono diventati con l’immissione in rete polverizzata , più un problema di gestione che una risorsa
le città e l’industria artigianale ha bisogno di impianti grandi e bilanciati dalla rete Nazionale e Europea per funzionare
my 2 cent di progresso a medio periodo
Business!
Uno è sporco, sporchissimo ormai da 100 anni.
L’altro lo è infinitamente meno.
Ho ascoltato entrambe le interviste e quello che vedo non è un NO. Quello che però differenzia il comitato NO è che vorrebbero limitare gli impianti al solo fabbisogno dell’isola e soprattutto per gli impianti a terra vorrebbero riutilizzare le aree antropizzate non più usate senza occupare nuove aree vergini. Sul punto di riutilizzo ci sta ma significherebbe espropriare i proprietari che non vendono e non bonificano. Sull’ultimo punto gli impianti fotovoltaici possono essere messi tranquillamente in zone industriali o miniere dismesse. Più difficile per l’eolico che richiede punti con vento favorevole. Però come dice la rappresentante di lega ambiente una pala eolica produce molta più energia per superficie occupata rispetto al fotovoltaico. Ecco in questo caso se ci fossero zone con strade rurali dove però ci sono le condizioni di vento allora non troverei problemi a mettere queste pale lungo queste strade. Sarebbero raggiungibili , lontano dai centri abitati e soprattutto occuperebbe piccole aree che comune non richiederebbero creazioni di nuove strade. Il problema più grosso sono gli accumuli e questi per esempio in capannoni dismessi sarebbero perfetti specie se abitanti ad impianti fotovoltaici o eolico sul terreno industriale.
se venite a Marghera troverete ruderi di capannoni dismessi con intere aree del petrolchimico fatiscenti dalle quali siamo sicuri che non esce nulla di contaminante?
Passi per l’Ilva peggio che peggio, vai nelle periferie di Torino c’è la fiera del rudere industriale , a Casale Monferrato hanno bonificato tra il 2000 ed il 2006 l’immenso deposito di eternit solo dopo che il comune se ne è fatto carico dell’intera spesa, andate a fare il bagno a Rosignano solvay dove c’è la fiera del mercurio e la lista sarebbe lunga ma ci perdiamo sull’impatto estetico del paesaggio quando si possono sostituire aree fatiscenti ed ad alto impatto ambientale e paesaggistico con strutture NON inquinanti perché dall’energia che ne esce da un pannello solare o da una pala eolica nessuno si ammala per carcinoma polmonare o altro…. io metto a disposizione i miei 400 m2 di tetto per fotovoltaico
Eraldo questo tuo ragionamento è logicamente inconfutabile ,in apparenza non può esistere qualcuno normalmente dotato che possa non condividere quello che dici ,ma non è così, menti al disopra di qualsiasi logica pensano soluzioni che noi poveri incapaci non potremmo mai nemmeno immaginare, le nostre sono soluzioni sempre mirate ,facili e in genere poco costose ,ma siamo alle solite facile , intelligente ma soprattutto poco costose non è buona cosa anzi è pessima , dobbiamo farcene una ragione e se vale per tutto un motivo ci sarà.
Sono stato due settimane fa ad Alghero ed ho notato diversi volantini attaccati ai pali stradali.
Le ragioni del no: perché ci sono dietro interessi.
Perché deturpano il paesaggio.
Se posso permettermi, senza livore, : nella nostra società,ovunque ci sia da fare un investimento, ci sono dietro degli interessi.
Sia che ci sia da scavare in una miniera di carbone, trivellare un pozzo di petrolio o installare un campo fotovoltaico o eolico.
Bisogna decidere quale scelta fare, nell’interesse della salute di tutti e dell’ecosistema.
Deturpare il paesaggio: le pale eoliche off-shore non sono visibili da terra, ma da Capo Caccia, nelle giornate limpide , con il binocolo, si potrebbero vedere.
A chi legge farsi una opinione. Grazie.