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5 motivi per dire che Tesla è fuori dal tunnel

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5 motivi
Il camion elettrico di Tesla, il Semi

5 motivi per dire che Tesla è fuori dal tunnel. Gli ultimi segnali sono piuttosto incoraggianti. E sembrano dare torto ai tanti gufi che (anche a Wall Street) scommettevano sull’imminente crollo dell’azienda di Elon Musk. La Borsa americana l’ha capito e oggi, 24 ottobre, a poco dalla chiusura il titolo Tesla guadagnava il 16,57%, a 296.89 dollari.

5 motivi / Il primo: ora guadagna, poco ma guadagna

Tesla ha smesso di perdere soldi. Nel terzo trimestre del 2019 ha messo a segno un profitto. Sono 143 milioni di dollari. Non una cifra trascendentale, ma bastano a dimostrare che l’azienda di Fremont riesce a stare in equilibrio, nonostante gli enormi investimenti che ha tuttora in ballo.

5 motivi per cui la tesla
La Tesla Model 3: negli ultimi tre mesi ne sono state vendute quasi 80 mila.

È un ottimo segnale per chi nei primi 6 mesi dell’anno aveva perso 1 miliardo e 110 milioni di dollari. Dovuto, secondo Tesla, a una forte riduzione dei costi di produzione e a uno snellimento dei tempi di consegna, soprattutto del Model 3. Quanto al numero di auto vendute, il traguardo delle 100 mila consegne in un trimestre è stato mancato, ma non di molto. Le immatricolazioni sono state 97 mila, di cui 79.600 Model 3 e 17.400 tra Model S e Model X.

– L’Europa risponde presente

Tesla sta diventando sempre più un marchio globale, di grandi volumi e non più solo di nicchia, anche in Europa. Lo dimostra questa statistica pubblicata da Car Industry Analisys, che dà il Model 3 a un passo dall’entrare nella Top Ten dei modelli più venduti del Vecchio Continente.

Da notare che la statistica riguarda il mero numero delle vetture consegnate. Ma se si guardasse al fatturato, ovvero al valore del venduto, il Model 3 sarebbe molto più avanti in classifica, visto il prezzo unitario ben più alto delle vetture che lo precedono. E ora sta per iniziare lo scouting per individuare il luogo in cui costruire la Gigafactory europea, con la Germania inevitabile favorita.

3 – Inizia a produrre la Gigafactory cinese

Tesla Shangai
I primi esemplari di Model 3 in uscita dalla catena di montaggio di Shangai

Con i risultati del trimestre, Tesla ha annunciato anche che, in anticipo sui tempi previsti, è iniziata la pre-produzione del Model 3 nella Gigafactory 3 di Shangai. Si tratta dei primi esemplari, non destinati al mercato, ma a testare la qualità della catena di montaggio. Ma tutto lascia credere che il 2020 sarà un anno di funzionamento a pieno regime per la fabbrica cinese. Aprendo grandi prospettive nell’enorme mercato del Far East. Anche perché, in termini di manodopera, l’impianto di Shangai  ha costi inferiori del 65% alla fabbrica californiana.

4 – Il Model Y ormai è dietro l’angolo

La gamma si sta completando ed è certo che nel 2020 il Model Y inizierà ad essere consegnato negli Stati Uniti. Per poi arrivare in Europa e nel resto del mondo. È una macchina che, per volumi, può rivaleggiare con il Model 3, in un mondo sempre più attratto dai Suv e dai cross-over (e il Model Y è una via di mezzo).

Model Y
Il Model Y sta terminando i test: prime consegne nel 2020.

Per di più, in termini di salita produttiva, può giovarsi di tutta l’esperienza fatta con il Model 3. Con i famosi colli di bottiglia che nel 2018 hanno fatto impazzire Elon Musk. E hanno fatto rischiare, allora sì, di mandare Tesla a gambe all’aria, nelle settimane più dire nella vita dell’azienda. Il configuratore del Model Y è già aperto on line anche in Italia (qui le info), ma le consegne da noi inizieranno solo nel 2021.

5 – E anche il camion e il pick-up sono pronti

E infine, tra i 5 motivi per dire che Tesla è fuori dal tunnel: sono pronti anche i due Ufo più volte avvistati sulle strade californiane. Ovvero il camion Semi e il pick-up dal nome ancora sconosciuto. Il prima verrà consegnato in misura ancora limitata già dal 2020, in gran parte ad aziende individuate come partner e, anche, come testimonial.

Dedmau 5 Tesla
Il famoso Dj Dedmau5 posa con il camion Tesla, che sarà il suo studio mobile nel tour 2021.

E c’è già chi fa programmi oltre il prossimo anno: come il popolare Dj canadese Dedmau5, che ha posato con il Semi promettendo che farà da studio mobile per il suo Tour 2021. La foto è stata postata su Twitter (clicca qui), con migliaia di visualizzazioni. Quanto al pick-up, Musk promette che questo “cybertruck” (così lo chiama) sarà il miglior prodotto mai costruito da Tesla. A suo tempo disse che il pick-up avrebbe avuto un look rivoluzionario, un po’ punk e un po’ Blade Runner. Tempo poche settimane e vedremo. Ma in un clima, per l’azienda, molto più disteso.

— Leggi anche: 10 video-motivi per comprare la Tesla Model 3, con altrettante pillole firmate da italiani che l’hanno comprata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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21 COMMENTI

  1. Tesla non ha alcuna tecnologia che la possa differenziare dai big dell’automobile. Vendo solo ed esclusivamente in mercati nei quali le sue auto sono pesantemente finanziate dallo stato, o dove lo stato (vedi Norvegia) rende impossibile la vita agli automobilisti ICE. Peraltro, proprio in Norvegia le vendite di tesla sono state superate da quelle di Audi E-tron. Tesla, eccetto i supercharger che a breve non costituiranno più un vantaggio competitivo, non ha nulla più dei suoi competitor, ma ha molto meno: soldi, capacità tecniche, storia. Auguri.

    • Dia un’occhiata ai consumi, diciamo a quanti km fa con un kWh un Model 3 e quanti la concorrenza, anche tedesca, poi ne riparliamo. Sulle batterie, con i coreani di Hyundai-Kia, sono avanti a tutti.

      • In effetti non si può darLe torto. Anzi direi che ha perfettamente ragione.

        Ho verificato sul sito EPA del governo degli Stati Uniti, considerando tutte le vetture EV in vendita negli USA nel 2019, facendo la ricerca per efficienza, intesa come miglia percorse per gallone equivalente (MPGe), dove 33,7 kWh = 1 gallone di benzina, con rilevazioni sulla base della classificazione EPA combinata città/autostrada per consumo di carburante per veicoli completamente elettrici (EV), risultano ai primi sei posti:
        Hyundai Ioniq Electric
        Automatic (A1) 136 miglia in combinato
        Tesla Model 3 Standard Range Plus
        Automatic (A1) 133 miglia in combinato
        Tesla Model 3 Standard Range
        Automatic (A1) 131 miglia in combinato
        Tesla Model 3 Long Range
        Automatic (A1) 130 miglia in combinato
        Tesla Model 3 Mid Range
        Automatic (A1) 123 miglia in combinato
        Hyundai Kona Electric
        Automatic (A1) 120 miglia in combinato

        https://www.fueleconomy.gov/

      • Quattroruote le da torto. Secondo loro la Mercedes Benz EQC ha un indice di efficenza del 67% contro un 66 della Tesla X, ed è la vettura che,nonostante batterie notevolmente più piccole ha un’autonomia leggermente superiore alla model X.

        • Se legge meglio la classifica del 4.11 dell’agenzia EPA del governo americano che ho semplicemente riportato, constaterà che assieme alle 2 Hyundai sono presenti quattro versioni della Tesla Model 3, ma ovviamente, non il gigantesco ed esagerato suv Tesla X da 25 quintali, da lei citato, che accoglie comodamente sei persone e che eroga una coppia motrice da trainare un autotreno carico.

          In assoluta imparzialità devo precisare che rispetto ai due modelli Hyundai le prestazioni delle Model 3 sono più gratificanti soprattutto a livello di handling.

          Provare per credere.

          • La ringrazio per la risposta, ma credo di non essere stato chiaro con quanto ho scritto. Vantaggio competitivo è se la mia auto percorre 200 km in più della concorrenza con un tempo di ricarica uguale. Se le differenze sono del 5% entrano in gioco ben altri fattori, che non sono lo 0/100 in 0.5 secondi meno o altre amenità simili. Quello che vedo è un’azienda che scrive ad un cliente che non può aspettarsi le stesse finiture e qualità degli interni delle vetture concorrenti perchè loro non sono capaci di farle così. E a questo punto avviene quello che è avvenuto in Norvegia: arriva Audi, che avrà un po meno di autonomia, ma le auto le sa fare a regola d’arte e ti supera nelle vendite.

      • Non vedo il mio precedente intervento, quindi lo rimando. Secondo Quattroruote il SUV più efficente (indice 67%) è la Mercedes Benz ECQ. La Jaguar Ipace e la tesla Model X arrivano a 66.

        • Abbia pazienza Paolo. In questo giorni siamo impegnati a Eicma e ad Ecomondo in contemporanea: ci manca il tempo materiale per gestire il dialogo con voi lettori. Mauro le risponderà appena possibile.

          • Scusi, non volevo essere impurtuno. Ho scritto perchè non volevo infastidire con un commento duplicato. Grazie per la risposta.

  2. Non si giudicano i risultati di un azienda basandosi su questo misero utile che può essere facilmente ottenuto come fatto in passato posticipando le uscite di cassa.
    Anche le vendite in Europa bisogna tenere conto che Tesla aveva un preordinato notevole che ha cominciato ad evadere i mesi passati. Quindi ha spedito in poco tempo macchine ordinate nell’ arco di anni. Lo stesso accadrà in Cina dove molti hanno preordinato e quindi ci saranno forti vendite fino ad una normalizzazione. Obiettivamente Tesla crea molto Hipe ma i numeri alla fine non mentono.
    Sfatiamo anche il mito che Tesla investe più degli altri; è assolutamente in linea. Quello che non è in linea è il debito in rapporto alle risorse disponibili.
    Ritengo che alla fine quando i valori di borsa saranno adeguati qualche grosso costruttore farà un’ offerta.

    • Beh, rispetto al Gruppo FCA, tanto per fare un paragone vicino a casa, l’entità degli investimenti è infinitamente superiore. Bisogna considerare da dove partivano: In poco più di dieci stanno arrivando a una gamma con cinque auto (Model 3, Model Y, Model X, Model S e Roadster) più un camion e un pick-up. E tutto il service intorno, con una rete mondiale di Supercharger che al momento è la vera differenza con i concorrenti, un asset unico. Questo è innegabile. Dove potrebbe andare in difficoltà, Tesla? Parere personale: nella routine, quando si tratterà di consolidare quel che si è seminato. Poi nel dipendere fortemente dal carisma e dall’immagine di un uomo solo. È una storia tutta da scrivere, possibilmente senza darla per morta alle difficoltà e senza esaltarla troppo nei momenti buoni come sembra essere questo.

  3. ‘perdere soldi’, perdere in italiano avrebbe un significato preciso, tesla mai ha perso soldi, ma bisognerebbe sapere qualcosa di finanza e di azienda per ridere fino alle lacrime degli analisti che sostengono queste fesserie. la differenza che c’è tra tesla e tutte le altre case auto è che l’azienda di Musk è del 21° secolo verticalmente integrata, tutte le altre fordiste del 20° secolo colme di inutili ingegneri meccanici in materia di elettriche totalmente impreparate e semplici assemblatrici di componenti esterne. c’è un abisso ben visibile paragonando i prodotti ed è il motivo per cui contando anche la pressione di nuovi competitor in primis cinesi almeno la metà delle fordiste attuali probabilmente spariranno dalla scena entro il 2025. poi volendo si può disquisire di margine di contribuzione, di array halback, di superbottle, di reti neurali, di guida autonoma e via dicendo ma penso sia solo il caso di applaudire Musk, manager di livello straordinario assolutamente imparagonabile agli altri

    • Ribadisco: Tesla ha perso soldi e i bilanci lo dicono chiaramente. Perde anche quest’anno, bilancio civilistico 2019, e questo è un fatto. Che non inficia la straordinaria cavalcata di quest’azienda. E che non toglie che in alcuni momenti l’azienda abbia rischiato l’osso del collo, come ha ammesso più volte lo stesso Musk. I grandi imprenditori rischiano, investono. Musk l’ha fatto e lo farà sempre, con prodotti che cambiano la storia dell’automotive. Tanto di cappello. Ma i numeri sono numeri.

      • i numeri derivano dalle norme, le norme fas (diverse dalle norme ias) consentono l’attribuzione della competenza di poste in modo particolare, ad esempio per dirne solo una la nave che parte dagli states 3 giorni prima della fine di un trimestre con la stiva colma di 3.000 auto di Musk vendute e pagate destinazione zeebrugge finisce nei conti del trimestre successivo …. ripeto NESSUNO con un minimo di competenze contabili ha mai pensato l’azienda di Musk (capace di farsi prestare dai clienti centinaia di milioni gratis con le prenotazioni delle proprie vetture) come una azienda problematica peggio ancora insostenibile da un punto di vista finanziario, ripeto, ci vuole un minimo di competenze finanziarie e di azienda per ridere a crepapelle degli analisti di wall street 🙂

        • Gli analisti di Wall Street sono in gran parte dediti all’uso di sostanze psicotrope e non guardano più in la di un trimestre. Non ci faccia ridere.

  4. Tesla 2

    Tesla è sinonimo di vettura elettrica ed avrà sempre maggior successo perché è stato il primo produttore dI veicoli elettrici in generale e con il passare degli anni sta dimostrando di essere molto più affidabile dei veicoli endotermici per il semplice fatto che le vetture elettriche hanno meno parti.

    Chi ha acquistato una Tesla ha confrontato molti aspetti.

    * Olio: i veicoli elettrici non hanno olio motore perché non hanno un motore da lubrificare costantemente. Ci sono parti lubrificate, ma sono molte di meno e la lubrificazione non deve essere sostituita con frequenza.

    * Freni: i veicoli elettrici utilizzano principalmente la frenatura rigenerativa del motore, quindi non è raro percorrere oltre 200.000 km. senza richiedere la sostituzione delle pastiglie dei freni. I motori elettrici hanno il pregio di essere reversibili, ossia poter funzionare anche da generatori.

    * Candele, cinghie dentate della distribuzione, guarnizioni della testata, filtri olio, aria, carburante, iniettori, valvole, le vetture elettriche non hanno questi elementi che si usurano fino a rompersi.

    Per cui durano molto più a lungo e sono molto più economiche nella manutenzione ma ovviamente non lo sono ancora nell’acquisto soprattutto per il costo delle batterie.

    Tesla è una nuova società rispetto a GM, Nissan, Toyota, Volkswagen, Mercedes Benz o una qualsiasi delle altre aziende che hanno decenni di esperienza nella costruzione di macchine con motore endotermico ritenute tradizionalmente affidabili.

    Anche se i veicoli elettrici sono più semplici, ci sono molti compromessi di progettazione che possono incidere nel processo di produzione e nell’affidabilità.

    Un esempio sono i grandi schermi digitali di tutti i modelli Tesla: nessuno installa grandi schermi nelle auto per un motivo. Non riescono a gestire il calore. Le auto si surriscaldano in estate e i display di grandi dimensioni ne fanno le spese creando problemi funzionali.

    Poi c’è il problema fatale, quello che tutti temono e la preoccupazione è effettiva.

    I fisici non effettuano più da anni ricerche sulle attuali batterie agli ioni di litio perché le reputano instabili.

    In sintesi, le batterie agli ioni di litio operano in un processo che prevede l’inserzione e l’estrazione di ioni litio tra i due elettrodi negativo e positivo.

    L’instaurarsi della corrente nell’elettrolita rivela l’esistenza di processi di decomposizione, ossidativa e riduttiva, che definiscono il suo dominio di stabilità.

    La batteria C/LiMO2 è termodinamicamente instabile negli elettroliti, ma opera in condizioni di stabilità cinetica: si ha infatti la formazione di un film protettivo, detto SEI (capacità iniziale irreversibile).

    Se ciò non avviene esplode a contatto con l’aria. Il fenomeno è tristemente noto come “Thermal Runaway”: l’aumento incontrollato e inarrestabile della temperatura una reazione a catena, che porta alla combustione e poi ad uno scoppio.

    Il SEI solitamente è una membrana porosa che assorbe l’elettrolito e pertanto non blocca lo scambio di ioni, ma impedisce il contatto fisico tra l’anodo e il catodo nel caso di situazioni critiche. Ciclo dopo ciclo, l’anodo si degrada formando dendriti che bucano il separatore e ramificandosi si avvicinano al catodo portando al corto circuito.

    La ricerca è finalizzata a rendere stabili le batterie eliminando le dendriti e aumentando la densità energetica, oggi siamo a 300 Wh/kg. Ma la ricerca procede speditamente e l’era del litio sembra giunta al culmine. Il settore delle batterie è in rapida evoluzione più della diffusione delle auto elettriche, dei sistemi di storage residenziali e industriali e porterà a breve ad un’ulteriore riduzione dei costi e a novità tecnologiche.
    La densità di energia delle batterie al litio aumenta di circa il 5% ogni anno: questo significa batterie sempre più leggere e compatte.
    Le batterie al litio sono oggi a livelli di prezzo mai così bassi, grazie anche alla crescita degli investimenti. Sono calate del 24% dal 2016.

    Aspettiamo ancora a comprarci una Tesla?

    • Alberto, per quanti anni Amazon ha perso soldi? Eppure Bezos ha continuato a investire e oggi ha un valore enorme. Gli americani (non tutti) sanno leggere le prospettive di un’azienda.

      • È incontestabile che Tesla offra le vetture elettriche da più tempo sul mercato in ogni segmento, continuando a migliorare costantemente le prestazioni con ogni mezzo disponibile. Che si tratti di un aggiornamento del software o di modifiche a componenti o nella linea di produzione, Tesla mantiene questo processo di miglioramento e di evoluzione rispetto a tutti gli altri per quanto riguarda la gamma offerta.

        Un esempio sono i modelli a corto raggio di autonomia che sono in parità con i veicoli elettrici di produzione a lungo raggio offerti da altre società, mentre i modelli a lungo raggio di ciascun modello S, X e 3 conservano un’autonomia superiore rispetto a qualsiasi altro veicolo elettrico disponibile.

        Questo processo di miglioramento è evidente anche nelle sfide velocistiche, come il confronto mediatico al Nurburgring contro Porsche.

        Tuttavia, Tesla resta un titolo estremamente speculativo e la concorrenza nei vari segmenti diventa sempre più agguerrita. Fino a quando riuscirà a mantenere questa leadership in tutta la gamma vetture?

        Poi c’è il famoso camion non ancora in vendita, che promette prestazioni sorprendenti e un’autonomia record in un settore al momento privo di sfidanti elettrici a batterie, perché indirizzato verso l’elettrico fuelcell all’idrogeno.

        Bosch con Nikola Motor Company stanno accelerando lo sviluppo della tecnologia che sembra più promettente, quella delle celle a combustibile per la produzione di autocarri commerciali. L’obiettivo dichiarato è realizzare un gruppo propulsore a celle a combustibile più leggero e meno voluminoso del suo equivalente a batteria.

        Una visione quella di Nikola Motor Company che prevede il noleggio dei suoi camion in base al chilometraggio, incluso l’idrogeno.

        Per questa ragione Nikola sta costruendo stazioni di rifornimento che scindono l’idrogeno dall’acqua utilizzando forme di energia rinnovabili, come il solare o acquistando elettricità quando è meno costosa, prefigurando un modello di business dei trasporti che renda economicamente redditizio l’uso di camion a celle a combustibile.

        Un campo, quello dei trasporti pesanti dove al momento si sfidano apertamente due tecnologie, che presto si confronteranno nei costi, nelle prestazioni, nei tempi di ricarica/rifornimento e nei servizi offerti al cliente.

        Una sfida dove il marketing sarà in secondo piano rispetto alle prestazioni, ai costi e all’affidabilità del prodotto e dove potrebbero rimanere in auge entrambe le tecnologie con prevalenze influenzate dai miglioramenti tecnologici con ricadute sulle auto.

        Assisteremo ad un confronto tecnologico come quello storico, avvenuto tra i motori endotermici a ciclo Otto e Diesel?

  5. Tesla 1

    Tesla non ha ancora fatto bancarotta semplicemente perché trova continuamente nuovi finanziatori: gente che compra le sue azioni e banche che le prestano denaro.

    Da oltre dieci anni continua a perdere soldi nonostante una grande crescita delle vendite. Per questo molti scommettono sulla capacità dell’azienda, prima o poi, di riuscire a diventare redditizia.

    Intendiamoci, Tesla non vende le auto in perdita, nel senso che il prezzo a cui vende un’auto copre i costi sostenuti per produrre quella singola auto. Ma coperte quelle spese non restano soldi per pagare gli interessi sui debiti (che in fase di avviamento produttivo è normale) e neppure per ammortare gli impianti che utilizza.

    Un’impresa che riesce a coprire le spese di produzione, ma che non ha i soldi per sostituire gli impianti che usa per produrre. E quando sopraggiungono i costi di manutenzione straordinaria degli impianti, non può fare altro che chiedere altri soldi in prestito.

    E’ evidente che un modello di business del genere non è sostenibile. Al momento l’auto elettrica è l’unica cosa sostenibile di Tesla, perché la sua continua espansione produttiva non lo è.

    Tesla al momento è un’azienda che non è in grado di ripagare gli impianti che utilizza, per questo motivo il suo rating B2 recita “alto rischio d’insolvenza”: chi le presta soldi corre grandissimi rischi. Ma, nonostante questo trova sempre chi la finanzia, chi crede in questo progetto industriale fin dalla prima ora, ed oggi ancor di più.

    Il consenso si allarga, quindi non rischia la bancarotta.

    • Alberto, alcune cose
      1) hai visto la crescita in vendite e produzione auto degli ultimi 2 anni ?
      Trovami un altra azienda di produzione che non sia in perdita con una crescita simile.
      E’ ovvio che lo sia ed è anche la sua mission aziendale : non fare alcune macchine bellissime di nicchia ma aprire e spingere,promuovere un mercato. E l’ha fatto ormai.
      Non è certo la Nissan con la sua Leaf che ha convinto i produttori di tutto il modo a darsi una mossa su elettrico ( con tutto il rispetto per Nissan ).

      2) Tesla ha una capacità produttiva di 400mila macchine anno, anno prossimo arriverà a 600mila e gli ottimisti anche 800 verso fine anno ( la nuova fabbrica in Cina che parte ora).
      Ora : quanto sono distanti gli altri produttori da un modello di questo genere su elettrico ?
      La risposta è … tanto.
      Non si improvvisa da oggi al domani questa cosa. E soprattutto con elettrico in cui i margini di profitto sono assottigliati ed è necessario una revisione completa della linea di produzione, una tecnologia tutta nuova ( bye bye al know-how accumulato in decine e decine di anni ).
      VW, non esattamente gli ultimi arrivati, che è quella più lanciata e sta investendo tantissimo ha in previsione di entrare in produzione con ID3 fine anno prossimo, 100mila unità.
      Prevede ( non senza ottimismo ) di arrivare a produrne un milione nel 2025.
      5 anni.

      Conclusione :
      Cinque anni dicevo, anni in cui Tesla deve massimizzare e mantenere il suo vantaggio competitivo basato su una scommessa in cui nessuno credeva.
      Perderà ancora nei prossimi anni, perché farà ingenti investimenti ( ad esempio fabbrica in Europa nel 2021/2022 ) . Così come perderanno altri produttori nel tentativo di recuperare il gap. E finalmente aggiungo.

      Mi pare ingeneroso alludere che quello di Tesla sia un successo tenuto in piedi grazie ad un generoso consenso diffuso ( peraltro senza alcun investimento in marketing ) quando ha una pressione incredibile in borsa con valori di short (chi scommette contro) da brividi.
      Nel 2018 hanno letteralmente rischiato osso del collo con produzione Model3 che non decollava.

      Io dico che sta diventando una straordinaria storia di un successo industriale di rara visione e coraggio.

      • ‘Io dico che sta diventando una straordinaria storia di un successo industriale di rara visione e coraggio.’
        condivido il suo pensiero signor Bocchi
        alla fine del prossimo anno con la guida autonoma disponibile e approvata nel settore auto ci sarà un vero e proprio massacro, l’auto elettrica è uno sconvolgimento epocale ma l’auto autonoma condivisa lo è ancor di più
        tesla sicuramente rimarrà protagonista, tanti grossi attuali spariranno con enormi conseguenze sociali finanziarie e per l’occupazione, a cominciare dal parco usato endotermico che diventerà praticamente invendibile, solo per gli USA si parla di oltre 2.000 miliardi di dollari

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