Home Tecnologia Magneti Marelli e Minarelli, il motore elettrico all’italiana

Magneti Marelli e Minarelli, il motore elettrico all’italiana

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Saranno made in Bari i motori della svolta elettrica di Harley Davidson; e potrebbero essere made in Bologna anche i propulsori dell’intera nuova generazione di e-scooter firmati Yamaha.

Il primo sarà prodotto dalla Magneti Marelli nello stabilimento pugliese (ma sviluppato nel centro ricerche e sviluppo di Bologna), i secondi potrebbero essere realizzati alla Motori Minarelli di Lippo di Calderara, azienda che, dopo l’ingresso nel gruppo nipponico del triplo diapason, è diventata il polo produttivo di tutti i motori termici che equipaggiano gli scooter venduti sul mercato europeo.

In questo caso, però, si tratta solo di un’ ipotesi ventilata dall’azienda e subito raccolta dai sindacati preoccupati per il progressivo ridimensionamento dell’occupazione. Solo pochi anni fa nello stabilimento bolognese lavoravano 500 dipendenti, ora scesi a 201 dopo la dura vertenza che l’estate scorsa ha portato al licenziamento di 58 addetti. La settimana scorsa, a sorpresa, 13 dipendenti sono stati richiamati al lavoro. Di fronte allo stupore dei sindacati l’azienda ha prospettato novità in arrivo dal quartier generale giapponese legate a nuovi progetti di scooter elettrici.

Yamaha elettrica alla bolognese?

Al momento Yamaha è una delle grandi delle due ruote che ancora non hanno in listino veicoli elettrici. Finora ha fatto una sola breve apparizione nel mondo delle moto a zero emissioni con lo scooter E-Vino proposto sui mercati asiatici circa tre anni fa, senza grande successo.

Il prototipo Yamaha PES1

Qualcosa si è visto anche nel segmento moto con i progetti PED1 e PES1, una stradale e una enduro. Entrambe, per ora rimaste concept. Così come la strabiliante MOTOROiD, un prototipo di moto-robot a guida autonoma in grado di restare in equilibrio senza pilota e di rispondere a comandi a distanza, mostrato al salone di Tokio lo scorso anno.

Il concept MOTOROiD

Il salto al mass-market degli e-scooter sarebbe però imminente e Motori Minarelli potrebbe diventare il polo produttivo europeo anche per i motori elettrici di piccola taglia che li equipaggeranno. I sindacati non si fanno troppe illusioni, ma sottolineano da un lato il recente rafforzamento del reparto R&S interno, dall’altro le competenze elettriche diffuse sul territorio bolognese dove già operano da anni Ducati Energia e Magneti Marelli.

Quattromila motori per la LiveWire

la LiveWire nel film Avengers

Per quest’ultima le prospettive di diventare un’eccellenza nella rivoluzione elettrica sono molto più concrete. La notizia che lo stabilimento barese dell’azienda del gruppo Fca ha ricevuto da Harley Davidson la commessa per produrre 4 mila motori elettrici che equipaggeranno la supermoto elettrica LiIveWire, sul mercato dal 2019, non è stata smentita.

E non sono state smentite nemmeno le voci che indicano nella Marelli il prossimo produttore di tutti i motori per le future Chrysler elettriche. Proprio nel centro ricerca e sviluppo Magneti Marelli di Bologna, del resto, sono state progettate e messe a punto tutte le soluzioni di elettronica e meccatronica proposte per il settore automotive e Motosport.

Alcuni elementi del Kers Magneti Marelli

Dal 2008, per esempio, il centro ricerche bolognese lavora sul dispositivo Kers (recupero di energia in frenata e dalle turbine dei gas di scarico) che equipaggia la Ferrari in Formula Uno, e qualche anno fa ha progettato e realizzato tutta la parte elettrica del modello La Ferrari, unica ibrida firmata dal Cavallino.

Prove generali con Mahindra

Oggi fornisce inverter, Vehicle control Unit (VCU) e motore elettrico alla scuderia indiana Mahindra in Formula E. Si tratta di un motore da 200 kW (280 cavalli), come da regolamento, realizzato con rotori in titanio, housing (struttura esterna) in alluminio e cuscinetti in ceramica. Gira a oltre 20.000 giri/min con tempi di risposta in potenza nell’ordine dei 10 millisecondi. L’inverter elabora 20.000 volte al secondo le correnti che vengono erogate al motore e che possono raggiungere fino a 1.000  ampere.

Nulla si sa, ovviamente, sulle caratteristiche tecniche del motore made in Bari che dovrebbe equipaggiare la Harley Davidson elettrica. La casa di Milwake si è limitata a dire che la LiveWire avrà un’autonomia di 100 miglia, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 4 secondi, e potrà raggiungere i 200 km/h. Magneti Marelli potrebbe essere stata scelta per la tradizionale capacità di progettare soluzioni semplici, essenziali e leggere (vedi il cambio robotizzato realizzato qualche anno fa come alternativa ai più complessi e costosi cambi automatici classici) tipiche dell’approccio “marelliano” all’esigente settore dell’automotive.

Solo l’altro ieri il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha deciso di scorporare Magneti Marelli da Fca Spa con la prospettiva di quotarla in Borsa entro i primi mesi del 29019, come già avvenuto per la Ferrari. Secondo stime del mercato potrebbe esser valutata tra 3,6 e 5 miliardi. La società, più volte nel mirino di possibili acquirenti, impiega 43mila persone in 19 Paesi nei quali opera. Nel 2017 è accreditata di ricavi per 8,7 miliardi e utili core di circa 840 milioni. Proprio le prospettive di sviluppo al traino del previsto boom della mobilità elettrica potrebbero essere, secondo gli analisti, una delle ragioni dell’operazione. Magneti Marelli, insomma, potrebbe diventare uno  dei protagonisti mondiali della rivoluzione elettrica.

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