66 mila colonnine in Italia: la ricarica c’è

66 mila colonnine in Italia: un numero più che sufficienti per un parco circolante di auto alla spina ancora modesto. Nelle autostrade superata quota 1.100.

66 mila colonnine, la Lombardia resta largamente la più servita

L’ultimo rilevamento, al 31 marzo, è stato effettuato da Motus-e e parla di 65.992 colonnine attive, 11.828 in più rispetto a un anno primo e 1.601 in più rispetto al 31/12. Altro dato positivo: il tasso dei punti di ricarica installati, ma in attesa di connessione, è diminuito al 15,8%. Ma resta ancora molto lavoro da fare per velocizzare le procedure autorizzative e aumentare la partecipazione dei soggetti coinvolti nel processo.

66 mila colonnine Crescono anche i punti di ricarica sulle autostrade, fondamentali per abbattere i tempi nei viaggi lunghi: al 31 marzo 1.108 unità (dalle 942 del marzo 2024 e le 559 del marzo 2023). L’86% è di tipo veloce in corrente continua e il 64% supera i 150 kW di potenza. Il 45,5% delle aree di servizio autostradali è ora dotato di colonnine.

Tra le regioni, la Lombardia resta prima con 13.306 punti di ricarica, +3.148 negli ultimi 12 mesi, seguita da Lazio (7.040 punti, +1.899) e Piemonte (6.351 punti, +510). Bene anche Veneto (6.031 punti, +864) ed Emilia-Romagna (5.225, +709).

fabio pressi
Fabio Pressi, presidente di Motus-E: “Fase 2 per la ricarica in Italia”.

Pressi: “Siamo tra i migliori in Europa in rapporto al circolante”

Tra le Province, Roma si attesta nuovamente al primo posto per punti di ricarica installati (5.605 punti, +1.599 nei 12 mesi), seguita da Milano(4.414 punti, +1.168 nei 12 mesi), Napoli (3.046 punti, +367 nei 12 mesi), Torino (2.903 punti, +474 nei 12 mesi) e Brescia (1.867 punti, +267 nei 12 mesi).

Grazie all’impegno e ai massicci investimenti degli operatori della ricarica, l’infrastrutturazione del Paese per la mobilità elettrica ha raggiunto la Fase 2”, osserva il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. “L’enorme crescita dei punti di ricarica degli ultimi anni ci pone tra i migliori in Europa in rapporto ai km di rete stradale e al circolante elettrico. L’obiettivo ora è ripartire da questa solida ossatura per continuare a installare e a migliorare l’esperienza di ricarica a 360° gradi. Lavorando sugli hub ad alta potenza e sulla capillarità e omogeneità della rete… Accelerando al tempo stesso l’implementazione di tecnologie sempre più evolute al servizio degli automobilisti”.

  • LEGGI anche “Ricarica, Atlante gioca di squadra con Spark Alliance” e guarda il video qui sotto

 

66 mila colonnineLeggi anche: / La strategia di Enel X: non solo nuove aperture, migliorare anche le ricariche già esistenti

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Visualizza commenti (12)
  1. È inutile avere 6500 colonnine e non dire quante non sono mai state accese da decine di mesi (vero becharge? Vero, ewiva? ) o sono sempre malfunzionanti ( vero enelx? Vero ionity? Vero becharge?)

  2. RICCARDO DANESIN

    Articolo molto fuorviante. Solo 2 esempi: colonnine ewiva 300 kw a vittorio veneto e Conegliano. Le prime sono oltre 2 anni da attivare. Ho scritto mail e la risposta vaga non ha dato un riscontro con data. Le seconde sono dentro il concessionario audi e sempre da attivare da 2 anni. E di situazioni del genere ce ne sono migliaia. Oltre a colonnine rotte, non attivabili, non raggiungibili (dentro parcheggi a pagamento o privati). Per non parlare di colonnine usate come parcheggi per le ice.

  3. Com l’app nextcharge i 1100 punti di ricarica sull’autostrada sono fantasma. Da Varese a Bologna non me ne segna una! Controllato km per km sulla cartina. Se si esce dall’autostrada ok se ne trovano. Quindi attenti a ciò che si sostiene!

    1. Partendo da Varese fino a Bologna in autostrada trovi le Free to X nelle aree di servizio a Brughiera ovest, Villoresi ovest, San Zenone ovest, Somaglia ovest, Arda ovest, S.Martino ovest, Secchia ovest, La Pioppa ovest, Cantagallo ovest + Tesla Supercharger (appena fuori) ad Arese, San Giuliano Milanese, Melegnano, Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio Emilia (a breve), Modena, Casalecchio di Reno + altri vari operatori tra cui Electrip, Electra, Ionity, Ewiwa… Direi che ce ne sono parecchie a disposizione

  4. “…65.992 colonnine attive…”

    Attenzione che Motus-e parla di “punti di ricarica presenti”, non di “colonnine attive”…

    Nel report pubblicato lo scorso marzo e relativo all’anno 2024, Motus-e indicava un tasso di attivazione dei punti di ricarica pari all’84%, cioè 54.093 sui 64.391 presenti al 31/12/2024: a meno di una miracolosa accelerazione nella velocità di attivazione, di quei 65.992 punti di ricarica dovrebbero essere attivi circa 55.000, un numero comunque di tutto rispetto per i circa 300.000 BEV in circolazione in Italia.

  5. Sapendo che in autostrada ci sono 1.100 colonnire (e saranno certamente tutte FAST visto che servono a rifornitre chi è in viaggio); si potrebbe pensare che ormai non esiste più alcun problema per chi dovesse intraprendere un lungo viaggio con una BEV.
    Sembrerebbe infatti che anche chi ha una BEV (come chi ha un’auto termica) può benissimo mettersi in viaggio tranquillamente sicuro di portersi rifornire in una qualunque autostrada fermandosi alla prima area di servizio o magari decidendo di scegliere la successiva.
    Ed invece le cose sono molto diverrse.
    Forse chi non ricarica a casa (e penso che oggi siano in pochi risepetto al totale delle BEV vendute) da questo punto di vista è più fortunato degli altri perchè si sarà dovuto dotare di una o più tessere e di una o più applicazioni oltre che a qualche abbonamento.
    Ma pensiamo per un momento a chi ricarica dal suo contatore (e ripeto che questi sono in molti avendo probabilmente scelto la BEV sapendo di avere la possibilità di spendere un terzo di quello che spendevano con un’auto termica).
    Bene, costoro OVVIAMENTE non possono sottoscrivere un abbonamento con nessuno perchè costerebbe loro una spesa mensile fissa che non utilizzerebbero o utilizzerebbero molto poco.
    Questi hanno anche la fortuna di non dover scaricare ed imparare ad usare un’APP perchè per quando collegano la loro auto al cavo della propria wallbox o addirittura ad una presa Schuko di casa, non serve altro.
    Quindi finchè utilizzano l’auto in percorsi che rientrano nell’autonomia della loro BEV, sono veramente A CAVALLO.
    Ma quando dovessero decidere di fare un viaggio lungo allora essi sono i più sfortunati di tutti perchè devono inziare a studiare per tempo dove rifornirsi, sapere in quei posti di rifornimenti chi è il gestore erogatore, capire in che modo quel gestore fornisce energia (con un’APP, con una tessera e anche a che prezzo visto che dovrà rifornisi senza avere alcun abbonamento). Ovviamente dovranno individuare per tempo TUTTI i punti in cui avranno necessità di rifornirsi e per sicurezza dovranno anche individuare in ogni puunto non una ma più di una scelta per essere sicuri di potersi rifornire anche se una qualche colonnina è fuori uso o fortemente impegnata da altri utenti.
    Per ognuno dei punti così determinati dovranno procurarsi la tessera e/o l’APP necessaria e naturalmente imparare ad usarla.
    E per finire dovranno pagare i kW ad un prezzo sicuramente molto maggiore di quello a cui lo pagano a casa, ma anche con un ulteriore maggiorazione dovuta alla mancanza di un contratto di abbonamento con qualcuno.
    Io sono uno dei tanti che ha la fortuna di ricaricare dal mio contatore ed è per questo che ormai, pur essendo un appassionato della guida ho quasi eliminato totalmente i viaggi lunghi tanto che non ho mai utilizzato così tanto i treni.
    I gestori, a causa della loro stupida organizzazione, hanno perduto tutte le vendite che potevano fare a me e sicuramente a tanti altri come me e, come ho sempre detto, sono i principali responsabli della scarsa penetrazione dell’elettrico in Italia.
    Come di può pensare che un vecchio automobilista possa passare all’elettrico sapendo che anche se la quantità di colonnine è sovrabbondante, quasi nessuna di esse potrà essere utilizzata così come quando si riforniva di carburante?
    Come ho sempre detto, c’è una sola soluziomne a questo grande problema; consentire, così come avvviene per i carburanti, il rifornimento a TUTTI dotando le colonnine di lettori di lettori POS e anche di lettori di banconote!

    Franco Felliicò (franco@ffellico.com)

    1. Christian S.

      Spesso tante fuori uso?! Non mi risulta, basta controllare su una app di ricarica per notare che quelle in manutenzione o fuori uso sono veramente poche!

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