Home Le guide facili Fotovoltaico più accumulo? Conviene, ma non sempre

Fotovoltaico più accumulo? Conviene, ma non sempre

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Un nostro lettore, Carlo, di professione tassista, indubbiamente ben documentato e dotato di una spiccata capacità di analisi, ci manda un testo con cui motiva la scelta a favore di un sistema auto elettrica + fotovoltaico + accumulo, dopo avere visto il nostro articolo sulle proposte integrate di Audi e Nissan. Scrive Carlo:

Un tetto solare proposto da Tesla

«…Mediamente il rendimento di 24 Mq di pannelli (che abbia trovato in giro) è superiore a 3000 kWh/anno (ma ci teniamo bassi: diciamo nella mia regione che è la Liguria, mentre  al sud ovviamente sarebbe superiore). I consumi di una casa ad alti consumi possiamo dire che siano intorno ai 5000 kWh all’anno.
Una Nissan Leaf 2018 per uso privato (il daily ‘commute’), anche abitando fuori città come è invitabile a causa della mancanza di spazi nelle aree urbane, è improbabile che superi una percorrenza media di i 60-80 km al giorno che è pari a circa un 25-35% dell’autonomia; quindi, data la batteria da 40Kwh, sono almeno un’altra decina di kwh giornalieri… quindi, abbondando, circa 4000 kwh/anno, che aggiunti ai consumi domestici fanno un totale di 9-10.000 Kwh/anno per una famiglia ad alti consumi.  (io, essendo tassista, avevo fatto calcoli diversi per la macchina – per ovvie ragioni – e quindi i miei conti erano ulteriormente sovrastimati). Dato l’indicativo rendimento di cui sopra, servirebbe un impianto di circa 100 Mq (ergo un 10×10 metri). Con una casa indipendente, tra falde del tetto (o beatamente tegole fotovoltaiche della Tesla) più magari, invece di un garage per la macchina, una tettoia con ulteriore spazio per i pannelli, non è una superficie difficile da recuperare.

Il costo massimo di un impianto fotovoltaico è circa 2.000 euro/KWp (potenza di picco). Un impianto da 100 Mq ha una potenza di picco di 12-15 KWp. Quindi (abbondando) andiamo poco sotto i 30.000 euro.
A questi andrebbe possibilmente aggiunto (mia ‘piccola’ fissazione) il costo di un sistema di accumulo autonomo (per la totale indipendenza dalla rete). Andando di “gigantismo” (che preferisco… si fa sempre in tempo a risparmiare dopo – applicazione del “coefficiente ignoranza” ingegneristico), quindi volendo addirittura rendere la casa (e la macchina) autonome anche per 48 ore consecutive a consumi pieni e ricarica auto, servono batterie da 25 Kwh (con il bello che in caso di “emergenza” la rete casalinga può pescare anche dalla macchina ove non ancora completamente scarica).
Un PowerWall Tesla è un giocattolo da 13.5 Kwh… quindi, continuando ad abbondare, ne mettiamo 2. Costo: circa 8.000 euro cadauno, con installazione totale 16.000. Altre batterie, meno “branded” costano sicuramente meno.
Totale costo: 45.000 (mi ricordo che i miei calcoli erano un po’ più alti per l’uso “professionale” della macchina, ergo 3 PowerWall e maggiore superficie). Tanto, sicuramente, all’interno dell’acquisto di una casa nuova e relativi lavori, potrebbe incidere meno di quanto sembri.
Ora senza considerare gli sgravi fiscali ottenibili (che si avvicinavano al 50% dell’investimento – non conosco gli incentivi più recenti), e rifacendomi ai soli consumi risparmiati posso concludere con questi conti.
Auto: 70 (media) km/die = 25.000 km/anno = oltre 1.100-1.300 litri di benzina/anno = intorno a 2000 euro.
Casa: bolletta di famiglia con questi consumi = ca. 1500 euro/annui.
E’ ipotizzabile un risparmio di 3.500 euro annui. Quindi l’investimento è completamente ripagato in una dozzina d’anni. In realtà, considerando incentivi, meno gigantismo, l’esenzione dal bollo auto (e minor manutenzione) probabilmente in 5-6. Anche in quanto, mantenendo l’allacciamento alla rete, è possibile “rivendere” i Kwh in eccesso (che ci saranno sicuramente) alla rete medesima.
Nota: un impianto fotovoltaico dura facilmente una ventina d’anni con un perdita di rendimento di un po’ meno dell’ 1% annuo… quindi accettabile.
In parole povere, indicativamente, spendo 40-45.000 euro oggi, e ne risparmio più del doppio prima di dover pensare di rifare l’impianto… che con i trend attuali dopo 20 anni costerà molto meno e renderà di più.
Quindi si: è certo che, ragionando sul lungo periodo, l’ investimento in questo sistema porta i suoi frutti (e senza entrare nel merito “morale” ecologico).
Scusate se ho scritto senza particolare formattazione… ma ho preferito rispondere subito, prima di dimenticarmene.
Grazie per l’attenzione e saluti,
Carlo».

Il nostro parere: giusto ma….

 

Il ragionamento del nostro amico Carlo non fa una piega. A grandi linee _ e accettate le condizioni generali di partenza da lui indicate _  l’investimento in un sistema di ricarica domestica fotovoltaico-accumulatore-auto elettrica può generare un ritorno economico nel lungo periodo. Le variabili in gioco, però, sono un po’ più complesse di come le descrive Carlo e dalla loro combinazione esce un quadro molto variegato di situazioni: quel che può convenire in un caso specifico, può risolversi in una patta o addirittura in una rimessa in altri. Questo perché, allo stato attuale dell’arte della mobilità elettrica, il mix di tecnologie “green” oggi sul mercato e i costi delle stesse produce risultati non ancora largamente competitivi rispetto alla mobilità tradizionale. Perciò, in attesa che l’evoluzione tecnologica e industriale modifichi radicalmente i parametri di partenza,  sarebbero determinanti in questa fase incisivi incentivi pubblici sull’autoproduzione di energia, sullo scambio di energia con la rete, sull’acquisto dei veicoli e sulla circolazione degli Ev nei centri urbani.

CONTINUA CON: L’autoproduzione non basta mai

 

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4 COMMENTI

  1. questi conti sono di fatto esatti , il motivo è molto semplice la matematica non è un opinione , però quello che è dimostrabile con la matematica non ne consolida la garanzia di fatto che tra 20 anni avremmo in tasca 45.000 , il motivo è il semplice motivo che siamo in Italia ! Da quando sono stato svezzato ho potuto constatare che questo stato quando ha dato degli incentivi e il mercato si è saturato gettandosi a capo fitto sull’investimento , subito di fato è arrivato lo stato come un avvoltoio a prelevare l’ipotetico guadagno stimato , chiamiamolo cannone pannelli fotovoltaici , chiamiamolo tassa energetica , o tassa sulla luce solare o tassa sull’ombra , lo stato quando ci sarà il cambio di passo da fonti fossili alle fonti rinnovabili , si inserirà vanificando questi calcoli e a conti fatti sarà come essere collegati al filo che passa sopra la statale

  2. A fronte di una esposizione così dettagliata e chiara, con numeri ben spiegati, la riposta è un semplice “..un po’ più complesse”???. Mah. Avrei voluto vedere altrettanto impegno da parte di un giornalista.
    Complimenti invece a Carlo.

  3. Nei calcoli non si tiene conto dell’Inverter che ha una garanzia di norma a 5 anni e che ha una vita di progetto che mediamente non supera 8 anni pertanto su una vita dell impianto fv di 20 anni va considerata la sostituzione dell inverter che ha un costo del 16 per cento su impianto.Sostituzione di almeno due inverter nella vita dell impianto cioe’ altri 9000 euro.Non considero altri costi di manutenzione per semplicita’ .Se facciamo calcoli di affidabilita’ poi complessivi su tutti i sistemi ( ad esempio batterie al litio Tesla e loro vita di progetto) ci accorgiamo che il ragionamento in realta’ fa delle pieghe

    • Caro Rebolini, diciamo che i calcoli del nostro amico Carlo sono un po’ “spannometrici” (ma lo riconosce lui stesso, tenendosi abbondante) e infatti, commentandoli, abbiamo messo in guardia i lettori segnalando che l’investimento proposto può essere un affare ma non lo è sempre, e che senza incentivi pubblici il confine tra convenienza e rimessa è molto incerto. Non mi risulta comunque che l’inverter debba essere sostituito ogni 8 anni. Molte case lo garantiscono per 10 e danno la possibilità di estendere la garanzia a 20 anni, con costi sicuramente inferiori ai 9.000 euro che lei indica come costo di due sostituzioni. So addirittura di casi in cui l’inverter funziona da ben più di 10 anni, fermo restando che si tratta di oggetti ormai obsoleti e di certo i nuovi modelli, più evoluti, possono offrire prestazioni migliori anche dal punto di vista della durata. Anche le batterie, come giustamente dice lei, hanno un degrado. Ma è progressivo nel tempo e possono garantire l’80% della loro efficienza anche oltre i 6-7 anni di vita indicati dai progettisti per uso automobilistico.

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