Nina per condividere un’auto, tassativamente elettrica, con altre famiglie del quartiere. Ma c’è anche Greta, il nome del progetto dedicato a decongestionare il centro storico con le consegne dell’ultimo miglio esclusivamente in cargo bike. Siamo a Reggio Emilia dove con questi due progetti al femminile l’amministrazione vuole abbattere le emissioni, ma anche ridurre la presenza di auto private e mezzi di lavoro nel cuore della città. Ne abbiamo parlato con l’assessore comunale Carlotta Bonvicini.
Nina è l’auto condivisa con altre famiglie del quartiere per fare a meno della seconda o terza auto
«Il car sharing commerciale non era molto appetibile a Reggio e siamo partiti noi, esattamente l’anno scorso con questo progetto sperimentale. Abbiamo messo a disposizione tre auto elettriche in tre quartieri cittadini. Hanno aderito sui 10/15 nuclei familiari per quartiere e sono soddisfatti della scelta». C’è il Comune e una società si occupa di riparare e pulire l’auto. I cittadini hanno ampia autonomia: «Sulle tariffe hanno deciso loro, ad esempio se far pagare più l’uso sporadico e avere un fisso mensile minore. In media spendono dai 20 ai 50 euro. La sperimentazione sta andando bene e aggiungeremo altre auto. La nostra è una risposta locale, ma ci possono essere delle interessanti prospettive di crescita».

Il modello di Reggio Emilia rappresenta un’interessante soluzione per molte famiglie che oggi possiedono una seconda o addirittura una terza auto. Si tratta spesso di veicoli utilizzati saltuariamente, necessari solo per esigenze specifiche come raggiungere luoghi di lavoro non serviti bene dal trasporto pubblico, oppure per chi lavora in modalità ibrida e deve recarsi in ufficio solo alcuni giorni alla settimana.

In questi casi, l’auto è indispensabile, ma percorre solo poche migliaia di chilometri all’anno. Un servizio di car sharing efficiente e ben integrato nel territorio può offrire un’alternativa concreta: mantenere la flessibilità e l’autonomia di spostamento, ma senza gli oneri economici e ambientali legati al possesso di un veicolo poco utilizzato.
Ecco alcuni dei benefici indicati nella pagina comunale dedicata al servizio. Prima di tutto, c’è un ritorno economico immediato: chi utilizza poco la propria auto può risparmiare sulle spese di acquisto, manutenzione, assicurazione e carburante. A questo si aggiunge la possibilità di liberarsi del costo (e dello stress) legato alla ricerca di un garage o di un parcheggio a pagamento.
Anche dal punto di vista della sicurezza, il car sharing offre vantaggi: niente più auto lasciate per giorni in strada, esposte agli agenti atmosferici o al rischio di danni accidentali o atti vandalici. Per saperne di più basta cliccare sulla pagina comunale dedicata a Nina.
In centro merci e pacchi devono viaggiare con le cargo bike
L’assessore Bonvicini illustra a Vaielettrico anche Greta, il progetto nato per decongestionare il traffico nel cuore della città. «L’idea nasce già dentro il Pums, il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, dove abbiamo individuato un’area strategica — nel mercato ortofrutticolo, a ridosso dei viali di circonvallazione — per l’hub merci».

«C’è l’accordo con un operatore, Delivery Plus, mentre con un altro siamo in trattativa ma puntiamo anche ai corrieri come Bartolini, DHL, Amazon e altri che possono fare base qui. Noi offriamo gratuitamente i container e ognuno ha la sua gestione. Una flessibilità, sottolinea l’assessore, che lascia liberi gli operatori di scegliere se affidarsi a un servizio condiviso oppure organizzarsi in autonomia». Dagli studi il primo modello è quello preferito.
«Sappiamo che oggi, nonostante le fasce orarie, si consegna anche al di fuori: vogliamo evitare la congestione, offrendo però un’alternativa concreta grazie all’hub», puntualizza Bonvicini che annuncia maggiori controlli sull’accesso e il traffico in centro storico.
Frutta e verdura direttamente dal mercato
Il mercato ortofrutticolo all’ingrosso vede gli operatori scaricare la merce in arrivo da ogni parte d’Italia e poi la vendita a dettaglianti, ambulanti ma anche operatori della ristorazione. Oggi anche grazie al progetto Greta la frutta e la verdura potrebbe partire dal centro agroalimentare per servire direttamente i clienti del centro storico. «I grossisti si sono mostrati interessati a volere organizzare e sperimentare il servizio di consegna». Un altro tassello per governare la logistica di ultimo miglio in crescita da qualche anno ed esplosa durante il Covid. Per saperne di più del progetto Greta clicca qui.
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