400 Supercharger già installati in Italia: l’ha annunciato Tesla con un telegrafico post su Instagram. “California”, ha commentato un follower, congratulandosi.

400 Supercharger (in gran parte sono al Nord)
Lo diciamo da tempo: Tesla fa ottime macchine, le elettriche più vendute al mondo. Ma la vera libidine di chi le guida sta nel poter contare su una rete di ricarica esclusiva (per ora), capillare e a prezzi super-competitivi. I produttori tedeschi ci stanno provando a costruire qualcosa che assomiglia alla rete dei Supercharger, alleandosi in Ionity. Ma lo fanno tra mille difficoltà, con molti mal di pancia e un ritmo di installazione che non è paragonabile a quello dei Supercharger. Tanto che la Volkswagen, non del tutto soddisfatta di Ionity, ha deciso di fare anche da sé cercando nuovi alleati in ogni Paese. In Italia si è accordata con Enel X per installare addirittura 3 mila punti di ricarica aperti a tutti in 700 località entro il 2025. Una competizione che non può che far bene a chi possiede un’auto elettrica, per disporre di una rete ultra-fast con cui affrontare i viaggi più lunghi.

Dove si vendono più Tesla: Milano, poi Trento, Roma, Brescia e Firenze
La cartina in alto, tratta dal sito ufficiale Tesla, fotografa la distribuzione a oggi dei Supercharger in Italia. Con un grande affollamento al Nord, dove le stazioni di rifornimento di Elon Musk sono un po’ ovunque, un po’ meno al centro, ancora poco al Sud. In Sicilia e Sardegna sono segnalate solo quattro stazioni in fase di installazione. Già attive una in Calabria, una in Puglia, una in Campania…È chiaro che la distribuzione privilegia i luoghi in cui le Tesla di vendono di più e da questo punto di vista il Nord fa la parte del leone. Milano è di gran lunga in testa, seguita nella top ten da Trento, provincia nella quale (per ragioni fiscali) si immatricolano molte Tesla destinate alle flotte aziendali. Per il resto solo Roma e Firenze si inseriscono in una classifica dominata da altre città settentrionali: Brescia, Torino, Bolzano, Padova Verona e Vicenza. E anche dall’11° alla 20° posizione è tutto Nord.
Non voglio assolutamente provocare nessuno stato di rivalità tra automobilisti ma si sta creando uno stato di notevole disparità poiché sto contattando che molto spesso trovo colonnine Tesla desolatamente vuote e per contro ho dovuto altrettanto spesso cercarmi colonnine alternative perché le enel-x veloci erano occupate da model 3.
Per carità, è assolutamente diritto di tutti poter caricare ad una colonnina compatibile ma per una questione di equità sarebbe auspicabile che allora anche “gli altri” potessero caricare con colonnine Tesla, sbaglio o questo già succede in altri paesi UE?
Quanto soffre la batteria con ricarica rapida? Ieri mattina sosta a Piacenza x ricarica da ionity, zoe ultima versione temperatura -4 gradi credete che sia riuscito a caricare in modalità rapida? Livigno 1800 mt altitudine non sono presenti ricariche fast,meditiamo bene.Sono utente che x a/r in giornata da Firenze partendo da Sorico (co) 410 km andata ha impiegato 18 ore con 35 minuti di appuntamento a Firenze il resto tutto viaggio
Paolo hai una Renault Zoe, non una Tesla, quindi non so se hai preriscaldamento della batteria che ti preserva la tenuta della batteria stessa se imposti di andare a ricaricare, e che ti incrementa la velocità di ricarica in estate ed anche in inverno. Questo articolo è per la rete di ricarica Tesla, non per quelli che fanno ricarica non si sa dove…non si sa a quanto…non si sa a che potenza e non si sa con quanta sofferenza per la batteria. Non è un articolo per una rete concorrente a Tesla, che messi tutti assieme le altre superchargers non Tesla da almeno 150KW sono circa un centinaio di colonnine in Italia senza contare i problemi di aggancio, aggancia prima questa parte e poi quell’altra parte di cavo, mentre in quella colonnina è il contrario aggancia prima qui e poi là, eppoi attiva prima da app, anzi qui devi prima collegare il tutto e poi la app… se non và off line, se non è in manutenzione o occupata abusivamente o se quello che ha finito non va a spostarla… E senza contare che se ci vai con la tua ZOE SICURAMENTE se ricarichi a 150KW o 200KW gli fai un elettroshock, figurati se vai a quella da 300KW…con queste ho forti dubbi che non facciano nulla alla batteria, ricordatevi anche di questo quando considerate l’acquisto di una elettrica NON Tesla.
Poi, ovvio, le colonnine da 22kw ce ne sono tantissime e non ti fanno male… ma una colonnina da 22 con2 prese significa che a presa eroga 11/10KW circa e te ne arriva in macchina 9kw circa… e che stò un’ora a caricare 10miseri kilowatt??? e quando arrivo….???
@Paolo
18 ore tra guida e ricarica per fare 410 km con la Zoe ultima versione mi sembrano veramente eccessivi! Quasi un viaggio alla Formigli 🙁
Con la Tesla più economica ci vogliono poco più di 5 ore comprese 2 fermate per le ricariche 🙂
Dato che in casa usiamo anche una Twingo ZE con batteria da 20 kWh e ricarica solo in AC: ABR mi da suggerisce 4 ricariche e poco meno di 8 ore di viaggio !
Ho specificato a/r
Strategico il fatto di gestire in proprio l’installazione dei supercharger. So dove ho venduto le auto, so dove offrire il servizio, so che verrà utilizzato e quindi rientrerò dell’investimento in breve. Per gli altri non sembra funzionare allo stesso modo, a quanto mi risulta sono i comuni che devono richiedere un’installazione, cosa che difficilmente in un piccolo territorio viene considerata importante. Nel mio comune ad esempio siamo in 4 a possedere una EV, che su 1500 abitanti non è proprio il nulla, eppure non c’è neanche una colonnina su 9 frazioni
Il ragionamento é giusto…ma chi è di un altra città va a comprare a Milano la Tesla? Va a ricaricare.a Milano? Se nella mia città non trovo nel raggio di 50km una ricarica veloce Tesla non la compro…Migliaia di potenziali clienti in questo modo vanno in fumo ed optano per altre marche…purtroppo non sapendo dove andare a parare..
Quella cartina scalda il cuore. Sapere di poter viaggiare ovunque non solo in Italia ma in Europa potendo contare su stazioni di ricariche rapide (tra l’altro anche con energia fornita a prezzi molto vantaggiosi) è il massimo. Inoltre essendo riservate alle Tesla, non c’è quasi mai da temere per eventuali code dovuti a stalli pieni, le stazioni sono connesse col navigatore quindi la programmazione del viaggio è ok. Infine, basta collegare il cavo e la ricarica parte all’istante.
C’è un altro vantaggio “nascosto” delle Tesla: sappiamo per certo che le ricariche rapide non arrecano particolari danni alla batteria. Lo sappiamo perché i possessori Tesla nel mondo ricaricano spessissimo ai supercharger eppure i dati ci confermano che le batterie ne risentono poco. Anche Matteo Valenza – come riportato in un recente video di cui avete dato notizia – ha effettuato la metà delle ricariche presso i supercharger, eppure la sua batteria ha subito un’usura all’interno dei parametri previsti. Questa “certezza” non c’è con gli altri brand: le prime Peugeot elettriche o le prime VW elettriche (prendo 2 brand a caso) quanto “soffriranno” ricaricando la metà dei km presso un supercharger? Nessuno lo sa, ad oggi. E mi pongo spesso la stessa domanda anche sul fronte prestazioni, sapendo che richiedere elevate prestazioni ad un’auto elettrica significa “impegnare” in modo importante la batteria. Tesla nasce negli USA dove i proprietari pretendono che la loro auto faccia burn out e faccia faville sullo strip, non a caso le Tesla sono le auto più performanti a parità di prezzo, le uniche che non fanno meno di 220 km/h mentre la concorrenza si autolimita a 160 km/h: quindi si può dare per assodato che anche sfruttando a fondo il potenziale sportivo dell’auto la batteria “regge”. Chissà invece la concorrenza …
Tornando al discorso cartina, dispiace per il sud “discriminato” ma contro questa “discriminazione” non bisogna puntare il dito verso Tesla ma verso il governo: è normale che un privato trascuri le “zone bianche” ma è altrettanto vero che un governo potrebbe regolamentare la diffusione imponendo una copertura uniforme ai CPO (i proprietari delle colonnine).
come ho affermato già diverse volte, le colonnine di ricarica sono l’ultimo dei problemi del sud italia… 70 anni di bla bla bla bla… e a Palermo non hanno nemmeno l’acqua corrente per tutto il giorno… figurati cosa gliene frega delle colonnine…
“Trento, provincia nella quale (per ragioni fiscali) si immatricolano molte Tesla destinate alle flotte aziendali.”
In che senso per ragioni fiscali?
Nel senso che la Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) costa molto meno che altrove. E questo per i noleggiatori fa la differenza.