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7 cose che ancora non so sull’auto elettrica

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7 cose che ancora non so sull’auto elettrica. Concetti che possono sembrare banali per chi guida elettrico da tempo, ma non lo sono per chi si avvicina ora.

7 cose che ancora non so / Siamo sicuri che le elettriche siano più ecologiche? (1)

7 coseC’è molta confusione sotto il cielo (e molta voluta disinformazione). Ci scrivono persone che hanno letto qua e là che la produzione delle batterie comporterebbe emissioni di CO2 tali da rendere le elettriche una bomba ecologica. Non è vero, è una fake-news. Ci sono decine di studi indipendenti a certificarlo, uno firmato dall’Agenzia europea per l’ambiente , l’AEA. E sono le stesse Case automobilistiche a dirlo, a partire da gruppi come Volkswagen e Mercedes. Nell’intero ciclo di vita, produzione e smaltimento delle batterie compresi, le elettriche sono sempre e comunque più virtuose. E, considerato che ai produttori il passaggio all’elettrico sta costando investimenti enormi: che interesse avrebbero a dire il falso?

7 cose…/ Come misuro i consumi, senza serbatoio? (2)

7 cose
Il livello della ricarica e i km residui possono essere sul display del cruscotto (qui la Renault Zoe).

Siamo cresciuti misurando i consumi in litri: quanti ne servono per percorrere una certa distanza. O quanto strada si fa con un solo litro. Qui si ragiona in kWh, l’unità di misura per l’energia che viene ospitata nel pacco-batterie, che è un po’ il serbatoio della nostra auto. In genere le Case produttrici offrono un dato: quanti kWh servono per percorrere 100 km. Non è difficile, da lì, calcolare quanto km se ne fanno con un solo kWh. Attenzione: si tratta di consumi medi, rilevati su un percorso misto tra città, strade extra-urbane e autostrade. Ma dobbiamo sapere che in città le auto elettriche consumano molto poco, meno del valore medio. Tutto il contrario in autostrada, dove i consumi sono ben superiori alla media.

Ma quanto costa ricaricare? Meno della benzina? (3)

Costa sicuramente meno della benzina, a parità di percorrenza. Quanto, esattamente? Dipende da che fretta avete e da quale gestore scegliete. Se ricaricate a casa, lentamente quindi, spendete in genere 20-22 centesimi al kWh. Per fare quanta strada? Dipende da macchina a macchina, come peraltro nei modelli a benzina, i consumi salgono man mano che passiamo dalle citycar ai Suv e alle auto sportive. Ma in genere si può dire che si va dai 4 km al kWh per le vetture più energivore ai 7 km abbondanti di quelle più virtuose.

7 cose
Una ricarica EVA + dell’Enel, con presa DC da 50 kW.

Se invece ricarichiamo nelle colonnine pubbliche, su strada, il prezzo varia a seconda della potenza (e quindi della velocità) di ricarica. Enel X, che gestisce la rete di ricarica più capillare, ha prezzi che vanno  che vanno dai 40 centesimi al kWh per le ricariche in AC, più lente, ai 50 delle colonnine DC, più veloci. Ogni gestore ha una sua offerta, un po’ come nei telefonini, e ognuno deve trovare quella tagliata sulle sue esigenze

Ma è vero che si guida “con un piede solo”? (4)

Sì, in genere si guida solo con il piede destro. Perché le auto elettriche hanno una caratteristica fondamentale: rilasciando dolcemente il pedale dell’acceleratore, la macchina provvede a rallentare. In genere senza bisogno del freno, che si usa solo se occorre accentuare la frenata, soprattutto in situazioni di emergenza. Questo rallentamento “dolce” ha una funziona fondamentale: attiva la cosiddetta frenata rigenerativa. Il motore inverte la polarizzazione e l’energia necessaria a rallentare l’auto viene utilizzata per ricaricare la batteria.  E quindi aumenta l’autonomia di percorrenza della nostra auto. È un po’ come tornare a scuola guida, ma qui si impara da soli, con l’uso: in breve si capisce che più la guida è dolce e più si risparmia. Ancor più che su un’auto tradizionale.

E che bollo e parcheggi non si pagano? (5)

Ebbene sì: in quasi tutte le regioni e le città italiane ci sono questi che possiamo considerare dei veri e propri incentivi. Che si aggiungono agli eco-bonus statali (e a volte anche locali) previsti in fase di acquisto. In genere si ha diritto anzitutto a: parcheggiare gratuitamente sulle strisce blu e accedere alle zone a traffico limitato, le famose ZTL. Quanto al bollo, l’esenzione totale è di 5 anni. Un vantaggio non solo economico, vista anche l’eliminazione di una scocciatura legata a una delle tante scadenza che costellano la nostra vita quotidiana. Dopo 5 anni, generalmente, la tassa di circolazione è ridotta del 50%.

Che cosa serve per ricaricare a casa? (6)

7 coseIn teoria nulla vieta di ricaricare con la spina di casa anche avendo un normalissimo impianto domestico da 3 kW di potenza. Ma, per maggiore sicurezza e per ottimizzare i consumi, gli esperti consigliano caldamente l’acquisto di una wall-box. Ovvero di una scatoletta che si monta nel garage di casa e consente una ricarica intelligente (qui il nostro LISTINO con tutti i prezzi). Può essere programmata anche a distanza, per prelevare energia nelle ore in cui è meno costosa e per iniziare e interrompere la ricarica a piacimento. Ricordate che ci sono incentivi nazionali ( e spesso locali) per l’acquisto delle wall-box. E valutate se è meglio aumentare la potenza di casa, per far sì che la ricarica sia più rapida e che ci siano kW a sufficienza per tutte le necessità. Non è per niente complicato, chiedete al vostro fornitore.

Il problema del cavo: quale usare per le colonnine? (7)

I dubbi spesso toccano anche chi l’elettrica l’ha già comprata, come dimostra questa mail inviataci da Alessio: Ho da poco comprato una Hyundai Ionic completamente elettrica. Vorrei comprare un cavo che dall’auto entri dentro le colonnine Enel X. Mi sapreste consigliare quale tipo? L’auto non ha in dotazione il cavo per le colonnine Enel X. Ma solo il cavo per ricarica entrata-auto uscita-casa (che per una ricarica completa ci mette 28 ore). Non riesco a capire quale cavo serva per Enel X. Logicamente per l’auto so qual è l’entrata, ne ha addirittura 2, una penso per la ricarica fast. Ma per la colonnina Enel X non riesco a capire quale entrata del cavo sia. Potreste mandarmi un link del cavo, entrata e uscita, che vada bene per qualsiasi colonnina? “.

La questione del cavo va risolta prima di acquistare l’auto. Partendo da un presupposto: che è meglio dotarsi di due connettori. Uno per le prese tradizionali  (Tipo 1) e uno per le colonnine pubbliche (Tipo 2, foto sopra) , come appunto Enel X. Con l’auto, di solito, viene fornito un solo cavo, va acquistato anche l’altro, magari via Amazon, per avere entrambe le possibilità di rifornirsi. 

— Oltre a queste 7 cose, hai altre curiosità sull’auto elettrica? Scrivici qui sotto

 

 

 

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30 COMMENTI

  1. si trovano molte info sul fine vita delle batterie delle auto… ma pochissimo del fine vita delle infrastrutture di ricarica. La diffusione delle così dette colonnine di ricarica dovrà prevedere, nell’ottica dell’economia circolare, anche il riciclo / ricondizionamento / smaltimento di queste … dove posso trovare informazioni in merito?

    • Le colonnine sono dispositivi elettrici identici alle lavatrici o ai Phon. Non contengono materia prime rare o potenzialmente inquinanti, quindi si riciclano nella stesso identico modo. Diventano rottami ferrosi che vengono ri fusi.

  2. Attenzione al cavo, questo deve essere trifase se il caricatore interno è trifase e va bene anche nel caso il caricatore sia monofase, ma in quel caso si può acquistare anche un caso monofase leggermente più economico.

    • Ottima domanda !
      Conviene veleggiare per quanto possibile; nel senso che quando freni l’energia cinetica viene trasformata in elettrica che poi verrà trasformata nuovamente in cinetica , questa doppia trasformazione ha un rendimento non superiore al 85 %

  3. Valutiamo anche questo: quanti gas tossici emette un diesel di 5 anni? e di 10? e se non è regolarmente mantenuto? L’auto elettrica emette zero per tutta la vita. La tecnologia sta migliorando velocemente l’impatto in CO2 delle batterie. E poi preferisco tenere sotto controllo le emissioni alla fonte piuttosto che lasciare che ogni automobilista sparga veleni senza alcuna remora.

  4. Io i, penso che quando le useremo tutti ,le batterie , che sono tossiche e non certo ecologiche inquineranno peggio di un disel di prima generazione. Per ora le batterie sono altamente inquinanti . Quindi passiamo dall’aria alla terra e le falde acquifere,. Pensateci invece di farvi abbindolare.

    • Per le batterie ci sono programmi di riutilizzo in quanto tali e programmi di riciclo dei materiali, portati avanti anche da nuove imprese che si dedicano a questo. Conosci qualcuno che sappia riciclare i gas di scarico ?
      Per l’inquinamento delle falde acquifere potremmo parlarne per mesi e le batterie arriverebbero all’ultimo minuto dell’ultimo giorno… A meno che tu non dia per scontato che tutto venga dato in gestione alla mafia che sotterra qualsiasi cosa dove le capita

  5. Appena acquistato una Nissan Leaf: in dotazione ci sono 2 cavi, uno per casa ed uno per colonnine.
    Il concessionario mi ha solo suggerito di usare delle prese di corrente con cavi “grossi” ed impianto ben fatto ma parlando di sezione dei file è caduto “dal pero”!!!
    Per il risparmio sulle emissioni credo sia molto importante definire la provenienza della corrente; nel mio caso proviene da impianti fotovoltaici e quindi credo che il risparmio sulle emissioni sia il massimo possibile.

  6. Vorrei far presente, e lo dico da utilizzatore di auto elettrica avendone appena acquistata una, che anche voi di vaielettrico.it tendete a buttare li informazioni un po’ tendenziose. Ad esempio per tirare acqua al mulino dell’elettrico (che poi è anche il mio, ma farlo a tutti i costi dicendo anche cose fasulle non va bene) affermate che con l’elettrica in quasi tutte le città si ha diritto ad entrare nelle ZTL e parcheggiare gratuitamente negli stalli blu. NON E VERO. Diciamo le cose come stanno. Ogni comune può fare come gli pare 3 esempi per tutti: lucca prevede l’accesso alle ZTL solo dopo aver pagato un obolo annuale di 100€ alla società che gestisce la cosa. E sempre alla stessa società bisogna comunicare la targa per poter parcheggiare gratis negli stalli blu (brava Lucca). Livorno: previo il comunicare la targa alla società che gestisce i parcheggi, si può usufruire gratis di una parte degli stalli blu (ma non di tutti, solo di quelli per cui c’è una delibera etx etc segnata sul cartello all’inizio della via.. giungla). Mentre le ZTL forse si forse no…i vigili stessi non sono sicuri. A Pisa danno certezze. L’accesso alle ZTL solo ai residenti… auto elettrica o meno non gliene frega niente l’accesso è sempre negato. Sempre a Pisa fanno cassa e le strisce blu le pagano tutti elettrico e non (i soldi son soldi e li li voglio tutti). E potrei continuare. Quindi non sbanderiamo finte verità. Diciamo che se siamo fortunati nel nostro comune non pagheremo il parcheggio altrimenti….Mentre per il bollo il panorama va dal gratis x tutta la vota del veicolo ad es. Lombardia, al 25% dopo il 5° anno in toscana… probabilmente con regione che stanno a metà strada. Ma tutto ciò non durerà in eterno..i soldi del bollo quando il rapporto del parco auto circolante si sbilancerà verso le elettriche le regioni li rivoranno intascare…

    • Neanche il mio comune prevede sconti, qui la sosta la si paga per intero. Inoltre è palese che con l’aumentare del parco auto l’accesso alla ZTL sarà limitato perché i sindaci non vogliono una invasione di auto nei loro centri storici, siano esse elettriche o a benzina

  7. Io sul punto 1 continuo ad avere forti perplessità. I report non sono affatto chiari, spesso parziali, e spesso non consentono di “spacchettare” il risultato per capire bene in quali casi il rapporto tra i modelli confrontati può cambiare. Faccio solo un esempio collegato ad un articolo che ho letto di recente (fonte ANSA: https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2020/10/21/autonomia-auto-elettriche-aumentarla-fa-salire-impatto-co2_b018eea4-bf19-40ef-a9e9-c0261a248853.html ), in pratica giustamente si fa notare come migliorando l’autonomia con batterie più grandi s’impenna l’inquinamento delle auto elettriche (la massima emissione di un’auto elettrica la si ha proprio per la costruzione delle batterie): con le ricerche in corso è difficile, ad esempio, paragonare l’inquinamento prodotto da una Lucid Air con una BMW o Mercedes di pari categoria. Quanta CO2 si risparmia? E quanti km sono necessari per raggiungere il “vantaggio” dell’elettrico?

    • Di studi molto autorevoli ce ne sono tanti e tutti chiarissimi. vedi: https://www.vaielettrico.it/i-veicoli-elettrici-a-zero-emissioni/. Più chilometri si percorrono, più aumenta il risparmio dell’elettrico rispetto al termico. A seconda dei modelli, e del mix energetico con cui essi sono prodotti, il pareggio può essere a 50 mila, 100 mila o 150 mila km. Se una maggior autonomia abilita l’uso dell’auto elettrica a categorie di grandi viaggiatori il risparmio nelle emissioni nell’intero arco di vita può essere molto significativo anche per auto con batterie molto capienti. Vedi il caso di molti clienti Tesla.

      • Beh se parliamo proprio di Tesla c’è lo studio di Ifo https://www.ilsole24ore.com/art/una-tesla-model-3-emette-piu-co2-una-mercedes-turbodiesel-c220d-ACwk9i4 che dimostrava che una Tesla inquinava più di una Mercedes considerando la vita dell’auto a 150000 km. Capisco che ci sono tante precisazioni da fare, però io resto scettico perché tante variabili continuano a non entrare nell’equazione, a cominciare dalla maggiore CO2 necessaria per la manutenzione delle strade che, per via delle auto elettriche (più pesanti), si logorano prima.

        • L’articolo citato da Enzo è vecchio di un anno ed è molto di parte .
          Ad esempio una model 3 viene paragonata con una auto che ha 1/4 della potenza !
          Capisci che NON affidabile

          • Il problema non è la potenza, il problema è la batteria. Le auto con grande batteria emettono complessivamente nel loro ciclo di vita più CO2 di un’auto diesel. Oggi è così, magari domani il processo di produzione migliorerà. Lì non c’entra la potenza, lì c’entra il prezzo di acquisto ovvero a parità di euro quale delle 2 berline compro (una più lussuosa e blasonata, l’altra più moderna e potente). E il paragone è per forza questo perché l’acquirente della Tesla Model S o Model 3 tipo non è un acquirente di una Corvette di pari potenza, è uno che se Tesla non avesse tirato fuori dal cilindro una berlina elettrica avrebbe acquistato una berlina Volvo, Mercedes o BMW, ovvero un’auto della stessa classe / segmento con lo stesso prezzo.

        • Ok, allora aggiungiamo alle Mercedes la CO2 emessa per la manutenzione delle strade a causa delle cisterne che trasportano il carburante. O quella emessa per rimediare ai disastri delle petroliere. Via, non arrampichiamoci sugli specchi!

          • Io non sottovaluterei il problema né sul fronte CO2 né sul fronte micropolveri e inquinamento. Le micropolveri che si staccano dall’asfalto, dalle gomme e dai freni e si depositano sul fondo stradale, contribuiscono a circa la metà dell’inquinamento da traffico automobilistico. Pneumatici e asfalto vengono erosi per il peso e la circolazione del veicolo, producendo microscopici frammenti di metalli, minerali e gomma che poi si disperdono nell’aria e vengono inalate. Il peso di un’auto incide sull’inquinamento che lo stesso produce, è un dato di fatto. Di recente anche Macron ha deciso di tassare le auto che superano i 1800 Kg (graziando le elettriche …).

  8. Ho provato varie auto elettriche ed in tutti i casi ho avuto l’impressione che il venditore non prestasse la minima attenzione ad un punto a mio avviso importante: cavi e colonnina di ricarica. Alcuni esempi. Alla Tesla sorvolano dicendo di chiedere ad un installatore convenzionato. Alla Renault ti danno un cavo dicendo che pero’ non funziona a casa, per cui dovresti comprarne un altro. Anche li’, assistenza ZERO sulla questione colonnina, montaggio, settaggio, funzionamento, costo et cetera. Alla Hyundai, il tema non esiste. Sul sito VW c’e’ un configuratore ID.3. Ultimo passaggio: il cavo. N opzioni incomprensibili ai piu’. Assistenza colonnina: zero. Ora, chi ha gia’ un’auto elettrica come coloro che gestiscono questo sito, probabilmente sorrideranno. In realta’ vi assicuro che questo e’ uno scoglio incomprensibilmente sottovalutato. Una casa che voglia vendere auto elettriche ti dice: “per la colonnina, non ti preoccupare: ci pensiamo noi ed e’ compreso nel prezzo.”, senza se e senza ma, punto!!! Ora, ho il sospetto che in realta’ non vogliano vendere auto elettriche perche’ la domanda attuale in ogni caso supera i limiti fisici che le case impongono. Altri esempi. Ho provato una Zoe: mai ricevuto il preventivo via email nonostante l’abbia sollecitato due volte. Una Kona: idem. Alla Volvo sembra quasi di dare fastidio a chiedere dell’elettrico puro, anziche’ dell’ibrido. Alla VW se chiedi di una e-Up ti guardano male. Solo Tesla risponde. La redazione che ne pensa?

    • Ne pensa che è un’osservazione giustissima. Faccio il caso della Renault: con la Zoe 52 kWh ti danno il cavo Tipo 2 per le colonnine pubbliche in AC. Ma capita anche di ricaricare (non solo in un’abitazione privata, anche in molte colonnine Enel X) con la Tipo 1. Lì il cavo te lo devi andare a cercare su Amazon, sperando di azzeccare un prodotto di qualità (si maneggia corrente elettrica, non frutta secca). È un passaggio importante, nel quale il cliente si deve arrangiare, non va bene.

    • Ho acquistato una Smart elettrica un anno e mezzo fa: la smart box era inclusa nel prezzo di acquisto, ho solo dovuto chiamare l’installatore e concordare un giorno per il sopralluogo e uno per l’attivazione. Nessun problema.

  9. io credo che chi aquista oggi un elettrica nuova , debba scegliere innanzitutto ..
    la presa di ricarica 😀
    in pochi anni , molti connettori sono diventati obsoleti
    credo che OGGI lo standard de facto a prova di 10 anni ameno ,
    sia il ccs combo2
    che è l’unione di type 2 e chademo
    usato anche su tesla da model3 in poi
    le colonnine installate recentemente da un anno almeno
    hanno la spina ccs combo2 direttamente e l’utente non deve portarsi dietro nessun cavo in auto
    il ccs combo2 , permette di usare anche slolo il type 2 per caricare con l’alternata anche 3 fase a casa o in situazioni di precarie in strada

    la ccs combo2 è anche in continua con le colonnine di ultima generazione fino a 150 KW ,si è a posto per almeno un paio di lustri imho

    se puntate alle elettriche economiche come la ami , basta una ciabatta schuko per pc o un adattatore per la spina del frigo ..
    😀

    my 20 cent di ciabatta cinese

    • La ciabatta cinese è max 1500 W, ma non continuativi…io non me la rischierei… considerando che caricatori a 8 A (quelli forniti più piccoli) sono da 1,8 kW.

  10. Ottimi consigli, grazie.
    Io personalmente opterò per la ricarica domestica senza wallbox, programmando prima un ampliamento dell’impianto fotovoltaico (già di 3,9 kwh)
    In ogni caso,effettuare ricariche alle colonnine,per sentito dire,è sempre una giungla

  11. Altro AVVERIMENTO nelle colonnine rapide Enel (quelle con 2 prese in continua Combo2 e CHAdeMO) è permesso il funzionamento di una sola .
    Quindi se uno sta caricando con Combo2 la CHAdeMO non eroga e vice versa.
    Quindi prestare attenzione 🙂
    Ciao da Paolo

  12. Attenzione alla potenza di ricarica: spesso capita che che sia metà di quanto promesso.
    Durate una prova di una Nissan Leaf ho provato a ricaricare presso una colonnina doppia (da 22kW) in un supermercato di Abbiategrasso: eravamo in 2 io ed una e-Golf.
    Pur avendo un caricatore a bordo da 6 kW e la batteria solo al 10%, la colonnina ha limitato la potenza di carica a 3,6 Kw
    Ciao da Paolo

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