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A Be Charge i fondi del progetto CINEA

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A Be Charge, assistita da CDP, i fondi del progetto CINEA, l’Agenzia esecutiva europea per clima, infrastruttura e ambiente. Il piano italiano tra i 24 scelti.

a be chargeA Be Charge uno dei 24 budget UE per reti ad alta potenza

La CINEA gestisce i programmi della Commissione europea che contribuiscono alla decarbonizzazione e alla crescita sostenibile. Ora ha selezionato il progetto di Be Charge per la realizzazione di una delle più grandi reti di ricarica ad alta velocità in Europa. Tra gli obiettivi della società del gruppo ENI-Plenitude rientra quello di costruire entro il 2025 una delle più grandi infrastrutture ad alta potenza. Puntando sui corridoi di trasporto europei (TEN-T), le aree di parcheggio e i principali nodi urbani in 8 Paesi: Italia, Spagna, Francia, Austria, Germania, Portogallo, Slovenia e Grecia. Il progetto è selezionato nell’ambito del Connecting Europe Facility, programma di finanziamento dell’Unione Europea. E più precisamente nell’Alternative fuels infrastructure facility a sostegno delle infrastrutture di trasporto, che riguarda tra l’altro la ricarica dei veicoli elettrici e l’idrogeno.

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Paolo Martini di Be Charge.

CDP come implementing partner

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha agito come partner esecutivo della Commissione Europea (implementing partner). L’AD di Plenitude, Stefano Goberti, spiega: “L’importante contributo concesso dalla UE, in sinergia con Cassa Depositi e Prestiti, è un riconoscimento di grande prestigio per la nostra azienda. A beneficio dell’Italia e dell’Europa. Si inserisce a pieno nel piano strategico di Be Charge, che punta a sviluppare una rete di ricarica europea ad alta potenza per veicoli elettrici. Collegando le principali vie di comunicazione del continente e i centri urbani”. Euforico il n.1 di Be Charge, Paolo Martini, che ringrazia la squadra: “Questo è un grande risultato per il team e per l’azienda, sono orgoglioso di essere parte di questa fantastica squadra  So che continuerete a lavorare sodo e a fare sempre più la differenza nel settore“.

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1 COMMENTO

  1. Bene!
    Ma il problema nei progetti non è realizzarli, il problema è manutenerli una volta terminati. Spero che nel progetto ci sia anche l’attivazione di procedure e personale addetti al controllo ed all’immediato intervento per la soluzione, se necessario in loco, degli eventuali problemi.
    Bello che ci siano tante colonnine, pure veloci, ma se si guastano e 1) non lo sai perché non ti avvisano, 2) nessuno fa niente per mesi, le cose non possono andare bene. Più colonnine richiedono più interventi, è matematico. Ed oggi non va tutto benissimo, da quel che leggo. Se non si adeguano, come procedure ed organici…
    E’ la manutenzione, ordinaria e straordinaria, ad essere la parte “difficile” in ogni progetto.
    Vedremo! Certo è che noi italiani siamo storicamente bravi a fare progetti (magari risparmiando poi sul materiale utilizzato dopo aver vinto gare al ribasso non sostenibili, tanto nessuno controlla), ma normalmente siamo pessimi a gestirli una volta terminati. Dai ponti alle infrastrutture tecnologiche.

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