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A proposito di nucleare italiano…

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piano clima

A proposito di nucleare italiano. Sul tema fa chiarezza un grande esperto come l’ingegnere (nucleare) Dino Marcozzi, a lungo alto dirigente Enel, molto vicino all’ex ad Francesco Starace. L’intervento è tratto dal profilo LinkedIn di Marcozzi

di Dino Marcozzi

A proposito di Nucleare Italiano. Si fa un gran parlare di una ripresa del nucleare in Italia, a volte con accenni sul presunto “primato” che avevamo negli anni ’60. Eravamo la prima potenza d’Europa!” è la frase che fa più tenerezza. Penso sia ora di chiarire che il nostro “primato” a quell’epoca era dovuto a tre centrali nucleari costruite utilizzando licenze e/o componenti provenienti da Stati Uniti e Inghilterra.

A proposito di nucleare italiano: noi restammo al traino degli americani…

Quando esattamente settant’anni fa Eisenhower liberò la tecnologia americana dai vincoli militari con il suo famoso speech “Atoms for Peace”, tanti Paesi approfittarono dell’opportunità per creare la propria tecnologia proprietaria. Emblematico il caso della Francia, che trasferì battaglioni di ingegneri e in poco tempo creò il suo sistema. Scelsero una tecnologia modello (reattori ad acqua pressurizzata, anche per poter dotarsi di sottomarini nucleari). Produssero impianti per fabbricare e riprocessare il combustibile, sistemi di stoccaggio. E così fecero altre nazioni. E l’Italia? Noi restammo al traino delle due tecnologie americane (General Electric, Westinghouse). Anche se tentando una via velleitaria negli anni 70-80, quando costruimmo un prototipo di tecnologia ibrida ispirata ai CANDU canadesi (CIRENE), rapidamente travolto dall’effetto Chernobyl dopo l’86. E fu meglio così, visti i problemi di progetto che aveva il reattore.

A proposito di nucleare italiano
La centrale di Borgo Sabotino, Latina, costruita su licenza inglese.

E anche quando lanciammo il piano nazionale negli anni 80…

Tentammo anche di realizzare un prototipo di reattore veloce (il PEC), per testare elementi di combustibile o altre tecnologie, oggi il sito è un set per film distopici. Ma non realizzammo nulla per fabbricare e riprocessare il combustibile, stoccare rifiuti. Anche lì a rimorchio di Francesi e Inglesi. Ad esempio per la centrale di Latina (Magnox gas-grafite a uranio naturale, costruita su licenza UK, sostanzialmente un reattore plutonigeno) gli inglesi ne riprocessavano il combustibile trattenendo il plutonio. E anche quando lanciammo il Piano Nazionale negli anni 80 (PUN), dividemmo equamente il programma nelle due tecnologie BWR G.E. e PWR W, alternandole (Montalto di Castro, Trino, Viadana etc…) I decisori certamente avevano ottimi motivi per questa suddivisione della torta. Del resto, anche la tecnologia convenzionale è sempre stata a rimorchio delle licenze (soprattutto USA).

A proposito di nucleare italiano
La centrale di Montalto di Castro, nell’alto Lazio,  in un’immagine  di alcuni anni fa pubblicata da “La Nuova Ecologia”.

A proposito di nucleare italiano: il caso limite di Montalto di Castro

Non so quanti sappiano che non esiste una caldaia o una turbina di progetto 100% italiano. Per le caldaie dominavano Combustion Engineering e Babcock&Wilcox (oggi giapponesi) che davano licenze ad Ansaldo e Franco Tosi. Il colmo di questo fenomeno si ebbe nella cosiddetta “riconversione di Montalto di Castro” quando costruimmo nello stesso sito due impianti con caldaie Tosi e due Ansaldo accoppiate a quattro turbogas GE Pignone e quattro Fiat-W. Con il meraviglioso effetto di avere due diverse centrali e due diversi magazzini: una bella economia. Ecco perché, da ingegnere nucleare, ritengo velleitario riproporre la creazione di un sistema che non abbiamo mai realizzato. Resteremmo comunque dei follower su tutta la catena del valore.

  • La missione impossibile del ritorno al nucleare: intervista al prof. Nicola Armaroli, ARTICOLO + VIDEO

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43 COMMENTI

  1. Vedo con piacere che finalmente si è imboccata la via del riportare opinioni di esperti associati al relativo campo di esperienza che, su quest’ultimo, possano vantare almeno una voce a CV: va benissimo anche se l’esperto in questione (Marcozzi) ha cambiato sponda da fine anni 80 ed è stato o è tuttora membro di comitati pro rinnovabili e pro mobilità elettrica, è comunque un contributo degno di considerazione in quanto competente, non è un chimico o un geologo che parla di nucleare, è un ingegnere nucleare che parla di nucleare, quindi ottima cosa.
    Noto, ricordando le risposte di qualche altro frequentatore di questo blog, che stavolta l’ingegnere nucleare ha ricevuto molta più considerazione di altri ingegneri nucleari e mi viene il sospetto che la differenza di trattamento dipenda da cosa ci si vuol sentir raccontare, ma vabbè, sorvoliamo pure.
    Personalmente credo che l’argomentazione addotta per il suo no al nucleare italiano lasci il tempo che trovi: il “… ritengo velleitario riproporre la creazione di un sistema che non abbiamo mai realizzato” non so quanto peso debba avere nel valutare il sì o un no nella politica energetica di uno Stato, ammesso sia ancora valutabile. Qual è il problema in Italia, generare TECNOLOGIA sul nucleare da usare e/o rivendere oppure dobbiamo generare ENERGIA? Nell’ipotesi che il problema sia il secondo, a me interessa una valutazione sulla fattibilità attuale del nucleare, tecnica e conti alla mano e a prescindere dalla nazionalità della tecnologia adottata, vorrei quindi sentire da Marcozzi qualcosa di più succoso dell’elenco dei fornitori di tecnologia per il nucleare italiano negli anni 60-80. Fra l’altro, seguendo quel ragionamento, la cosa dovrebbe valere anche per le attuali tecnologie relative all’elettrificazione automotive e al fotovoltaico, in entrambi i casi ci troviamo ad usare tecnologie non italiane quindi non capisco questo doppiopesismo, SI a tecnologie straniere sulle batterie ed auto ma NO a tecnologie straniere sul nucleare? Ma perchè?
    Noto infine che il centro di ricerca del Brasimone, quello in cui il ridicolo referendum dell’87 bloccò la costruzione del PEC (il progetto di ricerca sui reattori veloci) è stato definito sprezzantemente “set per film distopici”, cosa che da sola basterebbe a qualificare l’intero intervento postato da Marcozzi, ma soprassediamo. Ecco, giusto, il PEC: proprio all’ENEA del Brasimone, laghetto poco lontano da Bologna da cui si va e si torna serenamente con una sola ricarica) si possono trovare fisici ed ingegneri che hanno portato avanti l’attività di studio e sperimentazione (le ricerche sul nucleare avanzato si basano su fondi internazionali e sono continuate, pur con una spinta ridotta), quindi perchè la “redazione” non prova a chiedere ANCHE un loro parere? Trattandosi di “… uno dei maggiori centri di ricerca a livello nazionale e internazionale dedicato allo studio e allo sviluppo delle tecnologie nei settori della fissione di quarta generazione e fusione nucleare a confinamento magnetico” saranno sicuramente aggiornati sullo stato dell’arte delle tecnologie, magari pure più aggiornati di Marcozzi che, da quel che leggo su Linkedin, era passato a dirigere centrali a fossili dal 1991 e lascia il sospetto di non esser più sul pezzo da un pò. Che ne dite?
    PS, sempre per aver gente cui chiedere opinioni sul nucleare a Bologna, non sono sicuro ma magari sarà rimasto qualcuno anche al lab UNIBO di Montecuccolino: storia interessante, peraltro, quella della nascita di quel laboratorio.

    • Grazie della posizione ‘non allineata’. Ci sono anche io tra i bloggisti che ha avuto qualche dubbio sull’articolo iniziale, soprattutto per la negatività verso il passato nucleare italiano, non meritata: dopotutto abbiamo avuto un Nobel per la fisica (Fermi) e mi sembra che la prima centrale nucleare europea è stata quella di Latina.
      Essere all’avanguardia anche utilizzando tecnologie straniere non è negativo. Altrimenti nessuno potrebbe telefonare in Italia……
      E nonostante tutte le negatività espresse nei post, l’Italia sforna centinaia di ingegneri nucleari ogni anno e ha quattro minicentrali nucleari per studio in funzione.
      Chi esclude a priori ogni possibilità in base a valutazioni personali, senza informarsi, non avrà mai successo, l’opinione deve essere informata.

    • il nucleare costa una barbarità, per questo ad oggi è una truffa,
      il resto che hai postato per me è retorica vuota, aria fritta

      e gli ingenegnri nuclerai hanno lavoro per secoli per le operazioni di dimissione degli impianti già costruiti, oltre a quelli militari, senza costruirne di nuovi

      ricordiamo a chi legge che in italia c’è un gruppo organizzato e pagato per presidiare internet cercando di propogandare questa tecnologia bollitissima, che ha costi atrononomicamente cari in una economia di mercato

      hanno organizzato collaborazioni con una dozzina di canali Youtube ad alta visisibilità, in questà è una operazione di marcketing ingannevole molto costosa, non contentid i qusto, inoltre si infilano in ogni pagina web a tema facendo commenti finto ingenui

  2. Per quanto la consideri una soluzione valida in termini installazioni/energia prodotta, non è più implementabile nella nostra nazione:
    – non abbiamo le tecnologie, gli skill, ma soprattutto il tempo per rientrare nel giro. a noi serve l’energia ora
    – il problema delle scorie è irrisolvibile, inutile girarci intorno, non è ecologico.

    • ma scusa:
      e l’uranio? dove lo trovi? nel giardino sotto casa?

      comprare uranio o comprare gas,
      sempre dipendenza dall’estero è!
      e con tutto il sole che abbiamo, aggratis,
      a me sembra veramente paradossale non sfruttarlo!

      “eh, ma mica ci puoi far tutto,
      eh, ma l’intermittenza,
      eh, ma poi se è nuvoloso”
      ok: e tu comincia a sfruttare APPIENO quel che hai AGGRATIS, almeno!

      economia domestica da massaia anni ’50!

      • L’Uranio viene quasi esclusivamente da Kazakistan, Canada e Australia, ma a dire il vero l’Italia non potrebbe essere autosufficiente in nulla, neppure con il carbone. La dipendenza da altri Stati ci sarà sempre, soprattutto per i vincoli ambientali che rendono poco convenienti le miniere in Europa. Altrove non ci sono vincoli ambientali, l’inquinamento è selvaggio, che sia oro, argento, rame, mercurio per gli oggetti che usiamo tutti i giorni, o le decine di metalli usati per fabbricare aerogeneratori, celle fotovoltaiche o batterie. Se dovessimo guardare solo l’inquinamento e il consumo di risorse naturali, l’estrazione dell’uranio o del torio è notevolmente meno inquinante, sia per i metodi che per le quantità, rispetto a qualsiasi altra risorsa mineraria destinata alla produzione energetica. Basti pensare che 7 grammi di Uranio (il peso di un pellet), che corrispondono a 0,37 cc, producono la stessa energia di 800 Kg di carbone e di 480 m2 di gas naturale e che un singolo reattore moderno di tipo EPR da 1,6GWp produce in un anno quasi la stessa elettricità di tutto l’eolico installato in Italia dagli anni ’90 a oggi, che sono 7200 – 7300 aerogeneratori. Il solare non fa testo, nel 2019 rappresentava solo il 2,7% della produzione annua di elettricità a livello mondiale e l’elettricità è una frazione molto piccola dell’energia consumata, circa il 10%. La Commissione Europea prevede, per il 2030, 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti da fotovoltaico, riciclabili per il 95%, 4,75 da eolico, riciclabili per il 90% e 240,000 dalle batterie, riciclabili al 100%. Sono inoltre considerate opportunità di riciclo poiché ad oggi solo il 10% vengono ancora riciclati. Aerogeneratori e pannelli fotovoltaici hanno una vita brevissima rispetto a una centrale nucleare, 4 o 5 volte più breve e ovviamente anche i rifiuti sono notevolmente meno e non di certo meno pericolosi e tossici di quelli prodotti dagli inceneritori. A proposito, le biomasse sono considerate una fonte rinnovabile e a basse emissioni perché gli scarti vegetali hanno già assorbito in vita l’anidride carbonica prodotta durante la loro combustione, il problema è che sono altamente inquinanti. Il discorso è infinito, questo è solo un piccolo aspetto del tutto ma personalmente sono contro il nucleare in italia per il solo motivo che è impopolare e osteggiato e rederebbe impossibile fare progetti, costruire centrali e gestirle. Anche se mi dispiace pagare l’elettricità più costosa al mondo

        • “…Aerogeneratori e pannelli fotovoltaici hanno una vita brevissima rispetto a una centrale nucleare, 4 o 5 volte più breve…”
          fonte?
          sono proprio proprio curioso!

          “…e ovviamente anche i rifiuti sono notevolmente meno e non di certo meno pericolosi e tossici di quelli prodotti dagli inceneritori…”
          quindi i rifiuti da aerogeneratori e pannelli FV sono pericolosi e tossico come quelli prodotti dagli inceneritori?
          ma sul serio???
          aerogeneratori: acciaio acciaio acciaio e plastica e rame e terre rare per i magneti (se ci sono)
          pannelli FV: vetro alluminio e PVC e silicio

          ma io dico, ma dove le prendi le informazioni?
          e poi: ma un pannello fv l’hai mai visto? nemmeno uno piccolino?

          • Ho scritto “rifiuti prodotti dagli inceneritori”, quelli usati per bruciare i nostri rifiuti urbani: le ceneri che vengono prodotte dalla combustione non vengono usate per concimare i campi ma segregate in discariche speciali a tempo indeterminato.
            Cobalto, Alluminio, Litio, Nichel, Rame, Grafite, Cadmio, Gallio, Germanio, Indio, Neodimio, Silicio, Selenio, Tellurio, non sono “acciaio acciaio acciaio acciaio” che anzi, come riferisce un rapporto della Banca Mondiale, causerà un’importante aumento dei costi dei nuovi impianti, a causa della domanda sempre maggiore e di un’offerta attualmente insufficiente a coprire la domanda futura.
            Una vita media di 15 anni del solare termico, 20 dell’eolico e 25 del fotovoltaico sono nettamente inferiori ai 60-80 di una centrale nucleare. La Commissione Europea prevede, per il 2030, 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti da fotovoltaico, riciclabili per il 95%, 4,75 da eolico, riciclabili per il 90% e 240,000 dalle batterie, riciclabili al 100%
            Le mie fonti:
            . Zieliński, Maciej, et al. Global Electricity Review 2022. London Fields : Ember, 2022. E8 3PN.
            . Corte dei conti europea. Produzione di energia elettrica da impianti eolici e solari: sono necessari interventi significativi per conseguire i valori-
            obiettivo che l’UE si è prefissata. Lussemburgo : Ufficio delle pubblicazioni, Unione Europea, 2019. ISBN 978-92-847-1979-2.
            . The World Bank. The Growing Role of Minerals and Metals for a Low Carbon Future. Washington, DC : World Bank Publications, 2017.
            35. BloombergNEF. Europe’s Path to Clean Energy: A $5.3 Trillion Investment Opportunity. BloombergNEF. [Online] 13 Aprile 2022. [Riportato: 31 12 2022.] https://about.bnef.com/blog/europes-path-to-clean-energy-a-5-3-trillion-investment-opportunity/.
            . European Environment Agency. Emerging waste streams: Opportunities and challenges of the clean-energy transition from a circular economy perspective. European Environment Agency. [Online] 24 Agosto 2021. https://www.eea.europa.eu/publications/emerging-waste-streams- opportunities-and.
            . Zaidi, Beddiaf. Solar Panels and Photovoltaic Materials. London : IntechOpen, 2018. 10.5772/intechopen.72061.

          • Non mi sembrano corretti i dati sulla durata degli impianti

            – il fotovoltaico OGGI ha una garanzia commerciale tipica di 30 anni, che assicura che dopo 30 anni producano ancora all’ 85-90% della potenza iniziale; e dopo i 30 anni continuano a produrre energia; volendo si possono avere con garanzia a 40 anni (es SunPower)

            – l’eolico circa 25 anni, è una media cautelativa tra il tempo atteso di 30 anni, e alcune turbine che si guastano prima, intorno ai 20 anni;
            la vità attesa è poi più lunga nel caso delle nuove turbine direct-drive; soprattutto, a fine vita, la turbina viene upgradata e si riutilizzano il sito, il sostegno e i collegamenti; tramite “rewamping” degli impainti già esistenti quando arrivano a fine vita, si ottiene un raddoppio della potenza generata a una frazione del costo iniziale, che era già stracciato

            – le centrali attuali durano 30-35 anni, poi molte parti dell’impianto fanno rifatte da zero, questo spiegato pari-pari da un ingegnere che ci lavora, alla faccia dei web-promoter che parlano per slogan

            la Francia a ltri paesi stanno tirando il collo ai suoi impianti per superare i 40 anni per ridurre le spese ingenti, ma affrontano lo stesso spese crescenti di manutenzione; vedi i 20 rettori fermi nel 2022, metà per il caldo e metà per manutenzione delle crepe, con relativa crisi energetica nazionale, si sono trovati all’improvviso senza il 40% della produzione nazionale, comparndo elettricità a qualunque costo dagli altri pesi europei, con gli effetti sul costo del kwh che ben ricordiamo

            Resta che:

            – il costo LCOE calcolato dagli analisti già considera la durata degli impianti, e per il nulcleaee è almeno 3 volte il costo delle energie rinnovabili, e la forbice si apre ulteriormente nelle previsioni di costi già tra 5 anni

            – i rifiuti nucleari sono gli unici non trattabili, seguono un tortuoso percorso che dopo decenni di spese li porta ad essere seppelliti, sperando che poi restino per mellenni dove sono stati messi

      • Esatto! prima facciamo il possibile con le rinnovabili, poi se necessario penseremo a come integrarle, cosiderato che già oggi siamo in questo contesto.
        Le rinnovabili altro non fanno che ridurre il peso ed il costo (e la necessità) verso l’estero.
        Quindi più ne facciamo più, nel medio lungo periodo, non regaliamo ricchezza, anche se capisco anzi capiamo che per molti questo non è un vantaggio.

    • Esattamente. Il nucleare è inutile OGGI. Fino al 2030 rinnovabili a più non posso. Nel frattempo gruppi di lavoro, commissioni, quello che si vuole per studiare un’implementazione in Italia.
      Ma senza fretta, la fretta è giustificata dal fatto che l’energia ri serve adesso non fra 20/30 anni. Ma per quello esiste già la soluzione. RINNOVABILI.

      Il nucleare potrebbe contribuire al baseload. Ma non oggi, ne domani. Dopodomani forse.

    • …ma l’Italia non è “te” e si è espressa già DUE volte in merito al nucleare, in modo piuttosto chiaro e inequivocabile.
      se vale avere un governo che non piace ma regolarmente istituito, e così è,
      altrettanto dicasi per i risultati referendari.

      che poi a te piaccia avere simili pericoli sotto casa
      mah, o non capisci che vivi in Italia e i viadotti vengono giù anche al Nord presunto-civile (e non mi riferisco a quello di Genova)
      o hai un vantaggio a scrivere quel che scrivi

    • Gli “smart modular reactors” sono allo studio, non sono ancora industrializzati e, ovviamente, non sono commercializzati. Molto probabilmente verranno industrializzati dopo il 2030 ma per la commercializzazioni e costruzione ci vorranno altri anni, dipende da quanti partners industriali e statali troveranno le start-up che li propongono. Sono ideati a partire dagli “small modular reactors” usati sin dagli anni ’60 come motori di navi e sottomarini a propulsione nucleare e mai usati per illuminare paesi e città perché non erano stati ideati a quello scopo, quindi non erano funzionali a quello scopo. Se proprio si deve puntare al nucleare è meglio farlo con una tecnologia già presente e collaudata come i reattori francesi EMR da 1,6 GWp, ma in Italia non sarebbe possibile farlo senza adeguare la rete elettrica regionale e non con tanto dissenso

    • ma non si usano i campi.. è una delle bufale classiche che gira sul web

      per il fotovoltaico si usano in parte aree già cementificate (su coperture capannoni, parcheggi, aree dismesse, tetti abitazioni) e in parte terreni marginali non coltivati

      e per installarne una potenza notevole, 200 GW, di superficie se ne usa una quantità trascurabile (0,67%), praticamente da far fatica a trovare i pannelli usando google maps; i pannelli “base” di oggi hanno efficanza tripla rispetto a 15 anni fa, ne servono meno

      i terreni marginali sono quelli a basso valore sia economico che agricolo, che non vengono coltivivati; ad esempio a confine con aree industriali; se ci installi il fotovoltaico, permetti ai singoli proprietari di dargli un valore, eviti che rischino di essere trasformati in terreni edificabili e cementificati (il cambio di destinazione d’uso dei terreni il il metodo per speculare, ma che consuma suolo ogni anno cementificandolo)

      gli unici pannelli che vanno nei campi, sono quelli sui pergolati dell’agrivoltaico, che permette alcuni tipi di colture che richiedono un po’ meno soleggiamento

      se invece punti sul nucleare, per produrre la corrente avrai spese almeno 3 volte maggiori rispetto alle rinnovabili, sono spese da spalmare in parte sul debito pubblico (e si parla di centinaia di miliardi) e in parte nelle bollette..

      compreresti la stessa acqua ma da un fornirtore che te la fa pagare 3 volte un altro?

      per cosa poi? per lo sfizio di dire “io sono più “originale e vado contro-tendenza, faccio quello che gli altri ( più furbi ) non fanno” ? apologia del masochismo ?

      penso che come Stato abbiamo già abbastanza debiti; aumentare il tasso di velocità con cui stiamo installando le rinnovabili ( + 5 GW nel 2023 ) potrebbero essere un inzio per inziare a risparmiare

      il Portogallo era uno stato “povero” di ogni risorsa; nel 2019 ha preso la decisione di installare rinnovabili più velocemente possibile, e in soli 3 anni sta avendo un riascimento economico e sociale; tra l’altro, da loro la quota di vendite di EV è 4 volte la nostra

      anche la Germania e altri stati che stanno installando molte rinnovabili, si preparano a raccogliere i frutti economici di questa scelta, chi non li segue rimane indietro

    • Poi a comprare le barre di plutonio da Putin o dai suoi amici ci vai tu? Fosse per te dovremmo dipendere da loro per l’energia, un asset strategico per il paese? Appesi alle loro mammelle?

      • “…dovremmo dipendere…?”: la risposta è probabilmente sì.

        qui è pieno di gente che non ha apparentemente un tubo da fare e si diverte a trollare oppure a diffondere idee prive di costrutto:
        o sono avventori del bar digitale
        o sono pagati per confondere le idee.

        roba già vista, già negli anni 50, rispetto alla salubrità delle sigarette.

  3. E’ molto fuori mercato come costo dell’energia che produce, oltre ai problemi di dipendenza geopolitica e della gestione della dismissione

    a livello mondiale l’energia che produce è circa stabile, un poco in lento calo,
    intanto le istallazioni di nuove rinnovabili hanno tassi di crescita esponenziali
    (nel 2023 in europa hanno raggiunto quota 46% dell’energia prodotta)

    per questo usa fior di lobbies per continuare a ottenere sussidi per le centrali in funzione e in perdita, e tentare di farne finanziarne di nuove, sempre con soldi pubblici, non con investitori privati

    192 milioni spesi in lobbing solo in america nel 2021-2022 (non è nascosto, sono atti pubblici del senato), per far modificare i programmi di fondi e sussidi del IIJA del 2021 e del IRA 2022, ottenendo altre decine di miliardi

    anche in europa c’è attività di lobbing politica e campagne di opinione sul web disinformanti, per cercare di ottenere sussidi e fondi, italia compresa

    era “conveniente” negli anni ’70 e ’80:

    – spese erano condivise con i settori militari
    (creazione scorte plutonio e Mox per filiera armamenti e per i sommergibili)
    – si sfruttavano i giacimenti di uranio più concentrati
    – centrali erano più semplici ma insicure
    – scorie non utili venivano butte in mare in semplici bidoni
    (sino anni ’80 era legale, dopo non più, vedi la vicenda Ilaria Alpi )
    – a un certo punto è stato usato come carburante anche materiale di recupero proveniente dalla dismissione di parte degli arsenali missilistici
    – costi di dismissione delle centrali non erano considerati
    – costi per rari ( 2,5 casi su 1000 impianti ) ma catastrofici incidenti non erano considerati
    – costi per sorvegliare i depositi scorie in superficie non erano considerati
    (sono depositi a rischio furti per scopi terroristici/bellici)

    già negli anni ’90 non erano più così convenienti rispetto ai carburanti fossili,
    Inghilterra si è sfilata dalla costruzione di nuovi impianti; gli Stati Uniti già da prima, avevano già più plutonio e mox di quanto necessario, e crescevano i depositi e le spese per sorvegliarli

    da una decina di anni poi, sono scesi anche i prezzi delle energie rinnovabili, e negli ultimi 3 anni sono scese anche sotto al costo di metano e carbone, e anche aggiungendo i costi di gestione della rete (reti intelligenti, accumuli energia, interconnessioni)

    ad oggi guardando la rassegna di casi internazionali sul rapporto annuale 2023 WINSR, mediamente ha un costo al kwh “teorico di progetto” di circa 11-12 centesimi, ma che:

    – nel modo reale sugli impianti recenti arriva a 15-16-18 centesimi (dato in crescita ogni anno)
    – aggiungendo spese di smantellamento e gestione scorie passa di slancio i 20 centesimi
    – nel caso dei reattori di piccola taglia, già a progetto passa i 20 centesimi
    ( il progetto NuScale americano, cancellato il mese scorso )

    ad oggi c’è la Cina che ha aggiunto dei reattori, strategici la sua filiera e le scorte di plutonio per armarsi, e la Russia, che cerca di piazzare i suoi in Africa per creare un dipendenza e in cambio dell’uso delle miniere;

    ma i reattori Cinesi, Russi, e quelli americani costruiti in passato, si reggono sui sussidi degli Stati (in America ci sono fior di cause legali in corso su questo, municipi e cittadini contro i consorzi), cosi come quelli Francesi, che nonostante i sussidi per abbassare il prezzo, non hanno un costo nominale del kwh minore della Germania, e anzi è più caro di altre nazioni come il Portogallo

    ===============
    in confronto:

    – 2019 – Los Angeles – asta per fotovoltaico + accumulo da 400 MWh
    >>> 2 centesimi a kwh
    >>> 3,3 centesimi quando forniti in differita (serra-notte-mattino)

    NB: prezzi fissi per contratto di 25 anni e senza rivalutazione annua dovuta a inflazione

    – 2020 – Portogallo (nostra latitudine) – aste per parchi Fotovoltaici
    >>> 1,3 – 2,5 centesimi a kwh e seconda dei vari lotti delle aste
    (prezzi fissi per 25 anni, senza rivalutazione, e obbligo installazione impianti in 36 mesi )

    – 2021-2022 – Inghilterra – aste per eolico offshore
    >>> 5,2 centesimi a kwh
    (il prezzo è risultato troppo basso nel 2023, con aste andata a vuoto, verrà aggiornato)

    – 2021-2023 parchi eolici e solari Spagna
    >>> 2-4 centesimi a kwh

    ======
    In italia

    Secondo uno studio del Politecnico di Torino abbiamo siti italiani per 200 GW di eolco off-shore, e 400 GW di solare; di questi ce ne bastano la metà (200 +100 + le quote anche di altre rinnovabili) per completare la transizione energetica decarbonizzando e raddoppiando la produzione elettrica

    dismettendo con gradualità il metano, la cui flessibilità e i costi di investimento quasi zero sono adatti per accompagnare negli anni la crescita delle installazioni di rinnovabili e l’adeguamento progressivo della rete
    =================

    GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
    https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp

    e questo, con andamenti dei costi nel tempo più chiari, anche se si ferma al 2019:

    GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
    https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

    • “In Italia paghiamo l’elettricità più cara d’Europa: la colpa è del gas”
      https://tg24.sky.it/economia/2022/08/09/elettricita-italia-europa
      ma in generale perché siamo soprattutto i maggiori importatori e non produttori di energia
      https://yearbook.enerdata.net/electricity/electricity-balance-trade.html
      al di là delle fonti usate. Eolico e solare (termico ed EV) degli anni ’90 erano tali che nessun’azienda avrebbe investito ed è solo con i finanziamenti Europei ed internazionali che sono decollati, sono stati fortemente incentivati dalle Nazioni Unite per i problemi del surriscaldamento climatico, non perché potenzialmente più performanti, quello semmai è la fusione nucleare (notevolmente più potente della fissione), ma SOLO perché ha bassissime emissioni di gas climalteranti (o ad effetto serra) e del resto interessava meno, visto che i cambiamenti climatici, dovuti al riscaldamento dell’atmosfera a livello globale, saranno certamente causa dell’estinzione della razza umana se avessimo mantenuto il trend in continuo aumento delle emissioni di anidride carbonica e altri gas ad effetto serra

    • E’ importante capire l’evoluzione dei prezzi nel tempo:

      eolico e solare una volta erano costose, negli anni ’90, all’epoca richiedavano sussidi, ma si sapeva che sarebbero scese a picco di prezzo negli anni, sino a scendere sotto ai costi del metano, e così hanno fatto, oggi i parchi utility di solare, eolico, e anche di accumulatori, non richiedono sussidi e forniscono kwh a ottimi prezzi, che continuano a scendere anno su anno

      mentre il nucleare ha fatto il percorso inverso, è salito di costo negli anni, superando il prezzo del metano di parecchio, e ne sono state commissionate sempre meno già dagli anni ’90; oggi sono loro a funzionare solo se ricevono sussidi pubblici per abbassare formalmente il prezzo dell’energia che generano, lo Stato paga le spese di costruzione, quelle di smantellamento, la gestione delle scorie; in bolletta vengono messi i costi della gestuone ordinaria e solo una parte delle spese di costruzione; ma le spese ci sono

      rimetto un link al grafico di Bloomberg, che sopra è non funzionante, anzi metto il link direttamente all’articolo, è in inglese, ma già l’immagine con il grafico è molta chiara:

      https://about.bnef.com/blog/cost-of-clean-energy-technologies-drop-as-expensive-debt-offset-by-cooling-commodity-prices/

      ( nel link sopra, quello che non apre la figura, bisogna riscrivere a mano il carattere “x”, che si è modificato in automatico nella pubblicazione)

  4. Invece, per l’elettrico non siamo e non saremo dipendenti dalla Cina, vero? No, quella dipendenza si chiama via della seta. Dietro la quale, naturalmente, ci sono protettori dell’ambiente, non lobby…

    • via della seta ed elettrico…mah, chissà cosa c’entra.

      cmq siamo usciti dalla via della seta l’altra settimana. informati.

    • La dipendenza dalla Cina in questo caso è molto volubile: solo perché al momento produrre lì costa meno. Lascia che la popolazione cinese si arricchisca di quel poco che basta per rifiutare lavori sottopagati e vedrai che si trasferisce tutto in Africa.
      Siamo dipendenti da paesi in cui la manodopera è sfruttata, questo sì. Ma non solo per l’elettricità, per quasi tutto, dal cibo, ai vestiti fino alla tecnologia.

    • Difficile chiamare dipendenza un prodotto che si può acquistare ovunque ( chiaro che quello scadente cinese poi costi meno ), ma che poi ha una vita utile di decine di anni.
      In questi 20-30 anni l’unica dipendenza è dal sole e dal vento, che abbondano ovunque, sono totalmente gratuiti e non inquinano .

  5. I francesi così si dotarono di sommergibili nucleari…..e credo che il nodo di questa tecnologia sia proprio in questa considerazione…un programma nucleare ha lo scopo principale di fornire energia oppure l’energia è un aspetto secondario a favore di tecnologie militari che cmq non hanno limiti di badget per l’interesse nazionale dei vari paesi?… l’ho sempre sostenuto ,le potenze nucleari mirano ad avere in casa riserve di combustibile a scopo tattico…non sono contro l’uso nucleare ma avendo alternative migliori dobbiamo seguire nuove strade…la ricerca cmq deve continuare..bel video della RR su minireatrore per base lunare ,questo è il nucleare che mi piace,per situazioni estreme dove le alternative scarseggiano

  6. perdona: perché?
    nell’articolo, che riprende un commento di un ingegnere del settore che racconta cose di cui non ero proprio a conoscenza,
    ora so qualcosa in più, o meglio,
    posso partire da queste informazioni e indagare un po’.

    quindi: perché chiedi a cosa serve?
    viene il dubbio che tu possa essere un turbo-fan del nucleare,
    nel solco del rinascimento periodico nucleare italiano
    che si rinvigorisce ogni tanto,
    e fa pensare ai tanti tanti tanti miliardi in gioco
    non per la ricerca, sacrosanta,
    ma per il cemento e tutto il resto, prima durante e dopo la costruzione

  7. Beh, ma a cosa serve un articolo così? Viene pure il dubbio se sia stato scritto da un vero esperto.
    Vaielettrico potrebbe anche risparmiarci queste ‘tafazzate’!
    Altrimenti cambiate il nome in ‘Non Vaielettrico ‘……

    • Vedo che l’Ing. Dino Marcozzi prima ha lavorato direttamente a Caorso come dirigente operativo negli ani ’80 e ’90, le informazioni sono di primissima mano

      poi ha continuato a costruire un curriculum notevole in campo energetico, industriale, economico con lavorando per Enel su altri impianti di tipo tradizionali sino al 2008

      dal 2008 ha lavorato per Enel Green Power, impianti di rinnovabili, coordinando operazioni in 17 Stati

      è stato anche professore di Master universitari, consigliere di McKinsey&Co, membro del consiglo direttivo della società elettrica slovena e altro

      dal 2018 si occupa di mobilità elettrica con l’associazione E-Motus, costituita da operatori industriali, filiera automotive, mondo accademico

      https://it.linkedin.com/in/dino-marcozzi-a82a6010

      caro Gian, commentatore anonimo furbetto, qui caschi malissimo

    • L’Uranio viene quasi esclusivamente da Kazakistan, Canada e Australia, ma a dire il vero l’Italia non potrebbe essere autosufficiente in nulla, neppure con il carbone. La dipendenza da altri Stati ci sarà sempre, soprattutto per i vincoli ambientali che rendono poco convenienti le miniere in Europa. Altrove non ci sono vincoli ambientali, l’inquinamento è selvaggio, che sia oro, argento, rame, mercurio per gli oggetti che usiamo tutti i giorni, o le decine di metalli usati per fabbricare aerogeneratori, celle fotovoltaiche o batterie. Se dovessimo guardare solo l’inquinamento e il consumo di risorse naturali, l’estrazione dell’uranio o del torio è notevolmente meno inquinante, sia per i metodi che per le quantità, rispetto a qualsiasi altra risorsa mineraria destinata alla produzione energetica. Basti pensare che 7 grammi di Uranio (il peso di un pellet), che corrispondono a 0,37 cc, producono la stessa energia di 800 Kg di carbone e di 480 m2 di gas naturale e che un singolo reattore moderno di tipo EPR da 1,6GWp produce in un anno quasi la stessa elettricità di tutto l’eolico installato in Italia dagli anni ’90 a oggi, che sono 7200 – 7300 aerogeneratori. Il solare non fa testo, nel 2019 rappresentava solo il 2,7% della produzione annua di elettricità a livello mondiale e l’elettricità è una frazione molto piccola dell’energia consumata, circa il 10%. La Commissione Europea prevede, per il 2030, 1,5 milioni di tonnellate di rifiuti da fotovoltaico, riciclabili per il 95%, 4,75 da eolico, riciclabili per il 90% e 240,000 dalle batterie, riciclabili al 100%. Sono inoltre considerate opportunità di riciclo poiché ad oggi solo il 10% vengono ancora riciclati. Aerogeneratori e pannelli fotovoltaici hanno una vita brevissima rispetto a una centrale nucleare, 4 o 5 volte più breve e ovviamente anche i rifiuti sono notevolmente meno e non di certo meno pericolosi e tossici di quelli prodotti dagli inceneritori. A proposito, le biomasse sono considerate una fonte rinnovabile e a basse emissioni perché gli scarti vegetali hanno già assorbito in vita l’anidride carbonica prodotta durante la loro combustione, il problema è che sono altamente inquinanti. Il discorso è infinito, questo è solo un piccolo aspetto del tutto ma personalmente sono contro il nucleare in italia per il solo motivo che è impopolare e osteggiato e rederebbe impossibile fare progetti, costruire centrali e gestirle. Anche se mi dispiace pagare l’elettricità più costosa al mondo.

      Hai scritto:”Secondo uno studio del Politecnico di Torino abbiamo siti italiani per 200 GW di eolco off-shore, e 400 GW di solare; di questi ce ne bastano la metà (200 +100 + le quote anche di altre rinnovabili) per completare la transizione energetica decarbonizzando e raddoppiando la produzione elettrica” forse non ti è chiara la differenza tra potenza installata e produzione di elettricità, bisogna contare la produzione annua che consiste nel moltiplicare la potenza per le ore di produzione e per il fattore di capacità, 0,35 per l’eolico, inoltre serve considerare i picchi di potenza raggiunti, visto che l’eolico non lavora sempre al 100% della potenza installata ma più spesso al 40% se non al 20%, quindi è necessario triplicare la potenza installata per garantire il minimo di potenza necessaria alla rete elettrica per funzionare

    • a questi messaggi di Emanuele, ho risposto già altre volte, ma vengono reinseriti di nuovo, similmente si ripetono altri messaggi di altri nick name

      facciamo +1 e rispondiamo con ordine:

      1) i conti che ho postato includono la conversione tra potenza di picco e potenza media, è facile capirlo se si è onesti:

      350 GW nominali di potenza di picco di energie rinnovabili di vario tipo (FT, Eol, Idro, biomasse, etc) serviranno per avere una potenza media sulle 24 ore di circa 70-75 GW;

      70 GW sono un raddoppio della potenza media italiana attuale (37 GW), il raddoppio serve per elettrificare i servizi e portare quasi a zero la parte energetica che al momento non è basata sull’elettricità, ma sui consumi diretti dei carburanti fossili

      Nel caso della Germania, più grande dell’italia, sono previsti 700 GW nominali di rinnovabili installate al 2045

      https://energy-charts.info/charts/remod_installed_power/chart.htm?l=it&c=DE

      https://energy-charts.info/charts/remod_energies/chart.htm?l=it&c=DE

      2) il solare e l’eolico contano moltissimo, stanno già diventando le prime fonti di energia, sono installazioni massicce, e soprattutto hanno un tasso di crescita annuo esponenziale

      questi i dati Europei delle rinnovabili:

      – nel 2029 erano il 33% della produzione elettrica
      – nel 2023 sono il 46,5%, dopo soli solo 4 anni

      https://energy-charts.info/charts/renewable_share/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year&share=ren_share

      A livello mondiale:

      – nel 2022 sono stati aggiunti circa +230 GW di potenza Fotovoltaica,
      – nel 2023 sono stati aggiunti circa +400 GW di potenza Fotovoltaica

      – nel 2022 sono stati aggiunti circa +78 GW di potenza Eolica
      – nel 2023 sono stati aggiunti circa +100 GW di potenza Fotovoltaica

      3) i dati che cita sulla vita degli impianti e sul riciclo li trovo sballati; i pannelli oggi durano 30-40 anni (la garanzia commerciale è di una resa al l’86-90% a 30 anni), gli aerogeneratori mediamente 25 anni, poi vengono uppgradati; una centrale dura 35 anni, poi deve essere in buona parte ricostruita, anche se i francesi cercano di farle durare oltri i 40 anni, con ingenti lavori di manutenzione e qualche rischio; quelo che dura a lungo in una centrale, è la costosa fase di smantellamento, questa può superare i 50 anni

      ======
      Faccio presente a chi legge che un gruppo di nick-name con lo stesso stile continuna a spammare messaggi ingannevoli, alcuni erano stati cancellati ma vengono reinseriti

      spammano per fare “damage-cotrol” (ridurre il danno di immagine) dovuto alle informazioni reali molto negative che vengono postate in rete sul nucleare

      fanno parte di un gruppetto di web-promoter finti ingenui che cercano di pubblicizzare in italia questi impianti

      con un progetto di marketing ad alti finanziamenti stanno impegnando a pubblicizzare i modo ingannevole il nucleare e diffondere dati errati usando una dozzina di canali youtube ad alta visibilità, oltre agli altri canali social

      il fine è ottenere finaziamenti pubblici italiani per progetti costosissimi e già in perdita, er allentare l’adozione delle energie rinnovabii, almeno 3 volte più economiche e infatti a livello utility installate con capitali di investitori privati e senza sussidi

      per cui occhio a quando incontrate messaggi strani in cui la logica e i dati sono fantasiosi

  8. La svizzera non costruisce automobili ed è piena di automobili. Non è necessario essere i proprietari di una tecnologia per usufruirne, basta essere licenziatari. Detto ciò pensare di fare a meno del nucleare significa sapere fin da ora che saremo sempre dipendenti dai combustibili fossili a causa dell’Intermittenza di solare ed eolico.

    • … invece per l’uranio posso mettere a disposizione quello che coltivo nell’orto, tra il basilico e le melanzane!

    • è un argomento errato, messo in giro dai competitor delle rinnovabili;
      in italia finanziano lobbing sui politici e campagne ingannevoli, usano vari canali youtube e altri canali socials, purtroppo di fronte a tanta “pubblicirà” alcuni ci cascano

      ci sono centinaia di studi e previsioni di mix energetici 100% rinnovabili, Italia compresa, in cui l’intermittenza delle rinnovabili è un “non” problema, si sa come gestirle

      il mix energetico risultante è quello con il prezzo energia più basso possibile;
      al contrario del nucleare che alzerebbe il costo energia e creerebbe nuove dipendenze

      Questo è un grafico divulgativo di uno studio per la Germania, proiettato al 2045,
      è previsto che avranno 100% rinnovabili, con 700 GW nominali installati
      (stanno rispettando il ritmo di installazioni annue di questo programma):

      https://www.energy-charts.info/charts/remod_power_profiles/chart.htm?l=it&c=DE

      il grafico è del 2021, ad oggi si è sono già aggiunte:

      – un’ altra modalità di accumulo energia, tramite i bacini idroelettrici ( 150 TWh equivalenti di stoccaggio energia in europa) tramite scambio di energia stati Stati diversi con cavi HVDC a lunga portata e bassa dispersione

      – calo ulteriore dei prezzi di pallelli, turbine eolico e batterie, tra l’altro con l’arrivo delle batterie a ione-sodio, scalabili in grandi quantità senza colli di bottiglia produttivi o ambientali

      – in europa si stanno definendo sempre più progetti anche per la filiera dell’idrogeno verde

      ===========
      il ritmo di istallazioni delle rinnovabili in europa è serratisimo, dia un’occhiata a questi dati:

      https://www.energy-charts.info/charts/renewable_share/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year

      da 34% a 46% in 4 anni, la quota di energia europea da rinnovabili,
      con alcuni paesi molto più avanti di altri

  9. Articolo illuminante. In Italia un progetto nucleare si trasformerebbe in un gigantesco mazzettificio. Come d’altronde succede in tutto il mondo, soltanto che almeno al”estero 1) i progetti vanno in porto 2) la catena del valore è tutta o quasi interna. I nostri politici vedono male le rinnovabili: troppo semplici, troppo democratiche, scalabili, a basso costo e impatto. Ma facciamolo un nuovo referendum, così sentiamo le varie posizioni e tutti ci chiariamo le idee. E lo bocciamo di nuovo.

    • Luigi da noi e non solo quello che costa poco è facile da installare,non ha praticamente bisogno di manutenzione, funziona benissimo per decenni, è alimentato gratis,non inquina, direi uno dei prodotti più furbi mai inventati ,non va bene, ci sono due condizioni essenziali perché non va bene ed è costa poco e si alimenta gratis ecco cosa non va bene nel fotovoltaico .

      • Guarda, sono arrivato al punto di dire che le scorie sono l’ultimo dei problemi. Nel senso che per produrre le scorie bisogna avere centrali nucleari, per avere centrali nucleari bisogna costruirle, per costruirle bisogna avere le autorizzazioni….e via andando indietro, come la famosa canzone “per fare un tavolo ci vuole il legno….”, sono tali e tanti i passaggi precedenti che in Italia è pura utopia. Che ci provi chi ha il coraggio, basta non togliere risorse alle rinnovabili.

  10. Pichetto Fratin: “Trovare un sito nucleare entro questa legislatura è un dovere” (parlando del sito dove mettere i rifiuti radioattivi).

    Ragazzi siamo seri: ci vuole una legislatura per individuare dove mettere i rifiuti (basso) radioattivi degli ospedali e vogliamo seriamente parlare di nucleare???

    • I rifiuti degli ospedali (cesio e materiali contaminati) sono tutti classificati come radioattivi, e non sono meno pericolosi del 90% dei rifiuti di una centrale nucleare, del resto il cesio per gli ospedali è un prodotto del decadimento dell’uranio e viene prodotto nelle centrali nucleari

      • l’insieme dei rifiuti ospedalieri e scientifici è infinatamente meno pericoloso e più semplice da smaltire rispetto ai rifiuti provenienti dalle centrali

        – gia come quantità, che si misura con il carico di radioattività:

        pochi anni di attività di poche centrali italiane hanno prodotto un carico di radioattività di oltre 100 volte in confronto ai 70 anni di materiali medici e industriali

        Lo dice il rapporto Isin del 2018 sui rifiuti italiani:

        – rifiuti radiologici, industriali, ricerca ora sparsi in depositi in Italia:
        2.945.000 GBq2 – attività radioattiva

        – edifici centrali da dismettere: non ancora trattati

        – combustibile esausto delle centrali mandato all’estero per il primo trattamento:
        > rientro in italia nel 2025
        > attività residua ancora pari a “100 volte” (citazione letterale dal rapporto Isin) i rifiuti ora presenti in italia

        – poi ci sarebbe da discutere anche sulla durata dei decadimenti radioattivi, che sono millenni nel caso del Plutonio e del Mox delle centrali, non c’è paragone con i materiali a decadimento “breve” usati negli ospedali

  11. Se i precisi e puntuali giapponesi su “fucuscima” sono stati responsabili di mancanze ed errori prima e dopo il disastro, non oso pensare cosa combinerebbero gli italiani.

    Il nucleare in italia è figlio di lobby che vogliono mettere le mani sui soldi europei per la transazione energetica, e fanno pressioni sui loro politici affinché ciò avvenga.

    Non dimentichiamoci che l’Italia è il paese dove in cambio della “stecca” ci sono individui che pre avvisano le aziende inquinanti dell’arrivo del controllo al fine di rimontare i filtri (o altro) prima dell’arrivo dell’ispezione.

  12. Centrali nucleari = grandi opere = grandi spese = grandi tangenti.
    A quello puntano, di tutto il resto a loro non importa nulla.

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