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A Genova i fumi delle navi fanno salire di 140 volte le polveri sottili

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Fumi delle navi in porto a Genova

A Genova quando le navi attraccano e restano in stazionamento con i motori accesi fanno salire di 140 volte la concentrazione di polveri sottili. Questo il verdetto della misurazione fai da te ma con il sostegno di professionisti internazionali della qualità dell’aria.

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I fumi sono ben visibili, associazioni e cittadini si sono rivolti agli esperti per misurare l’inquinamento

La rilevazione arriva il giorno dopo l’annuncio della nuova proposta di Direttiva europea sulla qualità dell’aria che suggerisce di avvicinare i limiti della qualità dell’aria a quelli indicati dalle Linee Guida dell’OMS, è frutto del lavoro di Cittadini per l’aria insieme al Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest. E soprattutto con il contributo tecnico di due esperti internazionali nelle misurazioni: Axel Friedrich e Kare Press-Kristensen di Green Transition Denmark.

Oltre le polveri, forte concentrazione di black carbon

Le associazioni hanno anche fatto  un  monitoraggio del black carbon attraverso appositi monitor sulle finestre di due case di cittadini di Genova. Il risultato? “Le concentrazioni hanno raggiunto in un’abitazione picchi di 24.000 nanogrammi e nell’altra 12.000 nanogrammi, con medie anche molto elevate“.

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Il monitoraggio del particolato al porto di Genova

I cittadini per l’aria sottolineano che “i dati  del monitoraggio rivelano con chiarezza che chi, come la gran parte dei cittadini di Genova, si trova esposto ai fumi delle navi, che si spostano a seconda della direzione del vento, respira concentrazioni di polveri sottili molto pericolose per la salute“.

In concreto sottolinea l’associazione: “È ormai pacifico nella comunità scientifica che respirare aria inquinata – in particolare ai livelli misurati a Genova in questi giorni – può determinare l’insorgenza di tumori e patologie neurologiche, oltre ad aumentare l’incidenza e aggravare patologie preesistenti come la bronchite cronica, l’asma, la fibrosi polmonare e l’enfisema“.

Ma non è finita qui: “Un’elevata concentrazione di inquinanti atmosferici causa l’infiammazione delle vie aeree e, anche dopo un’esposizione breve, una riduzione della funzionalità respiratoria e l’alterazione del ritmo cardiaco. Tutto questo può risolversi – in soggetti a rischio – in ischemie e infarti in grado di causare la morte“.

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Misurare il livello delle polveri ultrafini nei porti

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A Genova le emissioni sono un evidente problema sanitario

Sono le considerazioni esposte durante  l’incontro  “Verso un trasporto marittimo pulito nel Mediterraneo” (leggi qui) dove si è parlato della nuova proposta di Direttiva sulla qualità dell’aria.

Cosa annuncia? Nelle aree portuali si devono monitorare le polveri ultrafini.  Applaudono i cittadini genovesi. “Finalmente prendendo atto della gravità delle situazioni nei porti oggi troppo spesso del tutto sprovvisti di monitoraggi dedicati a questo tipo di inquinamento. La proposta prevede altresì che nelle aree nelle quali si stima di non poter rispettare i limiti che entreranno in vigore nel 2030 debbano essere attivati con anticipo piani per la qualità dell’aria che consentano di rispettarli tempestivamente”.

Questi i nuovi limiti ipotizzati: concentrazioni medie annue di 10 μg/m³ PM 2.5 e 20 μg/m³ per quanto riguarda il PM10 e NO2.

Gerometta: “Gli armatori disprezzano la salute pubblica”

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i densi fumi dalle navi

Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria: “La situazione delle emissioni in porto a Genova indica come gli armatori ostentino disprezzo della salute pubblica e come ad essi venga ancora concesso di inquinare senza che siano messe in atto azioni sufficienti per proteggere la popolazione”.

Le proposte? “Questi fumi possono rientrare entro limiti accettabili impedendo innanzitutto l’accesso in porto alle navi più inquinanti che, molto spesso, sono vere e proprie carrette del mare che risalgono a volte addirittura agli anni ‘50″. Sulla stessa linea Enzo Tortello, presidente del Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest: “Ben vengano nuovi limiti più rispettosi della salute dei cittadini con la speranza che vengano messi in atto dei sistemi che permettano di verificare che tali limiti siano effettivamente superati”.

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1 COMMENTO

  1. E non dimentichiamoci delle raffinerie italiane che dal 2002 bruciano petroleum coke al posto del gpl seminando malattie, sofferenze e morte nella popolazione circostante.

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