5 elettriche in arrivo nel 2020, da 15.900 euro in su, con dimensioni e prezzi abbordabili. Il listino delle auto a emissioni zero si arricchisce continuamente. Queste sono tra le più significative.
5 elettriche in arrivo / Skoda CITIGOe da 15.900 euro: la più economica
La versione Style della CITIGOe iV costerebbe 22.300 euro, ma i concessionari Skoda sono in promozione a 19.900. Considerando l’incentivo statale di 4 mila euro (in caso di rottamazione 6 mila), il prezzo vero scende a 15.900 euro. Ed è di gran lunga la più abbordabile tra le 5 elettriche in arrivo, oltre che la meno cara di tutto il listino delle elettriche. Il motore arriva a 61 kW (83 cavalli) di potenza. Con un’accelerazione più che accettabile (coppia massima di 212 Nm): va da 0 a 100 km/h in 12,3 secondi. Velocità massima: 130 km/h. Grazie a una capacità 36,8 kWh (di cui utilizzabili 32,3 kWh), la batteria agli ioni di litio offre fino a 260 km di autonomia. Quanto basta in città e dintorni.
La CITIGOe si può guidare con tre differenti profili di marcia. I consumi più ridotti si ottengono nel profilo Eco+, con velocità massima limitata a 95 km/h e climatizzatore spento. Utilizzando la presa CCS (di serie in Italia), è possibile ricaricare nelle colonnine pubbliche in corrente continua a 40 kW. Per passare dallo 0 all’80% occorre circa un’ora. Ma se si carica a casa, con una normale presa da 2,3 kW in alternata, di ore ne servono più di 12. Del tutto simili alla CITIGOe sono la nuova Volkswagen e-Up e la SEAT Mii. Cambiano i dettagli e il prezzo: la VW costa 16.900 euro(20.900 meno 4 mila d’incentivo, leggi qui), la Seat 19.350 (23.350 meno incentivo).
5 elettriche in arrivo / La Fiat 500e, prezzo presunto 21 mila euro

Eh sì, della 500 elettrica si sa ancora poco, se non che verrà presentata a Ginevra, il 4 marzo. E che sarà in consegna nell’ultimo parte dell’anno, costruita a Torino Mirafiori. A suo tempo Olivier Francois, uno dei top manager del Gruppo FCA, si lasciò scappare alcune frasi che sembrano far pensare a un prezzo di listino attorno ai 25 mila euro. Quindi: 21 mila al netto dell’incentivo statale. Quanto all’autonomia, ecco che cosa disse Francois: “Ragionandoci assieme abbiamo pensato di offrire ai clienti un’opzione di 200 km, perché non osavamo dire 100 km, suonava come troppo poco”. Tre mesi e ne sapremo di più.
La Volkswagen ID.3, da 26 mila euro
È probabilmente l’auto elettrica più attesa del 2020 e una delle novità più attese in assoluto. Sarà disponibile in tre versioni, a seconda dell’autonomia di cui si vuole disporre (e soprattutto di quanto si vuol spendere). La più abbordabile è stata annunciata “a meno di 30 mila euro”. Ma il riferimento è ai listini tedeschi, dove le tasse sono un po’ più leggere. Diciamo che in Italia l’entry-level, con poco più di 300 km di autonomia dichiarata ( e 48 kWh di batterie), costerà poco più di 26 mila euro, al netto dell’incentivo statale. Ma bisognerà aspettare un anno per vederla nelle concessionarie. Per ora è ordinabile solo la 1st Edition, una versione con 420 km di autonomia (62 kWh di batterie) e un prezzo di circa 40 mila euro (36 mila con l’incentivo). Ne arriverà poi una terza versione, con oltre 500 km di autonomia e prezzo ancora da definire.
La Seat el-Born, prezzo presunto 30 mila euro
Come per la 500, anche qui si tratta di un prezzo presunto, dato che i listini ufficiali arriveranno solo a primavera. Noi immaginiamo un prezzo sui 34-35 mila euro, quindi circa 30 mila al netto dell’incentivo. La el-Born nasce sulla nuova piattaforma MEB, studiata dal Gruppo Volkswagen per l’elettrico, la stessa della VW ID.3. La concept presentata a marzo a Ginevra aveva numeri impressionanti: 62 kWh di batterie, con autonomia fino a 420 km. Con una potenza che raggiunge i 204 CV (150 kW) e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,5 secondi (qui i dettagli).
La Honda e, da 31.500 euro
L’ultima delle 5 elettriche in arrivo sarà una concorrente diretta della 500 elettrica e della Mini-e, con un posizionamento di prezzo abbastanza elevato. I listini partiranno da 35.500 euro per la versione da 136 CV, ovvero 31.500 euro al netto dell’incentivo. Sarà disponibile a 38.500 (34.500 scontato l’incentivo) la versione Advance, con un motore da 154 CV. Autonomia di circa 200 km. Non sarà possibile ordinarla fino alla seconda metà dell’anno: per ora è in vendita solo in Germania, Francia, Norvegia e Regno Unito.
— Guarda anche: il listino facile delle elettriche già in vendita, con oltre 30 modelli.
Dato che tra le tre citycar la versione meno costosa sembra essere quella a marchio Skoda c´é da augurarsi che verrá presentato anche una loro corrispondente di ID.3 ed el-Born in modo che esista un alternativa in quel segmento ancora piú accessibile.
Seat aveva precedentemente un posizionamento di prezzo piú simile a Skoda ma ora che si sta riprendendo dal precedente periodo di vendite non eccelse sembra che vogliano enfatizzare ulteriormente la sportivitá, con relativo riposizionamento dei prezzi un po´ piú in alto
È un po’ un mistero questa storia che la stessa macchina (più o meno) costi meno col brand Skoda che col marchio Volkswagen. Lo stesso modello, ma col motore a benzina e tre porte, costa 10.290 euro come Skoda CITIGO e a 11.500 come VW e-Up. Secondo un giornale di Praga (http://www.autoforum.cz/predstaveni/skoda-prodelava-na-kazdem-citigo-iv-pres-200-tisic-presto-ho-vesele-prodava/ ), nell’elettrica la Skoda ci perde 8 mila euro a vettura. Ma…
Spesso si vende piú la percezione di un prodotto che non il suo reale valore. In casi estremi anche le auto sono rientrate tra i beni Veblen
Una parte del costo di una moltitudine di prodotti é dato dal posizionamento commerciale, dal marchio: indubbiamente VW é ritenuto un brand piú prestigioso di Skoda quindi normalmente preferito e questo viene monetizzato, ad ulteriore giustificazione di prezzo delle piccole differenze estetiche o di allestimento, giusto per non rendere il meccanismo estremamente palese e dare qualche motivazione in piú a chi preferisce il marchio piú prestigioso.
Diversi dei discorsi di questo tipo sulla perdita su un prodotto sono di parte e si basano su un conteggio parziale dei costi, per esempio non tenendo conto di penalizzazioni economiche se si eccedono determinate norme come quella che riguarda i limiti di CO2 o il fatto che il costo di certi prodotti puó scendere di parecchio mettendoli in condizioni di fare volumi importanti, non tenendo conto dei costi esternalizzati che poi sono quelli che in parte motivano le penalizzazioni. In questo caso specifico vengono date le colpe all´Unione Europea che obbliga a sottostare a norme sulle emissioni di CO2 ritenute inique e su questa linea editoriale si leggono purtroppo molti consensi.
Talvolta persino notizie completamente vere ma non contestualizzate diventano completamente fuorvianti ed é un meccanismo che purtroppo vedo molto popolare su diversi canali di notizie con pure ampio seguito, facilitate anche dal fatto che costituiscono rinforzo di pensieri giá popolari. Alcuni sarebbe utile analizzarli per mostrare come si diffondano false credenze che rendono la mobilitá elettrica invisa a molti, mi é capitato di sentire contrarietá persino tra appartenti ad associazioni ecologiste, un vero controsenso
E la fiat 120? Quando si decidono??
È quello che mi chiedo anch’io da tempo…