338 km in elettrico, sotto zero, da Riva del Garda (TN) a Mezzano di Primiero (TN), passando attraverso Sarche, Trento, e poi Cembra, Cavalese, Predazzo, Moena, Falcade, Agordo. L’intenzione iniziale era quella di raggiungere la destinazione attraverso il Passo Rolle. Poi la chiusura dell’accesso da Paneveggio prima e le condizioni della strada di accesso da nord poi ci hanno fatto desistere e preferire il giro lungo. Abbiamo quindi raggiunto il Primiero da nord. Allungando un po’ il percorso ma senza necessità di soste di ricarica. Abbiamo coperto questi 338 km a bordo di una Volkswagen ID.3 1st (con batteria da 58 kWh e senza pompa di calore) su strade di montagna in una delle giornate più fredde di questo mese. La temperatura si è sempre mantenuta al di sotto dello zero, con punte di -12/-14 gradi nell’ultimo tratto. L’auto montava pneumatici invernali, dei Bridgestone LM005. Il riscaldamento è stato impostato a 20,5 gradi e così è rimasto per tutto il viaggio.

338 km in elettrico sotto zero (fuori) e con 20,5 gradi in auto, ma a che costo?
Non appena usciti dal garage, dove l’auto era rimasta in carica fino a pochi minuti prima, ci siamo subito resi conto di un particolare. L’ultimo aggiornamento software, dalle indiscrezioni in mio possesso, avrebbe dovuto consentire il riscaldamento del pacco batteria in fase di carica. Evidentemente così non è stato. O forse non è stato sufficiente, visto che, da fermi, dopo aver spento il riscaldamento, abbiamo rilevato un assorbimento di ben 5,4 kWh/ora. Fortunatamente durato solo pochi minuti. Un buon investimento energetico pare, visti i consumi effettivi ottenuti sull’intera tratta.
Il viaggio è scorso molto serenamente soprattutto grazie al traffico quasi assente su tutto il percorso. Una volta giunti a Trento, abbiamo imboccato la SS47 della Valsugana per abbandonarla quasi immediatamente per seguire in direzione Cembra fino a raggiungere Cavalese. Giunti lì, abbiamo realizzato che l’accesso al passo Rolle via Paneveggio era chiuso e abbiamo quindi inizialmente pensato di imboccare la strada per il passo Rolle più in alto. Ci siamo quindi diretti verso il Passo San Pellegrino. Superato questo passo, ci siamo però resi conto di quanto la strada fosse innevata e ghiacciata in molti punti. Abbiamo quindi optato per allungare il percorso fino a Falcade, Agordo, per raggiungere il Primiero da nord.
Il bilancio dei consumi all’andata
Questo il bilancio dei consumi all’andata: 205 km, percorsi in 4 ore e 27 minuti, alla media di 46 km/h, con un consumo medio di 21,2 kWh/100km (dislivello di circa 1300 metri, passo Cereda 1361 m s.l.m.) Per un consumo totale sulla tratta di 43,46 kWh.
338 km in elettrico sotto zero: ricarica al 100%, ma sarebbe bastato meno…
Dopo essere partiti da Riva del Garda con la batteria all’84%, siamo giunti a Mezzano con il 9% di batteria. Ripristinare il 100% di carica ha richiesto (presso una colonnina del circuito Neogy) poco più di 4 ore e mezza. Non avremmo avuto bisogno di ricaricare completamente la batteria. Ma ogni tanto è bene farlo e ne abbiamo approfittato oggi. Abbiamo collegato l’auto in carica e, quando siamo tornati a riprenderla per un breve spostamento a Fiera prima di ripartire, la ricarica (monitorabile dall’app) era appena terminata. Al ritorno abbiamo infatti optato per il percorso più breve e lineare imboccando la SS della Valsugana fino a Trento e ripercorrendo poi a ritroso i restanti km fino a Riva del Garda.
Bilancio dei consumi al ritorno e qualche considerazione sui tempi di ricarica
Sulla via del ritorno i chiloetri sono stati 132, percorsi in 1 ora e 55 minuti, alla media di 69 km/h, con un consumo di 17,9 kWh/100km. Per un consumo totale sulla tratta di 23,63 kWh. Siamo arrivati a Riva del Garda con la batteria al 60%. Se avessimo dovuto trascorrere meno tempo a Mezzano, avremmo potuto decidere di ricaricare la batteria fino a circa il 50%. Lo avremmo potuto fare in meno di metà del tempo impiegato (quindi in poco più di due ore con una ricarica AC, o in circa mezzora in una delle colonnine Fast da 50 kW).
338 km in elettrico sotto zero: in conclusione…
Il consumo medio totale sul percorso è stato di poco inferiore ai 20 kWh/100km, con temperature sempre ampiamente inferiori allo zero, con picchi di -12/-14 gradi e riscaldamento costantemente in funzione. Questo significa, anche su un percorso di questo tipo e con temperature così estreme, un’autonomia di circa 290 km. Nessun grande compromesso quindi se dovessimo voler utilizzare l’auto per qualche gita fuori porta, anche in montagna e nel periodo invernale. A patto di rimanere in questo raggio d’azione o di verificare prima il posizionamento delle colonnine di ricarica.
“ricaricare la batteria fino a circa il 50% […] Lo avremmo potuto fare in circa mezzora in una delle colonnine Fast da 50 kW”
Sicuro? Con il freddo la velocità di ricarica alle colonnine fast diminuisce sensibilmente. La id.3 ha la possibilità di precondizionare le batterie prima della ricarica fast?
Sulla mia e208 con 7°C di temperatura ambiente ieri ad una fast ho ricaricato a circa 30kW dal 68% al 88% di SoC (anzichè i 50kW teorici a quel livello di batteria). L’auto ha la batteria raffreddata a liquido ma la pompa di calore non si è neanche attivata. Ha fatto una ricarica a potenza più bassa e basta. Forse è inutile provare a riscaldare la batteria a carica già iniziata perchè ci vorrebbe troppo tempo? Boh..non so.
Complimenti bel video 👍, sono di Riva del Garda e possiedo una model 3 se passi da Torbole ti aspetto un caffè 👍
Risposta per il sig. Maurizio, relativa alle colonnine.
Tenga presente anche che, normalmente, una volta in quota, difficilmente avrà bisogno di effettuare una ricarica, visto che molto spesso nel percorso di rientro avrà un consumo negativo, almeno fino a fondo valle. Poi ovviamente dipende da dove si parte e quanti km si devono fare. Nel mio caso ad esempio, se da Riva del Garda andassi a sciare a Brentonico (Polsa) il consumo al rientro sarebbe negativo (non solo non consumerei energia ma ricaricherei). Per cui non avrebbe senso, anche potendo, ricaricare in montagna.
Quella domanda sulle colonnine mi fa venire in mente un tema interessante: in casi simili a questo purtroppo c’è il rischio di occupare una colonnina per molto più tempo del necessario e ciò comporta la necessità di un maggior numero di colonnine. Negli stalli presso un ristorante o un supermercato è fattibile interrompere quello che si sta facendo e spostare l’auto ma non presso una pista da sci o una stazione ferroviaria. Sarebbe bello poter gestire queste situazioni (non ho idea come).
Buona sera Ivan,
quello che scrive è vero. Ci sono situazioni in cui chi ha provveduto a installare le colonnine non ha ragionato sul relativo utilizzo delle stesse. L’effetto di queste scelte è che o le colonnine vengono utilizzate male o non vengono utilizzate affatto. Mi viene in mente ad esempio il parcheggio dell’aeroporto di Innsbruck riservato alla sosta lunga (quello per i viaggiatori che parcheggiano prima di prendere un volo). Il parcheggio è dotato di colonnine per auto elettriche. Ma di fatto non sono utilizzabili, a meno che non si prende un volo per rientrare nello stesso aeroporto dopo poche ore. Volkswagen sta sperimentando un sistema di ricarica robotizzato che si sposta nel parcheggio, va a ricaricare un veicolo e poi rientra alla base. Chissà, forse potrebbe funzionare?
Sono andato a recuperare qualche notizia. Sulla carta sembra interessante, in un grande parcheggio porterebbe probabilmente ad una sensibilie riduzione di costi rispetto ad installare decine di colonnine con relativi cablaggi. Il rovescio della medaglia è sull’efficienza energetica perché si carica una batteria con un’altra batteria. Se si pensa a stazioni ferroviarie, parcheggi di aeroporti, parcheggi di interscambio, i casi in cui un’infrastruttura del genere è utile sono numerosissimi.
io ho guidato la ID3 solo effettivamente due giorni e non nel bosco.
nessuno ha notato che appena è necessario mettere il RICIRCOLO dell’aria NON c’è il tasto? si deve uscire dalla videata corrente ed entrare nel menu ventilazione.
poi se il bus davanti gira a destra e vuoi togliere il ricircolo… la videata “ventilazione” è già scomparsa.
come si può guidare in questo modo nel traffico?????
è una domanda seria. non provocatoria.
la concessionaria mi ha risposto così: ma lei usa spesso il tasto del RICIRCOLO?”
io ho risposto: dipende.
voi cosa avreste risposto?
Buona sera Federico,
anch’io, “ragazzo” degli anni 70, trovo fastidiosa l’assenza di alcuni comandi fisici. 🙂
Tuttavia nel caso specifico il ricircolo si attiva automaticamente, se la funzione è stata preventivamente attivata, nel caso in cui i sensori rilevino aria inquinata all’esterno. Per disattivarsi poi, sempre automaticamente, quando l’aria torna a essere pulita. Non ha quindi bisogno di operare manualmente in questo caso.
incredibile questa notizia dei sensori per il RICIRCOLO!
i concessionari non conoscono nemmeno ciò che vendono.
già, fin troppi fanno un lavoro che non amano.
comunque online è impossibile trovare il pdf di uso e manutenzione ID3. forse qualcuno è ammanicato e conosce il link?
Buongiorno, ottima prova e grazie per la rubrica sempre molto “pratica” e sul campo.
Volevo chiedere se la ricarica presso neogy di 4 ore e mezzo che ha in sostanza coperto il consumo dell’andata, era (vedo nel loro sito)
Ricarica quick (22 kW) 0,06 €/min IVA inclusa
Ricarica fast 0,55 €/min IVA inclusa
Oppure mi corregga, volevo capire il consumo reale”sul portafoglio”. Grazie
Buon giorno Mirco,
nel mio caso specifico ho utilizzato una tessera Volkswagen consegnatami all’acquisto con 2000 kWh gratuiti. Se invece si deve pagare la ricarica, si apre un mondo di scelte. Indipendentemente dalle tariffe di Neogy, ci sono tessere, come ad esempio Duferco ma non solo, che permettono delle flat con un costo a kWh che parte da 0,167 Euro/kWh.
Gentile Paolo,
lei documenta (e argomenta) molto bene le sue prove, complimenti.
Una domanda: come ricava l’assorbimento dalle batterie (ricordo un intero tabulato nella sua prova)? Con la diagnostica OBD?
Grazie,
Nicodemo
Buon giorno Nicodemo e grazie,
in questa prova semplicemente dal computer di bordo.
In altri casi abbiamo fatto delle rilevazioni tramite OBD.
Paolo
Beh,la frase finale dove si dice che ,in condizioni simili di temperatura e percorso ,si possano fare 290 km mi sembra decisamente fuorviante….dopo 200 km era al 9%.non li avrebbe più fatti i teorici 90km…(figuriamoci se poi magari avesse avuto ancora un po’ fretta…)
Quindi i valori medi,le autonomie teoriche e tutte ste robe qua sono talmente aleatorie che impediscono una pianificazione seria di un viaggio impegnativo dove qualunque contrattempo (coda in autostrada,un valico chiuso ,un incidente che blocca la strada )rischiano di trasformare un viaggio in un’ansiosa odissea alla ricerca della colonnina .
Mi chiedo se sono già stati realizzati dei navigatori che,oltre a darti il percorso , danno una stima affidabile dell’energia necessaria .
In teoria i navigatori sanno la strada che devi fare comprese le pendenze da superare ,se collegati a internet dovrebbero anche sapere le eventuali code ,meteo e temperature che si incontra nel viaggio ,non dovrebbe essere difficile fare stime ragionevoli .
Devi considerare anche la pendenza, in discesa con una EV non spendi energia, e in certi casi potresti anche recuperarla.
Comunque si, esistono già app che tengono conto di tutto quello che dici, e anzi, con un adattatore OBD permettono di leggere in tempo reale il consumo dall’auto, così da dirti con precisione se arriverai o meno a destinazione.
L’app in questione si chiama Power Cruise Control.
si si ,lo so bene .Ho una yaris ibrida e sogno una batteria da 10kwh…purtroppo con la misera 1 kwh di serie ( e per la gestione troppo diversa rispetto a una Phev o Bev)in discesa satura dopo 200 m di dislivello….
Power Cruise Control:questa si che è una notizia!Dopo l’imbeccata sono andato a vedere e mi sembra uno stupendo sw:pare pure usare le mappe di google ,mi sa che se lo scoprono poi comprano tutta l’azienda….
Flavio, io sono partito con l’84% di batteria e sono arrivato con il 9% a Primiero. Li ho ha ricaricato (al 100%) e sono arrivato a casa con circa il 60%. Avrei potuto ricaricare molto meno.
La considerazione finale sul consumo è relativa alla media totale di andata e ritorno e non alla sola andata. All’andata il consumo è stato più alto.
Se avessi avuto più fretta comunque non sarei andato più veloce di quanto ho fatto, visto che non è mia abitudine ignorare il codice della strada.
Se li faccio senza inquinare SI e ancora Si è sintomo di progresso
Se vantarsi di poter fare ben 290km senza soste in montagna è sintomo di progresso… significa che siamo indietro e di molto , fatevene una ragione.
I punti di vista sono soggettivi per definizione 🙂
Bravissimo Paolo, le tue esperienze sono utilissime e poi mantieni la calma e rispondi anche ai provocatori poco informati ma saccenti. Un giorno arriveranno anche loro ad usare le macchine elettriche, ma noi allora saremo alle elettrice idrogeno fuel cell! Ahahah
Buona sera Massimo,
Grazie. Sono contento che lei apprezzi.
Massimo, l’idrogeno potrà forse essere utilizzato sulle navi, qualche treno forse aereo………ma sulle auto non avrà mai senso in quanto “l’antieconomicità” dello stesso rispetto all’elettrico puro è abissale.
Oltre a non essere economico c’è il problema delle bombole. La nuova Mirai per arrivare a immagazzinare 5,6 kg di idrogeno ha bisogno di tre bombole che portano via spazio abitabile e capacità di carico.
Mentre con le batterie si può già arrivare ad autonomie di 1000 km (è soltanto una questione di costi, e in futuro di diminuzione di costi delle batterie), nel caso dell’idrogeno è proprio una questione fisica di spazi non disponibili a bordo del veicolo.
https://twitter.com/Synchronicity34/status/1340448549704790022/photo/1
Infatti l Idrogeno sara meglio utilizzarlo su camion treni con spazi disponibili più che su auto
Caro Paolo, detto fra noi, privatamente, ovviamente… il computer di bordo ha anche la possibilità di mostrare sul display la media oraria e, alla fine del viaggio, il totale degli …Eeeh… che vengono emessi dall’umano narratore di turno?!
Oppure è una funzionalità non ancora prevista da Volkswagen?
Eeeh?
No, no, non dirmelo, lo so già.
Buona sera Claudio,
non ho capito. E visto che non ho nulla da nascondere, il suo commento non è privato, ma è pubblico. Ora, se mi spiega meglio cosa intende, le rispondo volentieri.
Paolo
Ho capito sono d’accordo con voi ma per uno come me che ama guidare nel vero senso della parola scalare le marce sentire il rombo del motore che sale doppiette ecc ecc mi togliete tutto il piacere di guida. Io non passerò mai ad una macchina elettrica ibrida caso mai ma mai totalmente elettrico a me un aggeggio che accelero e cammino no grazie 😊 Fino a che campa Panda LPG tutta la vita.
E’ un piacere di guida diverso. Non necessariamente migliore, dipende dai gusti, ma non conosco nessuno che guidi un’elettrica e non dica di essere soddisfatto del piacere di guidarla.
Posso chiederle se hai mai guidato un’elettrica?
Se la Panda facesse il rumore della 911, capirei ma (ne ho una a metano….di panda) se non lo facesse farebbe più bella figura.
Vai a provare una elettrica per due giorni , anche una leaf che te la danno in prova ,poi mi dici
:- D 😀
Donato, dalla descrizione credevo avessi una Subaru, doppiette, rombo del motore……
e poi guidi una Panda a gpl?
Ma dai su, un minimo di obbiettività.
Molti elettrici prima guidavano, e amavano i motori termici di grossa potenza, ma una volta provato l’elettrico….
Provalo e poi ci dici
Prova molto interessante Paolo, grazie mille.
Visto dove abiti e le temperature che incontri, mi chiedevo come mai non avessi optato per le PDC in fase di acquisto?
Non ho avuto nemmeno la possibilità di prenderla in considerazione, visto che non è disponibile per la 1st, ma solo come optional per le versioni successive.
Ok, questo non lo sapevo, ho controllato solo gli allestimenti attuali, peccato.
Ho visto un paio di prove del canale YouTube “Battery life” e sembra ci siano circa 10Wh/km con temperature di poco sopra lo 0, scendendo il delta dovrebbe aumentare.
È comunque importante che VW la offra in opzione per chi usa l’auto in climi severi.
“Sulla via del ritorno i chiloetri sono stati 132…”
un consumo medio di 21,2 kWh/100km e un consumo di 17,9 kWh/100km mi sembrano POCA efficienza energetica.
siamo ancora poco abituati a ragionare il kWh e noto che tutti aspettiamo il modello elettrico che ci piace (e che sia pagabile) per fare il cambio da fossile a batteria, ma ne sottovalutiamo l’efficienza!
sembra che essere elettrici sia tutto. ma non è tutto.
leggo critiche all’assemblaggio “all’americana” di Tesla, ma non sento applausi per l’efficienza energetica (se non dai teslari)
un bel giorno mi hanno dato una ID3 da provare, ho lasciato il concessionario con oltre 30 kWh/100km visualizzati sul display, che fatica ho fatto a far scendere quella brutta media sotto i 20 kWh/100km…….. (e ho avuto l’auto 3 lunghi giorni, il terzo non avevo nemmeno voglia di farci un altro giro, questo la dice lunga sul piacere di guida)
un paio di settimane prima mi hanno permesso di guidare una Model3, ho lasciato il concessionario con circa 11 kWh/100km visualizzati sul display, poi ho fatto una bella ripetizione di 0-100 da 4,3 secondi (quando mi ricapita?) e poi non ricordo esattamente come aveva reagito il consumo medio… ma poco……….. (non volevo più scendere)
chiudo ricordando che sono pro elettrico
Se l’efficienza energetica di un’elettrica le sembra bassa, immagino che l’efficienza energetica di un motore termico la trovi indecente.
sì indecente. sono pro elettrico infatti
Il legislatore ha mancato un bersaglio: il costo dell’ emissione di un kg di anidride carbonica e’ di circa 20 centesimi di euro. Ai tradizionlisti dei combustibili fossili se fossi io a governare, glieli farei pagare ,cosi la transizione alle rinnovabili sarebbe piu’ rapida e senza tentennamenti. A risentirci al prossimo commento.Buona salute a tutti.
Ci arriveremo comunque in pochi anni ed emettere CO2 sarà costosissimo in futuro. Chi non si adegua ora la pagherà cara in futuro, compreso chi fa i conti sulle auto termiche con i prezzi di oggi: domani sarà un incubo.
Ma che figata!!
Il carburante per i motori termici benzina o diesel che si voglia, non ha creato mai grandi pensieri per il rifornimento per l’autonomia dei nostri serbatoi per la rapidità del rifornimento e per la capillarita dei distributori ; eravamo concentrati solo dalla meta e dalla strada da percorrere; da oggi in avanti , il pensiero principale per il nostro viaggio sarà dove fare rifornimento di energia e questo ci condizionerà . Se questo è un passo in avanti, a me rimane più di qualche dubbio.
Curioso: gli unici ossessionati dai problemi di ricarica delle auto elettriche sono gli automobilisti che non le hanno mai usate. Provi a pensare se le dicessero che da domani per ricaricare il suo smartphone non può più attaccarsi a una presa in garage, al lavoro o al ristorante, ma deve recarsi appositamente in un comodo distributore sempre disponibile nel raggio di qualche chilometro da casa…
Francamente per me, che faccio pochissimi km al giorno, andare ogni tot al distributore è solo una rottura di p…e. Purtroppo ora non ho una elettrica, ma la comodità di caricarla attaccando la spina la sera la immagino già. ( per i viaggi lunghi prendo il treno o l’aereo)…
Buona sera Michele, mi chiedo sempre con più frequenza, possibile che non ci sia nessuno disposto a fare un piccolo passo indietro per poi farne probabilmente decine in avanti per questa nostra casa che si chiama “Pianeta Terra”? Pretendiamo che gli altri facciano sacrifici per poterci permettere una vita di qualità, e quando ci chiedono di partecipare alla causa comune diciamo “NO, non chiedetelo a me”. Io nel mio piccolo ce la sto mettendo tutta, ma da solo non cambierò mai una virgola, però nello stesso tempo so che non posso aver danneggiato gli altri.
Ciao Marco, bisogna pensare alla casa comune ma anche alla realtà oggettiva delle cose: chi può permettersi l’auto elettrica fa benissimo a prenderla (anzi, è doveroso), ma esistono situazioni d’uso nelle quali ciò non è ancora fattibile e personalmente (ognuno la pensa come vuole) mi sembrano ancora la maggior parte dei casi. Si può anche procedere per passi in attesa che la tecnologia elettrica (o altre a basso impatto ecologico) si sviluppi, non penso sia irrealizzabile ad esempio ripensare totalmente e/o accelerare realmente la mobilità dolce nelle aree urbane (centri chiusi, mobilità delle persone con mezzi elettrici o muscolari, più mezzi urbani ecologici, etc.) senza dimenticarci però che l’Italia “vive” grazie ad un trasporto merci per più del 90% su gomma (in gran parte diesel) e qui lo studio per un’alternativa a basso impatto ambientale mi sembra purtroppo ancora in alto mare. Personalmente apprezzo di più lo sforzo ecologico di una persona con una macchina diesel ma che la usa con giudizio limitandone l’uso alla stretta necessità ed usando appena può il cavallo di San Francesco o la bici, che non la persona che con la sua ibrida o elettrica faccia 1 chilometro per accompagnare il figlio a scuola o per andare al bar.
E cosa ne dice di uno che usa la bici o il cavallo di San Francesco per i piccoli spostamenti e l’elettrica quando serve un’auto? Perché, sa, lo stato del Pianeta ci costringerà a fare questo.
Probabilmente, se tutto andrà in questa direzione, comprerò una elettrica. Sono però fermamente contrario agli incentivi di stato per gli acquisti specie in uno Stato indebitato come il nostro. Negli anni 80′ il nucleare sembrava la soluzione … poi … Non vorrei che l’auto elettrica tra anni presenti forti problemi relativi allo smaltimento delle batterie e venga considerata antieconomica.
L’energia prodotta dalla combustione deriva dalla sintesi clorofilliana dei millenni trascorsi e come diceva il chimico lavosier nulla si crea e nulla si distrugge.
La produzione di anidride carbonica è anche dovuta alla attività del regno animale e quindi anche da parte nostra con la trasformazione della materia organica in H2O e CO2 nel metabolismo cellulare.
Restituiamo quindi all’ambiente quello che è stato trasformato. Noi non possiamo produrre CO2 dal nulla, ma da altri legami chimici originati dalla energia solare.
Ma che commento è. Ovvio che il petrolio una volta era CO2 nell’atmosfera … Lo insegnano alle elementari. Ma il nostro clima attuale è tarato per avere una concentrazione di CO2 nell’atmosfera che non comprende tutta quella attualmente sottratta ( sotto forma di petrolio). Vorrei ricordare a tutti che la vita esiste da milioni e milioni di anni e che sicuramente anche se l’inquinamento da noi generato dovesse superare il punto di non ritorno la vita sulla terra non finirebbe ma questo non vuol dire che una nuova glaciazione dovrebbe essere una prospettiva vista senza timore.
Perfetto restituiamo all ambiente quello fatto in millenni in pochi anni , grossissmo vantaggio no ?
Zafira II EcoM anno 2008, auto confortevole e capiente, buon compromesso ecologico e bassi costi di manutenzione.
Media costo km 0,048 euro, 400km di autonomia a metano, bollo 50 euro, senza impatto ambientale a fine vita (da capire se non sia prima) x lo smaltimento delle batterie.
Nel confronto con una elettrica non vedo questa rivoluzione ecologica, almeno fino a quando l’energia elettrica sarà prodotta anche con combustibile fossile, quanto piuttosto un costo di acquisto di acquisto di circa il doppio che non sarà mai compensato dal risparmio in carburante. Le auto da 20/25.000 euro che si acquistavano 10 anni fa oggi sono diventate quelle da 35/40.000 farcite di cavalli e tecnologia in eccedenza rispetto alle esigenze del guidatore medio con una percorrenza annua fino a 25.000km. Qui purtroppo vincono solo le case automobilistiche e che riescono a generare nelle persone bisogni fittizi.
Interessante , peccato che le auto a metano non le produce piu nessuno e non le compra piu nessuno e anche il governo non le sponsorizza piu
Il cambiamento elettrico ci sta , ma fino a quando il legislatore non provvederà a stabilire come produrre l energia vietando carbon fossile e carburanti in genere , il problema verrà solo spostato dalla strada alla centrale , ma la CO2 in aria ci andrà lo stesso , perciò non potrai dire io con l’ elettrico non inquino .
Lo potrai dire se la tua nazione bandisce i combustibili fossili per la produzione di energia .
Oggi sappiamo che non e’ così , e paesi molto evoluti aimé utilizzano e implementano centrali vecchio stile perché economiche.
Quando riusciremo a produrre energia pulita , avremo auto elettriche pulite per ora e’ solo spostare il problema altrove.
Il legislatore si è già mosso: decarbonizzazione totale in Europa entro il 2050. Nel frattempo, in Europa, il 31% dell’energia elettrica proviene da fonti rinnovabili (il 40% in Italia). Non crede che sia meglio di niente?
Parliamo di valori di potenziale di produzione o produzione reale?
Il 40% in Italia sembra davvero tantissimo. Quali fonti posso consultare?
No, è la percentuale reale di rinnovabili sull’energia consumata. I dati sono dei primi 9 mesi e sono di Terna. Aspetteremo il bilancio dell’anno, che però non si discosterà tanto (già nel 2019 eravamo al 36%) https://www.vaielettrico.it/record-rinnovabilih/
Questi i dati comunicati dal GSE riferiti all’energia immessa in rete:
2018: 40,80%
2019: 41,51%
https://www.gse.it/servizi-per-te/news/fuel-mix-determinazione-del-mix-energetico-per-gli-anni-2018-2019
Ci sarebbe un discorso da fare sul divario nord-sud ma purtroppo oggi non riesco a dedicarmi ad approfondire, spero di trovare un po’ di tempo in serata.
Per chi lo desidera, esiste la possibilità di sottoscrivere un contratto per la fornitura di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, con certificazione Garanzia d’Origine. Possiedo un’auto eletrtca ed una PHEV ed ho un contratto di fornitura elettrica da fonti rinnovabili (che utilizzo per tutti i consumi dell’abitazione).
Egregio Signor Paolo, complimenti per tutti i test che esegue e documenta sul sito di Vaielettrico.
I consumi che lei riporta sono quelli indicati dal computer di bordo, oppure sono basati sull’energia effettivamente caricata?
Possiedo una Hyundai Kona e ho provato a confrontare il consumo indicato dal computer di bordo con l’energia misurata durante la carica. Ho eseguito 5 misure, tutte con carica da wallbox a casa (potenza di circa 5,2 kW) e ricarica della batteria da circa 30% a 80%. Ho trovato una differenza tra 11% e 16% (energia caricata superiore al consumo indicato dal computer di bordo). Non so se la differenza è dovuta all’efficienza del processo di carica/scarica, oppure al fatto che il consumo mostrato dal computer di bordo potrebbe essere basato solo sul consumo del motore. Proverò ad interpellare la Hyndai.
Concordo che la differenza che ho misurato non cambia sostanzialmente le analisi costi/benefici delle auto elettriche. Tuttavia, giusto per confrontare i diversi modelli di auto che lei avrà l’occasione di provare in futuro, le suggerirei di aggiungere ai dati pubblicati anche il consumo basato sull’energia effettivamente caricata.
Auguro a lei, alla redazione di Vaielettrico e a tutti i lettori un sereno e felice 2021.
Mario.
Buona sera Mario,
le sue misurazioni sono corrette. Ciò che ha rilevato è la dispersione in fase di ricarica. Se lei ricarica, in corrente alternata, 10 kWh, circa 1 kWh/ 1,5 kWh vanno dispersi.
Nell’articolo i valori sono relativi unicamente ai kWh consumati dall’auto.
Mario credo dipenda dall’inverter che assorbe/”spreca” un 15% di corrente che tu paghi ma che poi non ti ritrovi nella batteria. L’ho appreso da un commento di un utente su questo sito.
Il futuro sarà l’ idrogeno
Le auto a idrogeno sono ibride fuel cell e usano anche loro una batteria per muoversi.
Il futuro sarà il cimitero.
E comunque attento al gasolio che usi a quelle temperature la pompa del gasolio non è no frost.
Si chiama libertà di scelta buon per te.
A me per ora i distributori di carburante non mancano neanche un po’.
X Alessandro, commento che “scopre l’acqua calda” e tuttavia omette di dire il piccolo particolare che con il suo viaggio ha scaricato in atmosfera tutto il contenuto del suo serbatoio, ancora una volta. Altra considerazione da fare inoltre: facendo fuori il suo pieno di gasolio, quante ore é stata in realtà ferma la sua auto nelle soste? Sicuramente piu di 2 ore. Un tempo piu che sufficiente per rifornire un’auto elettrica con ricarica fast, o in caso di pernottamento con ricarica ordinaria
In risposta a Enzo , hai dei dati che corroborano questa tua affermazione ?
Inoltre quasi sicuramente l utente abitando a Bolzano ha caricato da rinnovabili .
Ciao Daniele, il mio commento non lo vedo, non so perché, sarà un glitch del sito, quindi non vedo neanche eventuali risposte al mio commento. Ma se tu lo vedi vuol dire che è stato pubblicato. Mi sto confrontando qui con la redazione [ https://www.vaielettrico.it/un-anno-elettrico-raccontato-da-voi-1-giamarco-tesla/#comment-23066 ] ad ogni modo ti riassumo a volo: qui [ https://uploads.volkswagen-newsroom.com/system/production/media/31024/images/50e601092483b8ca423c7e7cb33480a67fc4d218/DB2019NR01093_overfull.png ] [ https://www.volkswagen-newsroom.com/en/stories/co2-neutral-id3-just-like-that-5523 ] Volkswagen afferma, con uno studio certificato da TUV, che una Golf VII TDI inquina meno di una e-Golf in Germania, USA e China mentre la e-Golf inquina un po’ meno in Europa. Siccome la ID3 ha una batteria quasi doppia rispetto alla e-Golf (è quella che fa lievitare i consumi), da semplici proporzioni emerge che usando la ID3 in oggetto, in un ciclo di vita di 200000 km, in Europa mediamente la CO2 emessa è superiore del 10%, in Germania e USA del 26% e in Cina del 56%.
Sto aspettando una “peer review” dalla redazione su questi dati, perché non essendo esperto in maniera potrei aver sbagliato. Siamo qui per confrontarci, se ho sbagliato sono contento di imparare cose nuove.
Ovviamente, Daniele, utilizzare una elettrica nelle sue condizioni non ideali, ovvero in autostrada a 130 km/h, con la neve, con un traino o a pieno carico, anche solo parcheggiarla al freddo, aumenta considerevolmente i consumi e anche l’inquinamento, a differenza di un diesel che non risente quasi per nulla di questi parametri. Con una elettrica occorre più energia d’inverno per percorrere gli stessi km e l’energia, anche quando deriva da fonti rinnovabili, comunque è collegata ad una immissione di co2 nell’atmosfera.
Lo scrivo perché la prima volta che mi sono imbattuto nel report di VW è stato sul sito svizzero: ecco, nei paesi con un clima più freddo del nostro andrebbe calcolato questo surplus di energia, invece la co2 emessa pare faccia riferimento sempre a climi miti e primaverili. Quando fa freddo, ahimè, l’auto elettrica non perde carica in modo proporzionale ma ha proprio un crollo, quindi d’autunno e d’inverno l’autonomia è molto distante da quella ufficiale (può arrivare a dimezzarsi) il che, oltre ad uno svantaggio per i proprietari (maggiori costi a km e minore autonomia), diventa una batosta per l’ambiente perché a parità di km si spenderà molta più corrente (soldi) e molta più CO2.
La produzione di energia da fonti rinnovabili non emette CO2. E’falso che in inverno i consumi di un’auto elettrica si dimezzano. La prova provata è l’articolo che stai commentando (senza averlo letto, mi par di capire). Chi ti ha detto che gli standard di emissioni vengono calcolati in primavera?
L’autore scrive: “Questo significa, anche su un percorso di questo tipo e con temperature così estreme, un’autonomia di circa 290 km”. La ID3 dichiara un’autonomia WLTP di 426 chilometri per questo modello. La velocità media (almeno su una parte del percorso, quella globale non l’ho letta) è stata di 46 km/h (quindi quella ideale per una auto elettrica). Già così l’auto ha perso 136 km di autonomia. Io non ho scritto che si dimezza, ho scritto che può arrivare a dimezzarsi. Ad esempio la Twingo dichiara 180 km di autonomia in estate e 110 in inverno. Ma comunque se dobbiamo parlare di numeri e fonti, io cito ADAC e ÖAMTC: “A -20°C, ADAC e ÖAMTC hanno stimato una diminuzione oltre il 60% dell’autonoma che si ferma a circa la metà a 0°C.” (fonte: https://images2-motori.gazzettaobjects.it/sicurauto/2019/12/30/11/30/infographic.jpg) (fonte: https://www.sicurauto.it/news/auto-elettriche-ibride/test-autonomia-auto-elettriche-in-inverno-2019/ )
Per quanto riguarda gli standard di emissioni, beh, è facile: il dato indicato è sempre uguale all’autonomia in estate. Per la Twingo l’autonomia certificata WLTP è di ben 190 km (praticamente uguale all’autonomia dichiarata dal costruttore in estate – 180 km – mentre in inverno il costruttore dichiara 110 km). Non è un caso che mentre d’estate e in primavera l’autonomia è molto vicina a quella dichiarata (e nessuno si lamenta), d’inverno si parla di riduzione dell’autonomia per via delle basse temperature.
Ok, Enzo. Escludiamo dai potenziali utenti di auto elettrica tutti gli automobilisti che viaggiano abitualmente a temperature di -10 gradi. Sei contento? (dillo ai norvegesi, che non se ne sono ancora accorti e comporano più BEV che ICE).
Mi pare che nemmeno lei, nel team dei redattori, lo abbia letto obbiettivamente: non si può considerare normale partire la mattina per andare a sciare e tornare a notte fonda dopo una ricarica di 4 ore. Peraltro nelle vostre prove (comunque belle e utili) si sorvola troppo spesso sul carico di persone: nel mondo reale spesso si viaggia in tre-quattro persone in auto… in queste condizioni quanti chilometri si fa con l’elettrico al freddo ed in salita? In questo sito (in cui purtroppo commentano molti fanatici) si parla spesso degli “altri” che hanno esigenze particolari, ma è la nicchia di chi usa attualmente l’elettrico ad averle: viaggi quotidiani con chilometraggio limitato, poca esigenza di carico e trasporto persone, disponibilità di tempo per la ricarica in viaggio, disponibilità di box con presa di corrente, portafogli gonfio per affrontare una bella spesa non solo iniziale (a meno di non prendere una city car…) ma pure ripetuta (obsolescenza tecnologica elevata).
Nessuno è contrario al futuro passaggio all’elettrico o perlomeno all’ibrido, ringrazio (in senso reale) comunque i pionieri come voi, ma è utopistico pensare che per la maggior parte degli italiani l’elettrico sia già da adesso la soluzione, soprattutto allo stato attuale della tecnologia, ben lontana da poter avvicinare la versatilità di un’auto con motore endotermico, come le vostre prove dimostrano puntualmente (basta saperle leggere). Se cercherete di essere meno “talebani” nello scrivere gli articoli (parlando anche degli attuali limiti dell’elettrico senza demonizzare motori endotermico e ibridi) sono sicuro che vi leggera un sempre maggior numero di persone. Auguri per il vostro sito e Buone Feste!
Non ci può accusare di essere Talebani. Non abbiamo mai scritto che le attuali auto elettriche siano perfette per tutti gli utenti, né che non abbiano limiti e problemi. Sosteniamo invece che potrebbe essere già una soluzione interessante per molti, che non la prendono ancora in considerazione per pregiudizio o scarsa informazione. Nel caso specifico: quando lei va a sciare, non resta sulle piste almeno quattro ore? Cosa le costerebbe allora mettere in carica l’auto? Sa che a San Martino di Castrozza ci sono tre impianti di ricarica (uno, in centro, gratuito) mentre il distributore di carburante più vicino è a Fiera di Primiero, 15 km più a valle?
Concordo con Efrem. Consulto questo sito da mesi. Lo trovo interessante. Ritengo ci siano punti di migliorament. Un primo tratto e’ stato correttamente sottolineato da Efrem: gli articoli puntano a sottolineare i vantaggi dell’elettrico, sopratutto quelli che spesso sono mal evidenziati dai media; tuttavia, essi tralasciano quasi del tutto la considerazione dei punti di criticita’ che lo stato attuale dell’elettrico presenta e nelle risposte spesso si attacca chi la pensa in altro modo rispetto alla redazione (Non mi riferisco alle appropriatissime tirate d’orecchio a chi fa il maleducato). Credo di capire che a questo si riferisse la qualificazione “talebani”. Un secondo punto e’, a mio avviso, una probabilmente voluta limitazione delle news dal mondo elettrico. Un terzo elemento migliorabile riguarda le prove che, sempre a mio modesto avviso, dovrebbero essere piu’ professionali, ovvero dotate di analisi e metriche piu’ dettagliate e fini di mere opinioni evinte dal computer di bordo dell’auto. In sintesi, tutti noi lettori affezionati al sito speriamo che lo stesso evolva verso l’alto, come merita. Grazie.
Ho un quesito per Massimo: se a sciare ci vanno 100 auto, di cui 20 elettriche e ci sono 3 colonnine, e di sicuro chi sta sciando non va a togliere l’auto alla colonnina, come si fa?
E’ una domanda spontanea, non polemica, che mi è sorta mentre leggevo la tua risposta a Efrem
Ci vorranno 20 colonnine. Che Problema c’è? Qualsiasi località sciistica ha almeno dieci ipianti di risalita che costano 3 o 4 milioni di euro ciascuno: 20 colonnine in AC da 22 kW costano meno di 60 mila euro.
Si Massimo, ci vorranno 20 colonnine, anzi ci VORREBBERO 20 colonnine, ma al momento ce ne sono 3.
Quindi fino a che non ci sono le infrastrutture, come si pretende che la gente si compri l’auto elettrica?
Inoltre, visto che ci sono già molte auto elettriche in circolazione, il problema di trovare la colonnina occupata è reale, e questo può provocare ulteriori tempi di attesa o il rimanere a “secco”
Oggi le auto elettriche sono il 3% del mercato. Infatti le 3 colonnine installate sono quasi sembre libere. Cosa le fa pensare che non ce ne saranno 20 quando le auto elettriche saranno il 20% del mercato?
ho una yuindai kona64 kwh. in primavera estate autonomia di 500 km e in inverno di 400, cioè il 20% in meno guidando fuori autostrada in modo allegro. per guidare una elettrica bisogna imparare il recupero di energia
Non riesco a capire il tuo commento ,come diceva ,Di Pietro una volta ,che c ‘ azzecca ?
Con la mia cinquecento a gasolio con un pieno ho fatto tutto l’arco alpino andata e ritorno ,
Che risposta e’ .. lo sanno tutti che con un termico e’ cosi’. Comunque la tua 500 a gasolio non la fanno piu’ … fine the end..
Grazie a Paolo per queste prove. Abito anch’io a Riva del Garda..
Ossia bisogna attendere quasi cinque ore per percorrere 400km?
Ahaa perfetto…
Ma nonn vi sembra assurdo?
Non bisogna attendere 5 ore per percorrere 400 km.
Sa, il concetto è nettamente diverso rispetto al rifornimento del carburante. Con le auto termiche ci si reca al distributore. Le auto elettriche invece si ricaricano quando in ogni caso sarebbero parcheggiate. Una volta arrivato a Primiero, mi ci sono fermato per tutto il giorno. L’auto si è ricaricata molto di più e molto prima di quanto avessi bisogno. E per me era quindi indifferente che ci impiegasse mezzora o 5 ore. Perché sarebbe comunque rimasta ferma. Se avessi avuto fretta di ripartire invece, avrei effettuato una ricarica rapida, ripristinando in circa 25 minuti energia a sufficienza per tornare a casa.
Complimenti. Questo è un commento davvero intelligente e ricco di spunti… Davvero.
L’ho fatto anch’io con un maggiolino del 1976, nonostante questo non vedo l’ora di poter prendere una piccola citycar elettrica e abbinarci un bel fotovoltaico sul tetto di casa.
Sono stato uno dei primi a installare il fotovoltaico e c era sempre qualcuno che criticava …lasciamoli fare ..alla fine avremo ragione noi …io ho un Ds3 etense e sono pienamente soddisfatto
Ti sei mai chiesto quanto hai immesso nell’aria dalla marmitta della tua auto? Informati e poi vedrai l’autonomia della tua auto a petrolio meno importante e ti sentirai anche tu partecipe della aria inquinata. Smettiamola di vedere solo l’autonomia per giudicare le auto cominciamo a considerare quanto inquinano. Io da 4 mesi sono passato ad una auto elettrica e devo dire che di respirare CO2 di automobilisti menefreghisti non ne ho più voglia. Evolvetevi automobilisti amanti del petrolio e cercate di capire che la mobilità sta cambiando. Guidare elettrico è molteplici volte meglio che guidare auto a petrolio. Spero che il 2021 porti tante auto elettriche
Sul bilancio relativo alla co2 immessa, rifarei un po’ di conti. Non infiliamo la testa sotto la sabbia.
Sono per l’elettrico, l’ho scritto tante volte, ma la storiella della CO2 non la dimentichiamo, per favore…
Credo che se ne sia parlato tanto. Non cammini green. La tua energia non viene da rinnovabili, se non in parte e il ciclo produttivo della tua vettura non è carbon free… O sbaglio?
E’ normale.
Ogni individuo (chi più chi meno) ha delle proprie convinzioni (calcistiche, politiche, energetiche ecc.) e le proprie simpatie (automobili, motocicli, attori, politici, luoghi di villeggiatura ecc.).
Queste convinzioni/simpatie nascono non solo su base razionale ma influenzate da mille altri motivi (le sentiamo più vicine a noi, oppure le sentiamo opposte a noi e tutto questo per varie logiche (contrapposizione, amicizia, convenienza ecc).
Nel tempo le cose che sentiamo vicine a noi (convinzioni/simpatie) diventano pian piano una parte di noi al punto che ci sembrano sempre la cosa giusta, perché metterle in discussione diventa come mettere in discussione una parte di noi – cambiarle diventa come tradire una parte di noi – ed allora finiamo per arroccarci (a volte anche in modo irrazionale) sulle nostre idee/convinzioni/simpatie finché non avviene (ma a volte non avviene mai) un click, ovvero un qualcosa che ti fa vedere quella cosa da un punto di vista diverso dal quello che tu sei abituato ad avere (puoi essere influenzato da una persona che stimi, da un’esperienza personale ecc.).
Da appassionato di motori (al punto di pianificare la propria esistenza sulla base delle auto e delle moto) fin da bambino posso dire che il mio click si è creato grazie a tre eventi:
– la nascita di mio figlio;
– l’aver approfondito la questione inquinamento a seguito di problemi legati allo stesso;
– l’aver verificato con mano cosa sta accadendo in modo esageratamente veloce al nostro clima/pianeta.
Buona serata.
Un bell esercizio che dimostra il possibile utilizzo anche in condizioni critiche . Lo abbiamo visto anche con la spedizione a capo nord in invernale con model 3 di un youtuber italiano