Formigli 2.0: guai a chi non ha 50 mila euro per la Tesla

Ha avuto un anno e otto mesi, Corrado Formigli, per far “Piazza pulita” di tutte le bufale sull’auto elettrica che propinò agli spettatori di La7 il 24 settembre del 2021. Anche la sua inviata speciale Chiara Proietti avrebbe avuto tutto il tempo per imparare che le auto elettriche si ricaricano in due modi: con le colonnine lente in AC o con quelle fast e ultrafast in DC.

formigli
Chiara Proietti alle prese con il navigatore di una Tesla Model Y nella replica del viaggio Roma-Reggio Calabria

Il tempo passa, ma non per Formigli e la sua inviata

Eppure, replicando ieri sera il viaggio Odissea Roma-Reggio Calabria che nel settembre 2021 richiese 52 ore e rotti, Formigli ha replicato anche le ridicole fandonie del primo. Con una sola variante: fatto con la Tesla da «50 mila euro» tutto fila liscio.  Ma basta ricorrere alle rete di ricarica pubblica (quella che devono utilizzare tutti i comuni mortali), anzichè ai Supercharger, e quel viaggio è di nuovo un calvario.

Nel 2021 Vaielettrico dimostrò che con una piccola Renault Zoe guidata da un signore che mai aveva messo le mani sul volante di una EV (però ci mise velocemente il cervello) lo stesso viaggio si poteva compiere in 9 ore e 43 minuti. E dire che due anni fa non esisteva ancora la rete Free to X in autostrada. Un mese più tardi la comitiva di Bentornati al Sud alla guida di  auto elettriche le più diverse se lo rifece in allegria,  ancora più velocemente.

Da allora sono state vendute oltre 30 milioni di auto elettriche nel mondo e più di tre milioni solo in Europa. Le colonnine sono quadruplicate anche in Italia e oggi superano le 45 mila. Duecentomila italiani usano auto elettriche ogni giorno. Ma Formigli finge di non saperlo.

Chiara Proietti può essere accusata soltanto di pigrizia per non aver fatto i compiti a casa. Altrimenti si sarebbe accorta che nel frattempo Free to X ha installato 12 stazioni di ricarica ultrarapide (fra 150 e 300 kW) su quella tratta autostradale, e un’altra decina le hanno piazzate altri operatori.

Sostenibilità secondo Formigli: tutto ma non toglietegli i pistoni

Il suo capo Formigli, invece, ha proficuamente sfruttato i 20 mesi a disposizione per escogitare una nuova argomentazione contro l’auto elettrica, cioè uno slogan 2.0 che riassuma i pregiudizi dominanti nell’Italia di oggi. E l’ha trovato: l’auto elettrica è un giocattolo per ricchi. Chi ha 50 mila euro da mettere sul tavolo per una Tesla se la passa da dio. Ma chi non li ha?  Ore e ore ad aspettare che l’auto ricarichi in AC e imprecazioni di fronte a colonnine guaste o disattivate. Improponibile.

formigli
Chiara Proietti, uffa che barba le colonnine di ricarica

Tutto è documentato dalla Proietti che nel viaggio di ritorno decide di non ricorrere ai Supercharger. Scende quindi dall’Olimpo dei privilegiati e si butta sulle ricariche del popolo: le colonnine lente di Enel X Way. Quindi è costretta ad uscire dall’autostrada peregrinando tra anonimi borghi. Dove ovviamente le colonnine si inceppano o l’app non riesce ad attivarle. Si connette a una terza (pare una Dc da 50 kw), ma uffa, va lentissima. A questo punto Chiara si stufa e completa il suo viaggio di rientro verso Roma tornando nel mondo dei privilegiati, quello dei Tesla Supercharger.

Insomma, in una puntata di “Piazza Pulita” dedicata alla crisi climatica e alla transizione energetica, Formigli ci dice che tutto si può e si deve fare, tranne immaginare che le auto smettano di bruciare petrolio.

Chiara Proietti, l’inviata in auto elettrica di “Piazza Pulita”

La chicca: “Rispetto a due anni fa non è cambiato molto”

AGGIORNAMENTO- Abbiamo rivisto la registrazione del servizio di “Piazza Pulita” che qui avevamo commentato a caldo su quel che ricordavamo per averlo seguito in diretta. E qualche precisazione è d’obbligo. La Tesla utilizzata non è una Model Y, bensì una Model 3 dual motor.  Nel primo tentativo di ricarica da colonnina pubblcia in AC Chiara Proietti tenta addirittura di collegarsi a una presa Tipo 3 (per veicoli leggeri) non avendo capito la differenza con la Tipo 2. Quando, al terzo tentativo di ricarica, si trova finalmente di fronte a una stazione fast, non si accorge della possibilità di collegarsi alla presa DC, ma utilizza la presa in AC da 22 kW e ovviemente conclude: «Le colonnine per gli automobilisti normali sono troppo lente». E rientrando a Roma a fine viaggio tira le somme così: andata nel paradiso dei privilegiati, 9 ore con due ore di ricarica; ritorno nell’inferno «di tutti gli altri automobilisti»,  15 ore cioè 6 in più. Conclusione: «Rispetto a due anni fa non è cambiato molto». Ogni ulteriore commento è superfluo.

– Iscriviti a Newsletter e canale YouTube di Vaielettrico –

Visualizza commenti (63)
  1. Ciao ho letto l’articolo e quasi tutti commenti, sottolineo che non ho visto il servizio, comunque da quello che ho capito Telsa con la sua rete di ricarica e semplicità ha superato il Test LA7, adesso serve l’utilitaria tesla e poi anche Formigli è sistemato.
    Parlando con le persone che non si sono mai approcciate all’elettrico il comportamento della giornalista è veritiero, naturalmente essendo giornalista avrebbe dovuto un minimo informarsi e sapere la differenza tra AC e DC. Ci vorrebbe chat GPT in auto integrato con l’assistente vocale.

    1. Nello Roscini

      ti quoto,
      per l’uomo della strada con QI basso e senza volontà di imparare cose nuove..
      spero che l’AC sparisca dalle colonnine

      e che diventino nell’arco di 15 anni , tutte colonnine DC
      anche con potenze basse a partire da 25kW e pagamento plug-and-pay come quelle Tesla

      il cavo deve essere attaccato alla colonnina
      tutto a prova di impiegato statale pigro e sfaticato ,tipo quelli dell’ufficio sinistri di Fantozzi

      comunque , non sottavaluterei , l’effetto emulazione
      se il macaco alfa adotta un sistema anche con qualche tribolazione iniziale
      è possibile che tutto il branco lo segua in pochissimi mesi, anni.

      Dal punto di vista tecnico , spero che le colonnine diventino tutte DC anche anche per altri motivi , il principale:
      l’integrazione con il fotovoltaico che è anche lui è nativo DC

      i punti di ricarica dovrebbero essere fatti tutti così
      Fotovoltaico + batteria di stazione ( stazionaria da almeno 1 MWh )+ colonnine dc

      in caso di batteria stazionaria carica ..
      cessione al distributore elettrico del surplus via inverter AC installato in cabina di trasformazione ,
      in caso di periodo piovoso..
      ricarica della batteria di stazione negli orari in cui la rete ha eccesso di offerta

      P.S.
      tornando agli utenti
      ho le stesse problematiche con l’informatica occupandomene da 30 anni per professione ;
      non sempre la flessibilità per gli utenti..
      è un bene

  2. Sintetizziamo: la mission di LA7 E PIAZZA PULITA è quella di fare contenti quelli che l’auto elettrica non la vogliono considerare e… proprio proprio … visto che non possono negare l’evidenza… si osanna un “pochettino” la Tesla indicandola come un’auto per ricchi.

    Io direi… Verona Carrara Courmayeur Verona con problemi ZERO e le attese.. beh.. sono normali quando si viaggia in elettrico non è come viaggiare con il diesel. Partenza da casa al 100% con energia elettrica completamente green, ricarica a colonnina Eviva in 40 minuti, ripartenza per Aosta, ricarica alla colonnina Duferco durante la notte, ripartenza per Planpentieux. Ritorno e ricarica in autostrata su colonnina Eva. Arrivo a casa al 50%. Le spese? tutte già comprese nel mio abbonamento travel di Enel x. La ricarica di casa? costa zero e fa bene all’ambiente.
    Formigli cambia lavoro!!!

    Ps: la Proietti mette sullo stesso piano una colonnina Tesla con una enel x a bassa potenza.
    Come mettere sullo stesso piano una pompa di benzina dell’Agip con uno che ti fa il pieno con la cannuccia.
    Se vuoi fare i paragoni prendi lo stesso metro altrimenti non sei un giornalista, sei un incapace.

  3. Tutta la mia solidarietà alla Proietti, non voglio credere che sia così imbranata ed incapace di documentarsi un minimo prima di intraprendere un viaggio per la seconda volta con una macchina elettrica.
    Penso più che sia stata costretta a fare la parte dell’inetta dalla redazione ma così facendo la sua figura e reputazione di giornalista ne esce fuori molto male… poveretta!

    1. Ne esce male comunque. O lo è o lo fa.
      Se lo è… pace, non possiamo pretendere di più da una incapace di documentarsi in quasi due anni. E pretende di esser chiamata giornalista, spiegando ai teleutenti?
      Se lo fa… allora è semplice lecchinaggio al proprio capo e pagatore di stipendio. E con questo livello di indipendenza e senso morale dovremmo rispettarla come “giornalista”?

  4. soldo.michele

    Discussione sterile in partenza, è il mercato che decide!
    Tolto l’incentivo statale (che pagano i poveracci)le auto elettriche non le compra più nessuno, troppo costose e poca resa 🤷

    1. Nello Roscini

      i poveracci pagano l’incentivo per i poveracci

      perchè su un’auto di 30000 eur l’iva è di ben 6600 eur
      più le spese di immatricolazione

      che sono ben più dei 5000 eur di incentivi con rottamazione o 3000 senza ..

      inoltre i poveracci veri vanno a piedi e ringraziano quelle auto che non scaricano gas combusti ad altezza passeggino in città

    2. I poveracci pagano tutto comunque.
      Anche gli stipendi ai politici che fanno le leggi pro chi li manda in parlamento, anche gli incentivi a qualsiasi cosa sia incentivato.
      Anche le spese di sanità pubblica che spesso funziona male per cui devono ri-pagare i privati per ottenere le medesime prestazioni per cui hanno già pagato.

      Se incentivo deve essere, dal mio punto di vista meglio che sia per qualcosa che migliora/migliorerà la vita non solo di chi acquista l’auto ma anche di chi ci vive attorno: città meno rumorose, meno avvolte da gas di scarico (non solo CO2 ma anche particolato, benzene, NOx etc.).
      E incentivi per migliorare i trasporti pubblici, ovviamente. Che poi devono essere pubblici ma rendere soldi come se fossero privati e dunque non sempre così diffusi e utili come dovrebbero.

  5. Formigli o non Formigli l’auto elettrica allo stato attuale non prenderà mai piede, al contrario si diffonderà quando:
    1 – si potrà ricaricare nelle attuali stazione di servizio (che sono migliaia) opportunamente riconvertite
    2- Si potrà fare un pieno di 500/600 km in 5 minuti
    3 – Una city car avrà un prezzo di attacco di 15k euro
    Fino ad allora resterà un prodotto per ricchi e/o privilegiati possessori di garage o ville.
    Inutile prendersela col giornalista è solo un prodotto acerbo e costoso, altrimenti avremmo già le strade piene

    1. Ohhh finalmente!!! mi domandavo come mai dopo 3 giorni non cera ancora nessuno che tirava fuori i soliti argomenti.
      Ma se ti fa schifo l’elettrico continua con la benza o la nafta, che ci fai su vaielettrico a perdere tempo.. mah

    2. nello roscini

      le strade piene ,
      non le abbiamo come non le hanno in Germania ,
      perchè no siamo nella fase iniziale ma nemmenno a regime dello sviluppo delle EV
      la stessa tesla , deve lanciare un’auto da 25000 dollari per la massa
      arriveranno nei prossimi anni

      un autista di camion deve fare una sosta di 45 minuti ogni 4 ore e mezza di guida di guida
      il limite di velocità è 80 km/h , può percorre andando al masssimo 360 km
      poi sosta di 45 minuti poi altre 4 ore di guida e poi a nanna ..

      non vedo perchè non debba fare altrettanto un autista “della domenica” a velocità più impegnative ?

      perchè è mad max
      l’ultimo dei v8 interceptor ?

    3. Vedo che lei ha fatto tesoro della disinformazione in TV. Le pompe di carburante in Italia sono 22 mila, i punti di ricarica 45 mila (raddoppiano ogni anno). Il pieno in auto elettrica si fa di notte mentre si dorme o di giorno mentre si sbrigano altre faccende. I prezzi sono più alti, ma i costi di gestione molto inferiori. Che le auto elettriche non siano per poveri è vero, ma nemmeno la gran parte delle auto termiche di cui sono piene le strade.

      1. Io credo che installare milioni di colonnine sparse ovunque abbia un costo ed anche un impatto ambientale, sarebbe stato sufficiente attendere qualche anno che la tecnologia delle batterie allo stato solido fosse stata matura e a quel punto si sarebbero potute immettere auto nel mercato che si ricaricano in pochi minuti e non solo la notte mentre si dorme. A quel punto gli spazi delle stazioni di rifornimento sarebbero stati dei luoghi logisticamente perfetti e pronti per fare il pieno di fotoni. Però al possessore di bev sembra che piaccia girare col brividino di non sapere se riuscira’ a raggiungere la prossima colonnina, se la troverà libera o funzionante o organizzare uno lungo spostamento in base alle esigenze della macchina e non di chi la conduce il tutto dopo aver staccato assegni non indifferenti. Contenti loro contenti tutti. Non voglio fare polemica ma è difficile parlare in modo pacato, logico e razionale con dei fanatici dovreste rivedere il vostro modo di comunicare e di ascoltare di chi non la vede come voi, mica siete necessariamente nel giusto, come non lo sono io, ma rispetto le vostre idee senza aggredire.

        1. Leonardo (R)

          Caro Luca, se è questo quello che ha capito della mobilità elettrica, nonostante tutto, mi dispiace molto per lei. Purtroppo quello che sogna è un’auto elettrica che si usa come una termica, un ornitorinco in pratica. Arriverà? Sì, certamente.
          Però non si affanni a vederla domani, le nuove tecnologie hanno bisogno di tempo per maturare.
          In definitiva però, disinformare è tutto un altro discorso.

          1. Leonardo io non ho nemmeno visto il video mi sono limitato alla lettura dell’articolo, sicuramente sarà stato fazioso e impreciso, ma di sicuro non è per Formigli se le auto elettriche sono pochissime in Italia e se si sono ridotti gli ordini negli ultimi mesi. Il popolo sarà ignorante ma una cosa l’ha sempre saputa fare e sono i conti.
            Prima o poi l’ornitorinco arriverà e sarà la fine dei motori termici, ma fino ad allora lascio il piacere di guidare l’elettrica a chi se la può permettere, perché per me allo stato attuale è una strada impraticabile.

          2. Leonardo (R)

            Caro Luca, se l’opzione auto elettrica è impraticabile è un discorso, altra cosa è riempire la testa della gente di falsità o mezze verità.
            In realtà il target dei media non sono quelli come lei ma chi oggi potrebbe passare all’auto elettrica ma grazie a loro deciderà di acquistare un mezzo obsoleto e che tra un po’ di anni dovrà probabilmente cambiare o si ritroverà con costi di mantenimento sempre maggiori.
            Noi continueremo a raccontare la verità, come ha detto Massimo, da possessori di auto elettriche sappiamo bene quali sono i pregi e i difetti, poi se molta gente preferisce dare retta agli incantatori di serpenti ne pagherà le conseguenze in prima persona prima di tutti gli altri.

          1. Non sono nelle condizioni economiche e logistiche di poter provare, guido un’auto usata a GPL e più di così non posso fare, se in futuro si realizzeranno i punti che ho esposto non avrò alcun problema a passare a una elettrica.

          2. Nessuno discute il fatto che lei, come tantissimi italiani, non sia nelle condizioni economiche per sostituire la sua auto con una elettrica. Ma le condizioni che lei pone per farlo, reddito a parte, non rispondono a oggettivi limiti del mezzo, bensì alla scarsa conoscenza di come funziona la mobilità elettrica. E il fatto che ci definisca fanatici mi fa supporre che non abbia nessuna intenzione di ampliarla

          3. @Luca è proprio questo il focus, un conto è dire le auto elettriche costano troppo (che poi in realta non è vero neanche questo, io ho una Cupra Born da 204 cv che mi è costata meno gia dall’acquisto in concessionaria rispetto ad un auto equivalente come la Golf 8 ehybrid da 204cv con in piu i soliti vantaggi dell’elettrico sul lungo periodo) e una Seat Mii che anche lei è costata 2000 euro in meno della VW up a benzina (e Mii elettrica ha piu cavalli ed è piu accessoriata)

            Il problema secondo me è che 20 anni fa una macchina elettrica la prendeva solo qualche nerd, aveva un look troppo kitsch, andava piano e faceva 50 km (tipo la panda elettric per intenderci)
            Ora sono cool, e accellerano piu veloce delle rispettive controparti termiche

            se poi uno gli piace ma non la puo avere allora si tirano fuori i soliti luoghi comuni (le colonnine, l’autonomia ecc) a me pare la volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba

          1. franco zappa

            il pieno di fotoni e’ una realta’ per la presenza di 1.200.000 impianti fotovoltaici in italia, ci pensi non e’ stat detta una stupidata !

    4. sandro vergnani

      Io ho acquistato a dicembre 2021 un’auto elettrica usata (1 anno di vita) pagandola 23.000 euro con un normale finanziamento come tutti. Non sono pochi ma neanche tantissimi e sul mercato con quei soldi non c’erano tante auto soprattutto con quella tecnologia. Mi trovo benissimo, le mie spese sono scese tantissimo, possiedo un garage ed un impianto fotovoltaico con accumulo (acquistato negli anni senza 110) e questo ovviamente mi aiuta molto. Percorro circa 100 km al giorno ed ogni 2 giorni faccio il pieno in garage, di notte mentre dormo salvo vari rabbocchi se arrivo a casa che c’è tanto sole. Quando facciamo un viaggio oltre i 200/250 km che è l’autonomia dell’auto in autostrada, in urbano arrivo a 300, acquisto uno dei tanti pacchetti/abbonamenti e ricarico a 0,40 centesimi circa a kw perdendo una mezz’oretta che cerco di far combaciare con pasti e bisogni vari. Ovviamente mi serve più tempo perché devo mantenere i 100/110 km/h per non consumare troppo mentre prima tenevo i 130/140 km/h e la sosta per il rifornimento ma alla fine è un’oretta circa a tratta che ripeto la uso per mangiare/bagno/pieno (la tratta che percorro di più è Bologna/Udine) e non mi pesa anzi sono più rilassato perché la velocità più bassa mi impone meno attenzione e con l’avanza dell’età è anche necessaria….. Sto valutando di acquistare, sempre usata, la versione della mia auto con batteria più capiente così da arrivare a Udine direttamente senza sosta e caricare là mentre dormo o altro ma non mi cambia la vita quella mezz’ora/ora in più. Di sicuro il piacere di guidare un auto elettrica in urbano è unica e tutti i detrattori dovrebbero provarla facendosi spiegare bene come usarla, caricarla, ecc.. Concordo che attualmente non è per tutti ma per molti si.

  6. Tesla è riuscita nell’impresa di mettere questo caso disperato nelle condizioni di arrivare a destinazione. Ho visto il servizio e ho provato imbarazzo. Quando le consegnano l’auto e frigna perché usare la smart card potrebbe essere per lei troppo complicato, quando finisce contro una barriera facendo manovra. Davvero non capisco se ci faccia o se ci sia, ma forse ci fa, quasi sembra che voglia rinforzare il patetico stereotipa della donna imbranata al volante per compiacere lo spettatore, cosa che è mille volte più grave a mio modo di vedere che denigrare l’auto elettrica. Che vergogna.

  7. Nello Roscini

    Ha ragione Formigli !!
    l’auto elettrica è troppo complicata per il QI della sua redazione ,
    serve un QI almeno nella media e qualche compromesso sopportabilissimo per usare un EV in modo profittevole.

    Per quelli del QI di Formigli e friends , devono attendere ancora qualche anno che tecnologia e servizi maturino ancora ..
    a meno che ..
    il loro QI scenda ancora con l’età impedendone di nuovo l’adozione

    so cinico e satirico

    https://www.youtube.com/watch?v=fJIjoE27F-Q

  8. Altra cosa. Diciamo che la prima volta si poteva anche pensare che la “giornalista” fosse solo un po’ impreparata e ingenua. Ma questa volta proprio no. E in ogni caso la professionalità sta sotto alla scarpe.

  9. Si, lo ammetto, sinceramente Formigli mi è sempre piaciuto, mi è sempre sembrato un serio professionista. Ha fatto servizi, in particolare sulle questioni umanitarie, per me di grande spessore. Ora a malincuore devo cambiate idea: l’informazione è una cosa seria. Fare disinformazione, così come la sta facendo sull’auto elettrica, mi pone seri dubbi sulla professionalità che gli attribuivo. Grande delusione.

      1. Assolutamente Massimo, la vostra posizione è limpida, io ho voluto esprimere solo la mia personale profonda delusione nei confronti di un professionista che ho sempre seguito ritenendolo bravo e serio. E non mi capacito del perché di un servizio così “discutibile”.

        1. Christian C.

          Il giornalista bravo è colui che racconta i fatti nel modo più oggettivo possibile, Formigli da SEMPRE sposta l opinione dove gli dicono di farlo ( migranti, vaccini, auto,ecc…ecc…) , …e guarda caso c è di mezzo sempre il denaro o il suo indotto…
          Vi siete mai chiesti perché i partiti si spartiscono sempre i canali rai ?
          Spegnete la tele , informatevi con internet e dopo i confronti dovuti trarrete le conclusioni.
          Vai elettrico è un esempio di informazione, che piaccia o no, ma si possono prendere spunti sempre interessanti, soprattutto x chi pensa che l’auto elettrica sia una truffa o fesserie del genere

          1. Se l’alternativa è internet libero e gratuito siamo davvero messi male. La qualità, anche nell’informazione, ha un costo: chi vorrà informazione di qualità dovrà rassegnarsi a pagare un prezzo. Diversamente, come diceva il banchiere inglese Thomas Gresham, “la moneta cattiva scaccia quella buona”.

      2. Abelardo Provolini

        Mah, diciamo che ultimamente ha fatto parecchi passi falsi, anche la puntata con l’eco-attivista e Prestininzi ha fatto il gioco dei negazionisti.

        Magari e’ dovuto alle sensibilita’ di Formigli eh, ma a me sembra che corrisponda a una linea editoriale. Meno diretta di quella di rete 4 ma comunque ostile alla transizione ecologica.

        E’ anche colpa del formato delle trasmissioni, che tipicamente non permettono di arrivare a nessuna conclusione, e sembra sempre che chi fa piu’ il prepotente “vinca”.

      3. Ho visto anch’io il servizio e vorrei spezzare una lancia a favore della Proietti e di la7 che è forse meno politicizzata di altre reti.
        Per me era solo ancora impreparata. La ricarica delle auto elettriche non fa ancora parte della conoscenza comune e i produttori non si sono sforzati per facilitarne l’apprendimento. Per le auto termiche è facile, verde benzina, nero gasolio,. Se fossero entrambe le pompe nere vederemmo ancora molte auto ferme in panne.. E se invece ci fosse la pompa della benzina modo1 modo2 modo3 modo4 ccs1 ccs2 e CHAdeMO?? Un o una automobilista meno smaliziati come farebbe?? Io guido un ev da pochi mesi e non ho mai fatto una ricarica da colonnina, se domani mi danno una tesla penso che qualche dubbio o imbarazzo lo avrei anch’io almeno la prima volta. Per non parlare della giungla delle app che serve un corso a parte.. E qui la colpa è dei produttori e gestori. Facessero loro un po’ di informazione su come ricaricare..! Basterebbe uno spot ogni tanto, la gente sarebbe più consapevole, e si educherebbe chi ha la termica a lasciare i parcheggi di ricarica per ev liberi. La giornalista secondo me rappresenta l’automobilista media su un ev. Formigli secondo me l’ha scelta per questo motivo, e si sono evidenziate alcune debolezze nel sistema complessivo. Se vogliono diffondere l’auto elettrica deve essere facile!! da gestire, alla portata di tutti. Non deve essere riservata agli “elettronerd ”
        Forse andrà meglio la prossima volta:)

        1. Con lei concordo sul fatto che per le ricariche dovrebbe esserci maggiore facilità. Un paio di giorni fa mi sono fermato a guardare le nuove colonnine installate: marchio Driwe, sul display c’è scritto avvicinare la Smart card o installare l’app. Non ho la carta ( ma tanto non dovevo caricare, volevo solo sapere se mi servissero come fare), ho provato a cercare l’app sul PlayStore ma nulla. Poi girando parecchio in rete mi pare di avere capito che fanno parte del circuito Next Charge e quindi bisogna avere quella card o quella app ( non ho la card e non ho mai utilizzato la loro app). Finora ho fatto solo 2 ricariche EnelX, posso utilizzare quella app? Non lo so. Non dico che le colonnine devano accettare il contante ma almeno i bancomat e le carte di credito si, come fanno le pompe di benzina. Passo la mia carta, ottengo la preautorizzazione e si abilita la colonnina, ricarico e quando stacco mi viene addebitato il corrispettivo : sarebbe semplicissimo senza costringere a districarsi fra card ed app. Che poi quel servizio sia fatto per screditare l’auto elettrica è evidente. Più si semplifica l’uso più si invoglia il passaggio alle bev

        2. Leonardo (R)

          Le sue considerazioni Marco ne stimolano alcune mie: siamo un popolo di svogliati!

          – I concessionari non hanno voglia di promuovere le auto elettriche (e sappiamo perché)
          – Gli automobilisti non hanno voglia di cambiare abitudini e preferiscono le cantine allagate e le bronchiti croniche alle “stagioni di una volta” e l’aria pulita.
          – I media non hanno voglia di spiegare come si utilizzano correttamente le auto elettriche e preferiscono fare servizi per mettere in luce l’impreparazione del pubblico nell’uso di un’auto elettrica
          – La sbadata signora che ha fatto la prima prova non ha avuto la minima voglia di farsi spiegare cosa ha sbagliato nel primo tentativo e se avrebbe potuto fare meglio. O ha sbagliato di proposito?

          Insomma, con tutta questa superficialità da parte di tutti non c’è da stupirsi che l’auto elettrica in Italia faccia numeri diversi dagli altri paesi!

          1. Concordo, l’Italia è un paese di abitudinari e ricaricare le auto richiede più preparazione rispetto ad una termica.
            C’è molta superficialità e diffidenza generalizzata. Io ad esempio ricarico sempre a casa ma vedo ogni giorno gente che si fa beffa delle colonnine e trova quasi divertente parcheggiarci la loro auto termica… E chi dovrebbe controllare non sembra ancora interessato.

  10. Ricordiamo a Formigli cosa NON si può fare con un’auto a scoppio:
    – produrre il carburante a casa propria
    – produrre carburante in frenata e in discesa
    – evitare migliaia di morti l’anno per inquinamento (per gli USA sono stati calcolati 90mila morti)
    – risparmiare miliardi di spese sanitarie per i milgiaia di morti di cui sopra e gli altrettanti migliaia che si ammalano ma riescono a salvarsi
    – alimentare di elettricità la propria casa per (almeno) 5 giorni
    – alimentare la rete elettrica su richiesta facendosi pagare
    – tenere accesa aria condizionata o riscaldamento in un luogo chiuso (traghetto, autorimessa)
    – muoversi silenziosamente
    – evitare di essere indirettamente responsabili dei disastri ambientali legati all’estrazione e al trasporto di petrolio
    – rinunciare a cambio, marmitta, radiatore e decine di altri componenti che prima o poi si guastano e vanno riparati
    – scattare più velocemente di un’auto elettrica che costa meno della tua
    – …

    1. /// evitare di essere indirettamente responsabili dei disastri ambientali legati all’estrazione e al trasporto di petrolio \\\ Per evitare luoghi comuni : a chi risponde parlando di implicazioni umane e ambientali dell’estrazione delle materie prime per batterie e altri componenti, si puó rispondere che da anni si sta lavorando sotto diversi aspetti per ridurre l’impatto in questi settori (per esempio : materiali alternativi, tracciabilitá, …) mentre la filiera del petrolio non ha mai potuto fare altrettanto se non in modo marginale..

  11. Ho visto lo snippet in replay sul sito di La7. Apparentemente è uno spot per Tesla e un denigrare invece le infrastutture per i “povery” che non possiedono una Tesla. Non ho visto i commenti del prima e del dopo quindi giudico solo da quel pezzo.

  12. Una volta ammesso che con i supercharger tutto fila liscio allora la domanda CAMBIA:
    perché non c’é una rete come i supercharger Tesla sulla tratta? Perché già una MG4 comfort carica a 135KW e costa 31k€ finita.

    Quindi in problema non é l’auto elettrica in toto ma forse la rete di fast-charge da potenziare.

    A parte che le suepecharger sono accessibili a tutti mi pare, inoltre le Tesla NON partono da 50k€ ma da 38500€.

      1. Massimo, mi permetto di chiederti a questo punto un confronto sul tema con Formigli. Anche in diretta televesiviva on the road.

        Io stimo Formigli, dai tempi in cui lavorava con Santoro. Non riesco a spiegarmi cose tipo i 50k€ per una Tesla.
        Voglio dire che una Tesla M3 RWD costa 41500€ – 3000€= 38500€ NON é un opinione e non é un segreto.
        Che I Supercharger sono aperti anche ad altri marchi NON è un segreto.

        Quindi forse una serata di confronto fra te con la tua MG4 standard 51KWh/88KW in DC di ricarica, da 28000€ che gli mostri quanto tempo impieghi a percorrere l’A3 o l’A1 o l’A22 potrebbe mostrare un punto di vista diverso e dimostrare che si può fare anche senza Tesla.

        1. Il 26 settembre del 2021 Vaielettrico organizzò un contro-viaggio con Renault Zoe, impiegando 9 ore e 43 minuti da Roma a Reggio Calabria: Roma-Reggio Calabria in 9 ore e 43 minuti. Cosa ne dici Formigli?. Formigli ci ignorò. Due settimane dopo “Piazza Pulita” tornò sull’argomento con una puntata dedicata agli “esperti”. Solito schema: tanti pro auto elettrica, altrettanti contro. Noi titolammo: Formigli e l’auto elettrica: la parola agli inesperti. Che dire? Farlo ragionare ci sembra proprio una battaglia persa

  13. Iorio Cavallini

    Io quella trasmissione lì non riesco proprio a guardarla e non andrò a vedere la parte dedicata alla mobilità elettrica neanche x curiosità…mi è bastata la prima volta!!

  14. Visto ieri sera,
    Servizietto ridicolo.
    Pecunia non olet ma professionalità ed intelligenza di certo non abbondano.

  15. Sono più sporchi del petrolio, si può sentirne anche l’odore per quanto ne sono impregnati, se ne bevessero un bicchiere al giorno.

  16. N.B. Per la redazione. Aggiustate la prima parte del pezzo dove per un refuso si parla di “52 minuti e rotti” per il viaggio Odissea, che il buon Formigli, la scusa vuole. Cari saluti

  17. È peggio certa ignoranza o il ministero che non emette il decreto attuativo per le colonnine di ricarica da 18 mesi almeno?

  18. Reputo per me e le mie necessità l’elettrica ancora acerba, ma quel servizio è proprio patetico, incommentabile.

  19. La cronista alla fine del servizio: “Rispetto ad un anno fa, non è cambiato molto”

    Hai ragione, non hai ancora capito come si usa un auto elettrica ahahah

  20. Alessandro D.

    Massimo, subito a Tropea e a Spilinga a comprare le cipolle rosse e la nduja a bordo della mg4! Che per ovvi motivi non può accedere alla rete supercharger.
    Secondo me viene fuori una figata di servizio. E inoltre porti a casa le cipolle e la nduja che è sempre tanta roba.

    1. In realtà sono mesi che la rete supercharger Tesla è aperta tutti anche alla Mg4.
      (Non tutte le stazioni e non tutte le colonnine ma da roma a Reggio ci sono 4 stazioni aperte a tutte le auto)

  21. Servizio pieno zeppo di falsa ingenuità fatto solo per disinformare. Il senso di un servizio del genere? Dire che l’auto elettrica non è buona, infondendo magari profonda sfiducia in qualcuno che ne stava valutando l’acquisto: ma perché?
    Qualcuno dica a Formigli che se l’auto elettrica non gli piace, può andare dove gli pare in qualsiasi modo e può spendere i suoi denari come gli pari, comprando un’auto a benzina o una elettrica: non rompa gli zebedei al prossimo!

    1. Io non dimenticherei che è pagato per stare li e “dirigere” l’informazione nella direzione piu profiqua per eventuali “sponsor” … o qualcuno vuole credere che sia semplicemente ignorante? dai non prendiamoci in giro

  22. ho visto il servizio ieri sera… quando la giornalista trova l’ultima colonnina (quella dove subito dopo aiuta i fruttivendoli con il carico a terra) inserisce la presa type2 da 11 kw invece che la combo css che probabilmente è a 50 kw. la componente di pensiero “complottista” mi ha suggerito immediatamente… ” vedrai che Tesla avrà venduta una dozzina di model 3 a La7 e taac.. è scattato il servizio a supporto”. infatti se fossi un responsabile di Tesla sarei molto contento del servizio!

    1. Tesla quest’anno vende 1 milione di Model Y in 6 mesi. Non ha certo bisogno del supporto di personaggi ridicoli come quelli di questa trasmissione di serie B zeppa di falsità e sciocchezze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

La tragedia della bimba con Tesla si sarebbe evitata?

Articolo Successivo

Fiat France brucia le francesi: 500e in leasing a 99 euro al mese

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!