A Locarno ricarichi dai lampioni, può essere una soluzione anche nelle nostre città, per chi non può ricaricare a casa? Lo chiede Matteo, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it
A Locarno ricarichi dai lampioni, può essere una soluzione per chi non può farlo a a casa?
“Vi seguo da un po’ e vorrei farvi i complimenti per i vostri articoli e i vostri video sul vostro canale di YouTube. Vi contatto per segnalarvi un articolo interessante in merito a una soluzione, già discussa in diversi vostri report, per la ricarica nei parcheggi pubblici. Si tratta delle famose colonnine al palo: in questo articolo viene mostrata una soluzione implementata in Ticino nella città di Locarno. Spero possa ispirarvi per la realizzazione di un eventuale articolo. Ritengo che questa, come altre soluzioni simili, siano un ottima implementazione per risolvere il problema della capillarità dell’infrastruttura di ricarica. E anche per risolvere il perenne problema di chi abita in condominio e non ha la possibilità di ricaricare a casa. Ancora tanti complimenti e vi auguro una buona giornata“. Matteo

A Londra lo fanno da tempo, qui l’idea non è decollata
Risposta. La ricarica nei pali dell’illuminazione pubblica è da tempo realtà in grandi città come Londra. In Italia ci sono state diverse sperimentazioni: il gruppo Enel ha iniziato un progetto a Pescara e qualcosa è stato fatto dal Comune di Verona in collaborazione con Volkswagen. Ma si tratta di una soluzione che ancora non ha preso piede e tutte le sperimentazioni, tra cui queste di Locarno, sono utili per imparare e capire come agire. Con il solito pragmatismo, gli svizzeri (in questo caso la Società Elettrica Sopracenerina con il locale Dicastero Ambiente) si sono posti l’obiettivo di semplificare la ricarica. E hanno installato 10 colonnine AC (potenza di 3.7 kW) in alcuni parcheggi pubblici, utilizzando i lampioni già esistenti. Senza togliere posti alle auto termiche, dato che “nessuno stallo è riservato esclusivamente per la ricarica e la tassa di stazionamento è da pagare separatamente“.
A Locarno ricarichi dai lampioni, a Brescia con A2A…
Il grande vantaggio è dato appunto dal fatto che si tratta di una ricarica lenta, quindi a prezzi contenuti. E che anche attivazione e pagamento sono semplici: basta disporre di uno smartphone e una carta di credito. Non c’è quindi bisogno di nessuna tessera o applicazione, ricorda il sito TicinoNews. In Italia tra chi sta lavorando in questa direzione va segnalata l’esperienza avviata da A2A a Brescia con le sue City Plug.
“Questa prima stazione”, ha spiegato Fabio Pressi, ad di A2A E-Mobility, “è dotata di 5 colonnine, ciascuna corrispondente a un punto di ricarica con presta Tipo 2. Due hanno uno stallo di sosta riservato, tre sono a parcheggio libero. In futuro ogni stazione disporrà di 7 colonnine collegate in parallelo e tutte alimentate in bassa tensione, con potenza di 7 kW distribuita fra le colonnine. Un concetto che permette di avere un’ infrastruttura sostenibile dal punto di vista della città e utile ai cittadini”.
“nessuno stallo è riservato esclusivamente per la ricarica e la tassa di stazionamento è da pagare separatamente“.
finché non avverrà quanto sopra sarà sempre una battaglia per il parcheggio..
a londra è realtà?
non era una sperimentazione solo su una strada? perché cambia parecchio..
Sí a Londra l’idea ha preso piede anni fa (vedi https://www.vaielettrico.it/per-la-ricarica-londra-sceglie-i-lampioni/ e articoli successivi), il gestore dichiara di avere “moddato” piú di 7000 lampioni (https://ubitricity.com/en/charging-solutions/ac-lamppost/)
ero rimasto ad una sperimentazione su una sola strada/zona.
ricordo che se ne parlò come possibilità come pure i connettori a marciapiede
A Londra è un po’ che non ci torno ma posso dirti che in Irlanda li ho visti anche in piccoli paesi. Molto comodi.
eh, si, il mondo cammina veloce….
e c’è gente in altre faccende affaccendata e che la vita la vive..
non tutti hanno tempo da perdere mentre imparano ai ragazzi..
PS solo 2 punti..
Parlando seriamente , voi sapete nei pali di illuminazione pubblica quale cavo passa ? Se non lo sapeste , c’è un bipolare dalla scatola di derivazione alla lampada , da 10 mmq ( il cavo che passa sotto o sopra ha una sezione maggiore perchè deve servire tot pali ) . Fatti 2 conti : 220V x 20 A ( 2 Ampere per mmq ) , disponibili , teoricamente , ci sarebbero più di 4 kw , ma praticamente la potenza disponibile è 4kw – la lampada . Se sono quelle a Led , siamo sui 100w max , se sono ancora quelle vecchie , minimo 250w . Questo per dire che i wallbox su palo da 3,7kw sono il massimo che si mettere , a meno di cambiare tutti i cavo e metterne di sezione maggiore . Chi paga tale potenziamento ?
Poi mi immagino a ricaricare , non voglio dire una Tesla , ma facciamo l’esempio con con una Spring , 27 kwh di batteria , facciamo l’esempio che vogliamo ricaricare il 30% , cioè circa 8 kwh . Conto semplice , 8/3,7 circa 2 ore e 10 minuti . Fate voi le vostre considerazioni.
Se lo fai di sera/notte, può anche mettercene 8 di ore per caricare 8 kWh.
Per chi abita in città,e non ha un garage, questa sarebbe un’ottima possibilità
A) Cambiare i cavi: secondo lei è un investimento che manderebbe in default i comuni italiani?
B) In questo preciso momento la mia auto elettrica è in ricarica da una wallbox che eroga al massimo 3 kW di potenza, come da contratto domestico. In 20 secondi l’ho connessa e in altri 20 secondi, domani mattina, staccherò la spina e partirò. Nel frattempo ho cenato, sto lavorando e dormirò sette canoniche ore. L’ho messa in carica con il 23% di batteria: non mi sono posto il problema di quanta carica recupererò. Sarà al 70, all’80 o al 90%? Che mi importa. Avrò comunque molta più autonomia di quella che mi servirà. Se anzichè nel garage, fosse in strada collegata al lampione più vicino a casa mia sarebbe esattamente lo stesso.
Domanda. Su una strada qualsiasi, romana o milanese, in 100 metri quanti pali della luce sono? Diciamo 4. Uno ogni 25 metri… Quante macchine parcheggiate invece ci sono negli stessi 100 metri. Diciamo 15 per rimanere ottimisti . Quindi 4 stazioni/stalli per 15 auto. Si fa quindi a turno. Magari anche di notte . Quindi servirebbe non solo cambiare i cavi ma costruire nuovi pali della luce. Uno ogni 4 metri ? Grazie
scusate, non è bassa polemica ma sono i conti della serva. Quelli che fanno la stragrande maggioranza degli italiani.
Un’auto elettrica con 200 km di autonomia si ricarica mediamente (percorrenza media in italia) ogni tre quattro giorni. Con 300-400 km di autonomia anche molto meno. Quindi vede che i conti tornano perfettamente.
4 stalli ogni 15 auto, così potrebbe essere secondo te?
Proviamo a rispondere anche a questo.
Se in una notte a 3kW (ma potrebbero anche essi più come spiegato sotto) ogni auto ricarica almeno 25/30kWh (mettiamo massimo 10 ore di notte) forse qualcuno potrebbe caricare anche di giorno, altri 25/30kW.
Ma mettiamo 6 macchine, tra giorno e notte che caricano solo 25kWh ciascuna, allora in 5gg si caricherebbero almeno 50kWh a testa per tutte le 15 auto.
Media urbana? Con un’auto tipo jeep Avenger o Zoe o similari? Ci facciamo più di 1000km al mese senza avere il box?
Secondo me si.
E poi anche chi parcheggia in strada perché non ha un box troverà molte altre colonnine tra fast e ultrafast, ma anche basterebbe dotare ogni auto della possibilità di arrivare a 22kW in AC e in molti potrebbero anche fermarsi una o due ore la settimana per coprire il loro fabbisogno urbano.
Ma infatti questo sistema è pensato per le città, per chi parcheggia di notte in strada.
Minimo devi pensare che uno ci sta attaccato dalle 22:00 alle 07:00 mentre dorme, oppure mentre lavora, tipo dalle 9:00 alle 18:00.
9×3,7kW=33,3kW, l’equivalente di batterie da city-car o la metà di altre, vedi model 3 SR o Kona o id3….
Come hanno già scritto altri è l’equivalente di avere una wallbox a casa con un contratto da 3 kW
Quindi non serve cambiare i cavi alle linee
Non sono un elettricista ma 2A per mmq è totalmente sbagliato!
Basta guardare su google…
In realtà si può far passare da 4 a 6 Ampere per mmq, quindi tutto il tuo bel ragionamento non sta in piedi.
Mi che in diversi si siano presi la briga di rispondere ad un ragionamento basato su ipotesi sbagliate.
Ma no Piero che dici…. ha ragione lui al massimo si possono far passare 2 A a mm2!!! Infatti lui a casa ha tutto l’impianto fatto con cavi cavi da 10 mm2 perché 3300 W ÷ 230 V = 14,34 A ergo non basta neanche il filo da 6 perché sono più di 12 A…..
Siamo noi che abbiamo tutti le case pericolosissime visto che ci hanno messo solo fili da 2,5 mm2 per farci passare fino a 14,34 A con un rapporto di 5,74 A/mm2. Infatti a noi va a fuoco casa ogni 2×3 ma fino ad ora non ne capivamo il motivo… per fortuna ora il buon Carmine che ce lo ha fatto capire…
P.S. è impressionante quanto ci si può rendere ridicoli quando si vuole a tutti i costi essere contro qualcosa… non si riesce neanche a capire che cercando di peronare il falso non si fa altro che dimostrare che i problemi non ci sono….
il moreno che le macchine utensili lavorano tutte in presa diretta? 😁
esempio di credibilità..
Sei tu che sei rimasto indietro cone su tutto il resto… il poco credibile qui non sono di certo io visto che oer lavoro faccio il collaudatore di macchinari industriali… tu invece che lavoro fai???
Per tua informazione le macchine utensili d’epoca, quelle fatte negli anni 80, probabilmente hanno ancora un variatore di velocità ad ingranaggi (quinfi l’equivalente di un cambio su di un auto) perchè il motore a livello elettrico era ancora a “presa diretta” cioè gli arrivava la corrente così come ci arriva a casa (a 50 Hz).
Ma con la diffusione degli inverter ora la modularità di un motore elettrico la si realizza modulanfo la frequenza dell’alimentazione, esattamente come nelle auto, e perciò non c’è più bisogno di alcun “cambio” meccanico. Anche perché con un inverter riesci a dare tutta la coppia ad un motore anche a 0 giri (cioè lo pianti fermo e non c’è verso di spostarlo…) e gestisci perfettamente (molto meglio di prima) oltre alla coppia anche la velocità è l’accelerazione/decelerazione del motore stesso. Oltre ovviamente a consumare molta meno elettricità, a parità di lavoro da svolgere, rispetto a prima…
Poi se non riesci neanche a capire che lavorare in presa diretta non vuol dire avere il motore direttamente nell’asse di uscita ma avere in mezzo un riduttore a rapporti fissi (non un cambio ma un semplice riduttore) come lo hanno tutte le auto elettriche non è certo unacolpa mia ma un limite tuo!!!!!
P.S. io sono un collaudatore di macchine industriali da più di 30 anni e sono d’indirizzo elettrico/informatico più che meccanico quindi forse ma dico FORSE ne so leggermente più di molti altri… con motori elettrici azionati tramite inverter c’ho da fare tutti i santi giorni così come con la gestione delle relative potenze (ad A che passano nei vari cavi di alimentazione)…
Per esempio in ambito dei forni industriali dove i cavi devono stare in zone calde (molto di più che dentro ad un lampione anche se sotto il sole visto che parliamo di forni che raggiungono i 1400 gradi riscaldati con resistenze elettriche) si utilizza un fattore di sicurezza di 4 riguardo il carico massimo da dare al cavo. Cioè fino a che la corrente che vi circola è 4 volte i mm2 di sezione del cavo va bene…e ripeto che parliamo di applicazioni dove non è difficile che il cavo in alcuni punti (dove è connesso con la codetta delle resistenze per esempio) si trovi ad operare a temperature di 70/80 °C, quibdi in un ambiente molto più gravoso che in un lampione…
mi sa che in diversi hanno dato risposte congrue.
comunque, già dire “non sono elettricista e ho guardato su google (wikipedia?)” non depone a tuo favore..
basta spiegare che ha fatto un errore.
cavo da 10 totale (3,5+3,5 più guaina) è il minimo: se invece intendi uno da 10 (+) e uno da 10 (-) è alquanto eccessivo per lampade da 250w.
non hai però (secondo me) tutti i torti nel porre un dubbio: i cavi col tempo cuociono e nei lampioni sono pure sotto tutte le intemperie. più facile avere problemi a lungo andare.
non paragoniamoli alle colonnine, nate allo scopo (e forse maggiormente isolate termicamente): qui sono semplici tubi di metallo (ardenti d’estate e gelidi d’inverno) con un cavo all’interno.
se (spesso) si parla di serietà, non vanno allora sbolognati con faciloneria possibili problematiche.
Intanto il + e il – non ci sono, non è corrente continua, abbiamo fase e neutro. Le sezioni dei cavi non si dichiarano con la guaina ma si intende sempre e solo la parte conduttiva (rame o alluminio che sia). 10 mm di sezione portano, da manuale di elettrotecnica, da 57 a 71A, in cavo tripolare (fase + neutro + terra) con guaina in PVC o Gomma. Quindi parliamo di 12 o 17 kW, non certo 3. Le Wallbox monofase NON hanno i cavi di 10mm (ma inferiore) e arrivano a 7,6kW e sono soggette allo stesso stress termico di qualsiasi lampione essendo anche da esterno.
visto che con + e – hai capito perfettamente? se mettevo fase e neutro (e terra) magari qualcuno si perdeva..
adottare un linguaggio semplice non vuol dire non sapere, ma dare a tutti la possibilità di interloquire.
alla sezione cavo, mi sono rifatto a quanto scritto da carmine: un “bipolare da 10mmq” la sua affermazione.
da qui il mio commento: un molto più probabile 3,5 + 3,5 misurando anche la guaina (quindi circa 1 cm di sezione) o 2 da 10 mmq cadauno (con cui alimenti altro che un lampione..)? io presumo che lui abbia inteso il cavo bipolare da me ipotizzato (quindi ripeto 3,5+3,5+spessore guaina) e gli abbia conferito un 10mmq (sbagliando). semplice
Dai del poco credibile agli altri e poi pensi che la sezione di un cavo elettrico si misuri con tanto di guaina.
Ma dico io… quante figure di m…. servono prima di capire che si di una cosa non se ne sa nulla conviene stare zitti??
vedi per approfondimento risposta a guido baccarini
e si, sei credibile come una moneta da sei euro
ps: ma quanto saranno grandi questi motori per lavorare senza cambio (riduttori vari)? non dirmi uguali che rido per un anno..
Ti ho già risposto sopra ma tu fai finta di nulla!!!!!
Con la tua scusa di “parlare semplice” dici solo cazzate e poi pretendi di dare del poco credibile agli altri!!!!
Motori in presa diretta e senza cambio vuol dire con un rapporto di riduzione fisso…. Cioè, ed è l’ultima volta che lo scrivo perché non sto qui a farmi prendere per il culo da un….., il riduttore c’è ma un riduttore non è un cambio ed anche nel tuo “parlare semplice” dovresti comprendere la differenza!!!!! Un conto è un riduttore che demoltiplica i giri di un motore (in modo da moltiplicare la coppia) con dei semplici ingranaggi fissi a bagno d’olio che non si devono innestare ed un altro un cambio che si chiama in tal modo perché permette di cambiare il rapporto di riduzione avendo ingranaggi mobili che si devono innestare di volta in volta a seconda del rapporto di riduzione voluto.
E nessuna applicazione moderna (comprese le automobili) un motore elettrico ha più un cambio ma ha un semplice riduttore perché non c’è alcun bisogno di avere diversi rapporti di riduzione (che erano necessari quando non si era in grado di gestire la velocità di rotazione direttamente attraverso il motore, cosa che oggi si fa molto facilmente con un inverter).
P.S. hai perso solo un occasione in più per tacere e risparmiarti una figura di m…
Ma sei così arrogante da non rendertene neanche conto!!!!!
Moreno, capisco l’esasperazione di avere a che fare con certi personaggi. Ma gli insulti no.
Salve Massimo. Mi scuso con voi (non di certo con lui perché con me quabdo uno se le cerca trova pure.. ) e ringrazio per la giusta “censura” applicata.
3,7 kW è quello che l’utente elettrico VUOLE! Non stressa la batteria, può lasciarla ferma per parecchie ore senza temere di ostacolare altri, lavora con la corrente monofase a 240 volt.
Da noi con il criceto.
Cocainomane, mi raccomando. Altrimenti non rende abbastanza🤭
Se solo l”E-CAT buttered di Rossi non fosse finito in niente…
Mannaggia, hai ragione. Un vero peccato.