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Ecolandia si visita in elettrico e con l’energia fatta in casa

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Un parco con trattorino, due ecobus, una C Zero,  zattera elettrica  e 3 e-bike. Tutti  alimentati da una mini centrale foto-eolica da 3,5 kw. Si sperimenta pure una pista che produce energia. Benvenuti a Ecolandia, a Reggio Calabria.

Tutto in elettrico e tutti i mezzi alimentati con l’energia prodotta in casa. Ecolandia è un vero parco off-grid, ottimo per far conoscere, non solo ai bambini, le grandi opportunità della transizione verso una società ad emissioni zero. L’area è del Comune di Reggio Calabria e si estende per 10 ettari intorno alla Batteria Gullì, una fortezza militare costruita alla fine del 1800. Negli anni ’90 del secolo scorso era fortemente degradata, ma con i fondi europei fu riqualificata per ospitare l’interessante esperienza di Ecolandia.

Un parco per conoscere la sostenibilità

Il trattorino che si carica nella centralina

Cosa si può vedere e fare nel parco? Ci sono diversi percorsi tematici: su acqua, terra, aria, fuoco, poi l’itinerario infanzia e quello definito “forte” dedicato all’esplorazione del monumento militare. Molto ricco il programma delle attività  con musica, incontri, laboratori. Un giacimento di azioni ecologiche e sociali come il “Parco SuperAbile” dedicato alla fruizione delle persone diversamente abili.

La mini centrale per caricare i veicoli

La centralina eolica fotovoltaica

Uno degli aspetti più interessanti di Ecolandia è la mini centrale foto-eolica da 3,5 kW  che, ci assicurano dal parco, soddisfa le esigenze energetiche: “Merito delle caratteristiche meteo climatiche dell’area dello Stretto, molto ventilata e con un’ottimo indice di insolazione“. Elementi positivi che si traducono “in circa 5000 kW/h di energia prodotta ogni anno. In questo modo si caricano le batterie delle due colonnine che alimentano tutti i mezzi elettrici – sottolineano i responsabili -. L‘abbiamo installata nel 2014 ed  è uno dei frutti del lavoro con il “Polo di innovazione ambientale e rischi naturali”, aggregazione di imprese collegate agli  enti di ricerca come Università e CNR“.

I mezzi elaborati da un’azienda locale

I  veicoli, finanziati dalla Regione, sono stati elaborati da un’azienda locale. Per essere più precisi da Irenova, una start up promossa da “Polo Net”  che lavora su assemblaggio e personalizzazione dei mezzi elettrici. Il trattore è stato realizzato per i servizi di manutenzione del parco e si è rilevato un buon acquisto: “Molto utile e adatto a percorrere i sentieri acciottolati e gli ‘off-road’ che contraddistinguono la collina su cui sorge Ecolandia – spiegano i responsabili del parco-. Gli ecobus sono adibiti al trasporto dei turisti e delle comitive di studenti che frequentano il parco per le loro attività ricreative e didattiche“.

La centrale copre il fabbisogno del parco

La ricarica delle batterie ha una durata media di circa 5/6 ore e garantisce l’autonomia sufficiente per i servizi di visita e di assistenza: dalle 10 alle 18 per circa 20 km di percorrenza. Nella centralina si carica anche la “Citroen C Zero” e le bici elettriche. Il parco comprende anche “Mobilab”, furgone alimentato a metano, ma la parte elettrica utilizza l’energia generata da un pannello montato sul tetto.

La  zattera di Omero, ma elettrica

La zattera con i motori elettrici

Mobilità a emissioni zero anche nel laghetto ovvero uno specchio d’acqua artificiale ricavato in una parte del fossato di cinta del forte appositamente impermeabilizzato e reso navigabile. La zona umida, scelta anche come luogo di sosta dagli uccelli migratori, viene attraversata a bordo di una zattera costruita secondo la descrizione di Omero nell’Odissea e dove si rievocano alcune delle tappe del viaggio di Ulisse. La zattera è spinta da due motori elettrici da 1 CV alimentati da batterie collegate in parallelo.

La pista per produrre energia 

La pista rossa

C’è anche un progetto di economia circolare con la “pista rossa” realizzata dalla polvere esausta degli estintori e da copertoni di automobili.  Un’opera della Cadi, un’impresa storica di Reggio Calabria impegnata nel settore della prevenzione degli incendi, in sinergia con il dipartimento dell’Università Mediterranea della città che si occupa di trasporto. Ma non è finita qui: “Il percorso è stato arricchito nella parte terminale di una postazione piezoelettrica, per sperimentare la trasformazione dell’energia cinetica in energia elettrica e di una speciale vernice fluorescente capace di rilasciare di notte le radiazioni solari assorbite durante il giorno”.

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