Se tutte le auto fossero elettriche, quanta elettricità servirebbe?

tutte auto elettriche

Se tutte le auto in Italia fossero elettriche, quanto impatterebbero sui nostri consumi elettrici? Saremmo in grado di farvi fronte? E’ una vecchia questione che Giampiero ripropone chiedendoci una stima credibile. Ricordiamo che potete inviarci le vostre domande scrivendo a info@vaielettrico.it

Molti affermano che qualora ogni auto sul nostro territorio fosse elettrica vi sarebbe un problema, non indifferente, con la nostra rete che non riuscirebbe a gestire il carico.
Ma quanto impatterebbe realmente la ricarica se tutte le auto nel nostro territorio fossero elettriche?
Ovviamente il tutto facendo alcune premesse, quali: non sempre si utilizza l’auto, non sempre si fanno 400km a viaggio, non sempre si ricarica, insomma, sommariamente…
Sarebbe interessante qualche stima!Giampiero

tutte auto elettriche

Proviamo a fare una stima (ma tutte le auto saranno elettriche fra più di 20 anni)

Risposta- Di stime ne circolano tante: noi ne abbiamo riportate di molto autorevoli, vedi quelle di Terna (leggi) e di assolutamente sballate, probabilmente in malafede (leggi). Nel video qui sotto le stime di Luca Marchisio, Responsabile Strategia di Sistema di Terna.

http://https://youtu.be/fWce75w7G7M

Ci siamo cimentati anche noi, pur consapevoli che si tratta giocoforza di esercizi approssimativi, quindi sempre discutibili e sostanzialmente inutili.

Se infatti da domani, per miracolo, ogni auto nuova immatricolata fosse elettrica, al ritmo di sostituzione di 1 milione e 800 mila-2 milioni di nuove auto elettriche all’anno ci vorrebbero almeno 20 anni per avere un parco auto totalmente elettrico. Di sicuro ne serviranno molti di più. E solo Dio sa come saranno le auto quel giorno, come si produrrà l’energia elettrica, quanta ne servirà, e come verrà distribuita.

Una previsione destinata ad essere smentita

Tanto per capirci: a metà del secolo scorso vivevano sulla Terra poco più di 3 miliardi di persone e si stimò che nel giro di pochi decenni la produzione agricola mondiale non sarebbe più stata in grado di sfamarle. Oggi siamo circa 8 miliardi e grazie a nuove tecniche di coltivazione possiamo alimentarci tutti. Idem dicasi in campo energetico: molti ricorderanno le previsioni del Club di Roma che negli anni 70 indicavano il Duemila cone l’anno in cui si sarebbero esaurite le scorte di petrolio e gas naturale. La scoperta di nuovi giacimenti, un uso dell’energia più efficiente e il debutto delle fonti rinnovabili hanno spostato avanti quella scadenza  di almeno un secolo.

Ciò premesso, ecco un calcolo spannometrico che riteniamo teoricamente credibile sulla base delle tecnologie attuali.

Partiamo dai numeri dell’auto in Italia (oggi)

In Italia sono regolarmente iscritte al PRA poco più di 39 milioni di autovetture. Non esiste un dato reale sul consumo medio delle oltre 200.000 auto elettriche oggi circolanti in Italia. Tuttavia possiamo stimare un consumo medio di 15 kWh per 100 km. Noi lo abbiamo dedotto dalle esperienze nostre e dei nostri lettori e dai test sul campo di altre testate specializzate. Qui sotto, per esempio, è riportato il consumo medio reale verificato da un’autorevole rivista on line americana durante i suoi test su strada. Test, peraltro, non finalizzati a minimizzare i consumi ma a valutare l’auto nel suo complesso. Mancano all’appello, peraltro, modelli molto diffusi e a basso consumo come Dacia Spring, VW e-Up e Renault Twingo. La prima cifra indica il consumo in kWh per 100 km. Tra parentesi la percorrenza in km con 1 kWh.

tutte auto elettriche
Zoe Intens, la più parca fra tutte le auto elettriche. Ma nella classifica del sito americano mancano per esempio le diffusissime e “risparmiose” Dacia Spring, VW e-Up e Twingo

11,0 (9,09) – Renault Zoe Intens R135
11,4 (8,77) – BMW i3 REx
11,9 (8,40) – Tesla Model 3 Standard Range Plus
12,0 (8,33) – Hyundai Kona Electric 64 kWh Exellence
12,3 (8,13) – Renault Megane E-Tech Electric Techno EV60 220 CV Optimum Charge
12,7 (7,87) – Renault Zoe Bose R90 Flex 41 kWh
13,1 (7,63) – Nissan Leaf 40 kWh Tekna
13,3 (7,52) – Nissan Leaf 30 kWh Acenta
13,3 (7,52) – Skoda Enyaq iV 80 Executive
13,7 (7,30) – Cupra Born 58 kW 204 CV
13,8 (7,25) – BMW iX3 Impressive
14,7 (6,80) – Tesla Model 3 Standard Range Plus
15,8 (6,33) – Tesla Model Y Long Range
15,9 (6,29) – Kia e-Soul 64 kWh
15,9 (6,29) – Fiat 500 Elettrica Icon +
16,2 (6,17) – Mercedes B 250 e Sport
16,4 (6,10) – Tesla Model S 100D
16,6 (6,02) – Mercedes EQC 400 4MATIC Edition 1886
17,0 (5,88) – Ford Mustang Mach-E Extended Range
17,2 (5,81) – Opel Corsa-e Elegance
17,2 (5,81) – Volkswagen ID.3 1st edition Max

Prendendo come parametro il dato medio di 15 kWh per 100 km (equivalente a 6,66 km con un kWh) e moltiplicandolo per la percorrenza media italiana di 12.000 km annui, il consumo annuo totale di un’auto elettrica si aggira mediamente attorno a 1.800 kWh.

Ci servirebbero 71,7 TWh di energia in più (18,2%)

Moltiplicato per  39 milioni 822 mila auto (ma 1,2 milioni sono quadricicli) arriviamo a un consumo ipotetico di 71,7 miliardi di kWh (Terawattora o TWh) all’anno. Nel 2021 il consumo totale di energia elettrica in Italia, secondo i dati Terna, è stato di 318,1 TWh. Qundi la risposta alla sua domanda è: se oggi tutto il parco auto italiano fosse elettrico il fabbisogno totale di energia elettrica salirebbe a 389,8 TWh e la quota imputabile ai veicoli elettrici sarebbe quindi il 18,2%. Rispetto alla produzione nazionale, che nel 2021 è stata di 280 TWh, la stessa percentuale salirebbe al 25,3%.

In altre parole, volendo coprire il maggior fabbisogno con la produzione interna dovremmo aumentare di un quarto la nostra  capacità produttiva. E’ possibile? In vent’anni, con tutte le incognite del caso, non solo è possibile, ma è addirittura già previsto dai piani nazionali di transizione energetica che implicano un sistema totalmente basato sul vettore elettrico e una capacità produttiva più che raddoppiata.

terna auto elettrichea

Produrli non sarà un problema. Distribuirli sì

Tenga presente che già oggi una buona fetta della nostra capacità produttiva è inutilizzata. Nell’anno record 2008 furono prodotti in Italia 322 TWh sui 340 e rotti consumati. Quindi, se tutte le nostre centrali termoelettriche funzionassero a pieno regime saremmo già oggi in grado di coprire il 60% circa del fabbisogno teorico aggiuntivo (42 TWh su 71,7) richiesto per alimentare l’ipotetico parco auto tutto elettrico. Questo per dire che il problema non esiste proprio. O almeno, è solo una piccola parte del problema transizione elettrica su cui stanno già lavorando tecnici e decisori politici di tutto il mondo.

Ben più critiche della produzione assoluta, sarano invece lo stoccaggio e la distribuzione di un’energia che per quella data  verrà tutta da fonti rinnovabili, intermittenti e non programmabili. Ma 39 milioni di batterie auto connesse alla rete non saranno il problema bensì parte della soluzione. Forniranno infatti la flessibilità necessaria a bilanciarla. Ma questa è un’altra storia.

Visualizza commenti (33)
  1. Qui si parla di solo auto. Come rimaniamo coi trasporti? TIR,mezzi pesanti, autobus,aerei,mezzi agricoli e industria pesante? Le cose cambiano già di molto a questo punto.

  2. Amen fratello.
    Però hai sbagliato forum…
    Questo è il forum delle marmotte che fanno la cioccolata…ma anche loro hanno smesso perché costa troppo il gas…

  3. Eccolo lì il problema! La rete di distribuzione in Italia fa pena! Già che di base diano 3Kw monofase lo dimostra! In altri paesi di base ti arriva anche un trifase da 8kW (per fase)

  4. L’articolo è interessante, anche in base alle ultime stime di percorrenza pro capite italiane i conti tornano, anzi forse avete fatto un conto approssimato all’eccesso, ma meglio così secondo me.
    Non posso che concordare che il problema sia legato a infrastrutture, fruibilità del servizio, impossibilità di allargare la rete elettrica all’uso di tutti.

    Al discorso molto puntuale che faceva un utente sopra sulle difficoltà di adattare l’attuale rete all’esigenza di una presenza massiccia anche se non totale di bev, vorrei aggiungere un particolare, solo una minoranza di persone ha un garage o un parcheggio privato e una minoranza di questi allo stato attuale possono mettere una colonnina.

    C’è oltre a loro una grandissima quantità di automobilisti che non ha la macchina al chiuso e come potrebbe ricaricarla senza che ogni singolo parcheggio esterno sia dotato di una colonnina di ricarica?
    Dalla scarsità attuale di colonnine, già con tutti i loro problemi attuali e che faticano a coprire l’esigenza attuale di un 1% e rotti del parco macchine composto dalle bev o plugin, come e quando si arriverà mai ad una copertura anche solo vicina a coprire le esigenze suddette sempre che la cosa sia possibile?

    1. Il 68% delle abitazioni italiane ha un posto auto di proprietà (ultimo censimento Istat 2001). Vero è che non tutti i posti auto possono essere raggiunti con una rete elettrica adeguata ad alimentare la ricarica domestica. Pensiamo anche noi che sarà necessario trovare una soluzione per chi lascia l’auto in strada. Per esempio: La ricarica “democratica” in strada: nei lampioni si può fare. All’estero lo stanno già facendo: Progetto pilota: 10 mila caricatori su marciapiedi di New York City

      1. Grazie per la gentile risposta intanto.

        So che pochi casi non fanno statistica, ma le posso portare il caso del condominio in cui vivo ora e del centro della mia citta in cui vivo da quando sono nato in diverse abitazioni, centro che è anche la zona residenziale più fitta.

        Nel nostro caso abbiamo 5 posti auto all’aperto e circa 9 garage su 16 appartamenti e due attività commerciali (quindi alcuni restano fuori) dove vivevo prima non so indicarle un numero preciso ma sono zone di vicoli e non esistono garage per isolati e isolati, posti auto esterni lontani e due giorni alla settimana divieto di sosta per il mercato bisogna parcheggiare a chilometri da casa coem quando ci sono manifestazioni nel centro.

        Nel nostro palazzo possibilità di mettere punti di ricarica pressochè zero perchè è un palazzo storico e nella ristrutturazione hanno fatto più danni che altro (siamo pur sempre in Italia), come noi le realtà simili nei dintorni sono decine, il pargheggio con posti auto più grande affitta quasi tutti i garage, quindi da lì la possibilità di mettere colonnine e per tutti con il problema della capacità massima è altrettanto impossibile, richiederebbe lavori di ristrutturazioni sostanziali, una cabina elettrica industriale, insomma, magari in un futuro in cui l’automotive elettrico sarà consolidato, ora è impossibile.

        Ma qui arrivo al punto perchè sono andato lungo, è un gatto che si morde la coda.
        ricarico facile quindi compro elettrico, non compro elettrico se non ricarico facile, questo il ragionamento dei più (me compreso che ho plug in), chi per motivazioni serie quali ritengo siano le mie (non per forza in quanto tali) chi per pigrizia.

        Come se ne esce?

        1. Poniamo che un quarto dei posti auto possa già oggi essere dotato di impianto di ricarica. Poi ci sono i parcheggi aziendali, che potrebbero essere tutti attrezzati con colonnine a disposizione dei dipendenti. Poi c’è la rete di ricarica pubblica che oggi conta più di 30 mila punti di ricarica e domani saranno il doppio. Stando stretti, direi che già così il 30-40% degli automobilisti potrebbe collocarsi fra chi, come dice lei, “ricarica facile”. Quindi potrebbe comprare elettrico al prossimo cambio auto. A quel punto, con un mercato in esplosione, si innescherà la corsa a rendere facile la ricarica anche dove e per chi è oggi difficile. Cosa ne dice?

          1. Le dico che non sono conti così azzardati, purtroppo con qualche aggiustamento che diventa doveroso se guardiamo ai fatti…
            Prima di tutto perchè nella risposta successiva a questo cita la California…
            In italia”Domani” sono 7-8 anni, basta vedere come vanno deserti i le aste per i contratti sulle centrali eoliche, proprio ieri su skytg24 una disamina del vicedirettore su come i tempi di realizzazione degli impianti si attestino sull’anno mentre la burocrazia fa si che questi ultimi passino a 7 anni medi per essere operativi, quindi alle suddette aste nessuno fa più offerte.

            Interessante un intervento ieri su Radio 24 del responsabile di una azienda con sedi in Italia e Belgio che ha deciso di mettere fotovoltaico su tutte le fabbriche, in Belgio in 6 mesi era tutto montato, funzionante e collegato alla rete, qui per un problema di competenze territoriali dopo un anno non sanno ancora dove e quando potersi allacciare alla rete, con l’impianto già pronto e pagato non possono fare nulla.
            E ancora testimomianza su radio 24, una casa in campagna isolata in una zona di protezione ambientale (anche qui intorno a noi nelle campagne cene sono diverse), viene richiesto al proprietario di comprare pannelli del colore dei coppi, costo triplo il proprietario dice “siete pazzi chi me lo fa fare”.

            L’ho presa un po’ larga, però quello che cerco di dire è che le ricariche aziendali non sono sempre facilitate, con il costo dell’energia elettrica attuale e le previsioni a breve, non so quante aziende programmano di fornire energia elettrica per le auto di tutti i dipendenti (parlando di un ipotetico 80 90% di bev), soprattutto se non hanno un fotovoltaico efficiente.

            Io ricarico nella mia azienda perchè è mia, se avessi un dipendente con l’elettrica lo farei ricaricare beninteso al momento abbiamo bolletta triplicata rispetto a dicembre 2020), certo ad ora caricare alle colonnine mi costa due terzi, forse anche la metà con abbonamento, per comodità lo faccio qui, e perchè?

            E concludo, perchè le colonnine nella nostra città sono poche lontane da qui e soprattutto sono le stesse da diversi anni, non ne arrivano di nuove e quelle che ci sono iniziano a rompersi e a volte a non essere più riparate (Lidl diventata a gestione comunale qui a 500 metri dalla mia azienda per esempio che non funziona da giugno). Quelle che ci sono sono spesso occupate da auto termiche “tanto sto qui all’esselunga 20 minuti, chi vuoi che venga qui a caricare proprio in quei venti minuti”.

            Mezzi e metodi per un allargamento dell’elettrico ci sarebbero, continuo a pensare che nel futuro possa aumentare la sua diffusione, ma che difficilmente diventerà dominante in percentuale sul mercato auto per troppe ragioni e dico purtroppo perchè sono convinto anch’io che per tantissimi utilizzi (città, lavoro, pendolarismo) possa essere un sistema vincente e funzionale sempre che i costi diventino popolari e magari lo diventeranno, di base non siamo pronti.

          2. Forse ha ragione lei: non siamo pronti. Ma se all’estero le cose vanno molto meglio, sia come diffusione di impianti rinnovabili, sia come rete di ricarica, sia come penetrazione di mercato dei veicoli elettrici (11% del nuovo nella media europea) sigifica che il limite alla mobilità elettrica non è tecnico, ma solo politico. E non crede che quando l’auto elettrica dilagherà in Europa e non in Italia finiremo nel Terzo mondo dell’automotive? Quindi, dico io, i casi sono due: darsi una mossa o morire. Tra parentesi: proprio ieri sono stati assegnati progetti rinnovabili per 314 MW

        1. Grazie per la segnalazione. L’articolo conferma quello che abbiamo scritto: il problema non è la produzione elettrica in assoluto, ma la distribuzione e l’accumulo, in altre parole il bilanciamento delle rete nei momenti di picco. In questo senso milioni di auto elettriche in ricarica contemporaneamente metterebbero certamente in crisi la rete. Ma ci sono gli strumenti per affrontare il problema. Uno sono tariffe differenziate che incoraggino ricariche scaglionate nell’arco della giornata. L’altro è sfruttare le batterie auto connesse come elemento di flessibilità. Proprio in California è stata adottata una soluzione simile con migliaia di Powerwall Tesla messi in pool: Stoccaggio “democratico”: Tesla aggrega 25 mila Powerwall

          1. /// sfruttare le batterie auto connesse come elemento di flessibilità \\\ Certo ma non so se esistono piani (nazionali e internazionali) ben precisi per implementare le tecnologie V2G e simili in tempi ragionevoli…

          2. Non solo esistono i piani, ma anche molte sperimentazioni in fase avanzata in tutto il mondo. In Italia lo sta facendo Stellantis a Mirafiori e Enel con Rse a Milano. Il primo passo sarà utilizzare batterie auto (centinaia o migliaia, aggregate in pool) per offrire alla rete servizi ancillari di flessibilità (disponibilità a interrompere la carica nei momenti di picco per una quantità di energia prefissata). Il modello è quello delle 25.000 Powerwall Tesla che in California, in agosto, hanno già garantito 4 interventi. Il secondo passo sarà abilitare questi stessi gruppi a cedere energia alla rete, quando necessario. Entrambi i servizi frutterebbero ai propietari di auto elettriche consistenti ricavi (nell’ordine delle centinaia di euro).

  5. Mi permetto di dire che la questione di come ricaricare auto elettriche da parte di chi oggi non abbia una wallbox privata o almeno una normale presa perché non ha garage, ha già possibili soluzioni. Sono sperimentali, ma potenzialmente già operative. Cito la ricarica ad induzione che si sta sperimentando sulla Bre-Be-Mi, o la possibilità di rendere ogni lampione urbano un colonnina di ricarica o, ancora, di annegare nei posti auto già ora esistenti, anche pubblici, sistemi di ricarica sempre senza contatto fisico. Semmai è la volontà a mancare, non la tecnologia.

  6. calcolare cosa succede se tutte le auto diventano elettrica in 1 giorno non ha senso.
    al massimo avrebbe senso se calcoliamo che tutte le auto VENDUTE siano elettriche da oggi.

  7. Si , bravi, la produzione elettrica è sovrabbondante, ci son le risorse, c’è modo di produrne fastastilioni di GW a costo zero, ok….ma come giustamente dite, il problema è PORTARLA IN GIRO.
    Come alimentiamo garage condominiali da 80 posti (ad esempio, perchè in giro ce ne sono anche di più grandi) dove ogni box avrà la sua wallbox (ipotizziamo a SOLO 3kw) ?
    Perchè se la matematica non è un’opinione, 3×80 fa 240kw e come li portiamo ? Ah già, NON TUTTI ricaricheranno sempre tutta la notte….ah no, un attimo, qui spesso si legge “l’auto va ricaricata ogni volta che sta ferma, visto che lo è per il 90% della sua vita”…e quindi ? Come adeguo sti garage ? Una centrale di media potenza in giardino ? O cavi grossi come tubi dell’acqua ? E gli impianti interni ? Spesso senza manco la messa a terra, fermi agli anni 70 (ma più che sufficienti per la lampadina da 50w che ogni box ha dentro) .
    Tutta roba a costo zero ?
    Senza contare che ci sono moltissime zone italiane fornite da elettrodotti Edison del dopoguerra, con isolatori ceramici e cabine di distribuzione non adeguate a fornire migliaia di kw ad ogni casa.
    Già adesso ci son blackout estivi a Milano (non a Roccaraso eh, a Milano, dove si può supporre che gli impianti e le centrali sian più adeguate), mettiamoci qualche centinaia di migliaia di BEV che caricano mentre sostano in giro…
    Ah integriamo col fotovoltaico ? Ok, ma se ho un condominio di 15 piani e 100 famiglie, cosa ci faccio con un tetto fotovoltaico ? Mica son la villettina di campagna, dove con i miei pannelli ci alimento il forno e il pc mentre faccio smart working….
    E i paesini montani dove il sole batte 3 mesi l’anno ?
    Magari muovendosi velocemente, in un secolo potremmo farcela….

    1. In dieci anni abbiamo fatto quasi 2.000 km di rete ad Alta Velocità. In otto anni la Nasa è andata sulla Luna. In un anno e due mesi è stato ricostruito l’ex Ponte Morandi. In trent’anni è nata Internet, è stato cablato il mondo e la telefonia mobile si è diffusa fino a raggiungere la totalità degli abitanti della Terra (che in meno di 70 anni sono passati da 3 a 8 miliardi). Abbiamo più di vent’anni per adeguare la rete elettrica italiana. Le sembra un’impresa impossibile?

      1. Luca Dell'Oca

        Sicuramente è impossibile se continuiamo a borbottare in questo modo insopportabile senza mai proporre una soluzione. Non ho mai sentito uno spirito negativo proporre una singola soluzione a qualsiasi problema, perchè sono loro stessi parte del problema, non della soluzione. Come disse JFK “tu cosa puoi fare per la tua nazione?”.

        1. “Spirito negativo” ? No, spirito di discussione, perchè non ci si può buttare a testa bassa su qualcosa come le BEV che palesemente NON sono la cosa più efficace o praticamente realizzabile per il problema dell’inquinamento globale.
          Lo sapete che i trasporti sono producono circa il 20 percento dell’inquinamento globale ? (e per trasporti si intende TUTTO, dalla moto al camion, dalla nave all’aereo)
          Pensate che la conversione di TUTTI i veicoli in Europa (con conseguente poi necessità di approvvigionarsi di materie rare, produrre in qualche modo elettricità ecc…) sia la soluzione al cambiamento climatico ?
          Perchè non si interviene intanto su navi e aerei ? Navi che viaggiano a olio combustibile trasportando porcherie cinesi in giro per il mondo ? Transatlantici per portare 3k persone in giro per il mare facendogli fare quel che potrebbero benissimo fare in un hotel a terra ? E i voli di mezz’ora / un’ora ? che senso hanno ? Senza contare quelli dei super ricchi, in giro col jet che inquina come 1000 auto….
          Non andiamo poi a guardare paesi come Cina e India, dove MILIONI di veicoli e industrie inquinano a tutto spiano (e non ditemi “E’ il terzo mondo, poverini” perchè sta scusa non regge).
          Rottamiamo auto funzionanti e se ben manutenute, pochissimo inquinanti, e questo non è uno SPRECO ? O pensa che vengano rottamate solo auto degli anni 70 ?
          E il problema son le auto in italia ? Le Euro 5 da bloccare a Milano ? Ma per favore.
          Altro che “spirito negativo”, questo è “spirito realista”.

          PS come mai in SETTANT’ANNI le linee son rimaste inadeguate, nonostante fossero gia inadeguate BEN PRIMA delle ev?

          1. 80 box condominiali sono almeno altrettanti 80 appartamenti che maghi come minimo i classici 3kW di contatore, eppure non mi padre abbiamo un reattore nucleare nell’interrato.
            Di notte, poi, tutti ad usare forni, phon, asciugatrici, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, stufette per il bagno, e chi ne ha più ne metta.
            Chissà come alimentano sti Benedetti appartamenti.

          2. Il suo commento, Michele, contiene un certo numero di inesattezze.
            -Che le BEV non siano “palesemente la cosa più efficace” è un suo giudizio del tutto arbitrario.
            -Lei non lo sa ma si interviene eccome, e da molti anni, su navi, aerei e camion che via via devono adeguarsi a limiti di emissioni sempre più stretti.
            -Messi insieme, però, non fanno un terzo delle emissioni attribuite alle auto private.
            -Anche Cina e India, come altri 195 membri dell’Onu, hanno sottoscritto l’Accordo di Parigi per azzerare le emissioni di carbonio e presenteranno alla Cop 27 i loro piani di decarbonizzazione con relative scadenze.
            -Le linee elettriche italiane sono state costantemente aggiornate e oggi sono tra le più efficienti del mondo. Terna ha già stanziato 18 miliardi di euro da investire nei prossimi 8 anni.
            Se dispone di informazioni diverse, ce le documenti e saremo pronti a correggerci.

          3. ma scusa … anche fosse esatto quel che dici … qual è il messaggio che vorresti portare? non bisogno intervenire perche tanto ci sono altre fonti d’inquinamento? … io invece dico avanti tutta interveniamo su aerei navi, caldaie, ecc… come si interviene sulle auto

    2. scusami pero non è un problema di fattibilita o di tecnologia, ma soltato di volonta amministrativa e legislativa

  8. Alessandro Tritto

    Buon giorno a tutti e saluti a Massimo degli Esposti, faccio i miei complimenti per il piccolo ma iconico articolo.
    Mi occupo di Autobus Elettrici oltre a far parte della Commissione Energetica dell’Ordine Ingegneri della mia Provincia.
    Sto spingendo moltissimo il concetto di “comunità energetiche” anche se, purtroppo, il nostro legislatore è indietro nei suoi programmi normativi.
    Come introdotto da Massimo, il problema della sovrapproduzione di elettricità in questo momento è veramente irrisorio. Più che altro dobbiamo preoccuparci dell’autonomia energetica e, per nostra fortuna, abbiamo un territorio ricco di opportunità, mi riferisco al fotovoltaico.
    Generazione- conservazione- distribuzione ed utilizzo, un ciclo Well to Wheel che possiamo costruire in autonomia in Italia. Dobbiamo focalizzarci sulle nostre forze e sulle nostre capacità di fare sistema.
    Oltre agli abiti eleganti, le belle auto, il cibo di qualità dobbiamo imparare ad apprezzare l’Energia made in Italy.
    saluti
    A.Tritto

    1. Grazie Alessandro. Come lei credo molto alle potenzialità delle comunità energetiche. Mi piacerebbe approfondire l’argomento, facendo un po’ di chiarezza sul ritardo della notrmativa. Mi risulta che se ne stiano creando già in varie parti d’Italia, ma mi chedo in base a quali regole, se il settore non è disciplinato. Può suggerirmi a chi rivolgermi?

      1. Alessandro Tritto

        Buon giorno,
        l’unica direttiva esistente è l legge 8/2020 del 29 febbraio 2020 che recepisce parzialmente gli emendamenti della Comunità Europea Direttiva sulle energie rinnovabili (Direttiva UE 2018/2001) e della Direttiva sul mercato interno
        dell’energia elettrica (Direttiva UE 2019/944).
        Al momento le comunità sono limitate all’autoconsumo oppure a gruppi che afferiscono alla stessa sottorete di bassa tensione, cosa che ritengo molto limitante.
        Sarebbe utile aprire un dibattito su questo argomento.
        saluti
        A.Tritto

  9. PaoloPerotti

    Massimo, mi permetto di aggiungere che:
    Se i 40 milioni di auto verranno alimentate ad energia elettrica NON consumeranno benzina, gasolio e gas.
    Quindi si risparmia tutta l’energia elettrica consumata per trasportare, raffinare, distribuire ed erogare i suddetti carburanti che spanno-metricamente si possono valutare in 25 TWh.
    Quindi non serviranno 71 TW h ma solo 45 TWh.

    1. Guido Baccarini

      L’ho scritto in altro commento: si risparmiano anche 30 milioni di tonnellate di idrocarburi raffinati (pari a 45 milioni di tonnellate di petrolio greggio).
      I quali contengono 300TWh di energia, che pessimamente convertiti in energia tramite centrali termoelettriche (lo dico come iperbole! Ovviamente non avrebbe senso, ma in emergenza…) possono dare oltre 100TWh di energia elettrica.

  10. Premesso che fare previsioni sul miglioramento tecnologico è sempre un azzardo, quello che mi fa sperare che i consumi saranno mediamente molto più bassi di quelli odierni è il fatto che vi siano, nella lista, varie “macchinette” che consumano più dei “macchinoni”. Si tratta di un’anomalia dovuta al fatto che probabilmente alcune auto costose dispongono delle soluzioni migliori e meno energivore, nonché dalla circostanza che nella lista compaionoauto “fresche” ed altre fondare su progetti meno recenti. Alla lunga, è però quasi certo che un’auto più piccola consumerà meno di una più grande e, siccome il parco auto dovrà necessariamente prevedere auto più piccole ed economiche, quasi certamente il consumo complessivo e la conseguente necessità di energia elettrica sarà ampiamente minore di quello ora preventivabile. Almeno spero che sarà così .

  11. Guido Baccarini

    Chiaro, alla portata di tutti, una condivisibilissima premessa, una risposta esaustiva ad una domanda precisa e importante: complimenti, è esattamente quello che mi piace (rebbe) leggere qui tutti i giorni. Qualche volta siete un po’ frettolosi nelle risposte, questa è da incorniciare!
    Grande Redazione!

  12. Nello Roscini

    Io spero e predico che molti utilizzatori di EV che hanno la possibilità
    già oggi hanno impatto ZERO sulla rete elettrica
    Io spero e predico che , le aree industriali,logistiche,commerciali e i loro parcheggi saranno coperte di fotovoltaico e offriranno la ricarica gratis ai loro dipendenti e clienti
    e avranno impatto ZERO sulla rete elettrica

    io spero che grazie alle rinnovabili alla robotica e alle telecomunicazioni
    ci sarà un ritorno ai piccoli centri e l’abbandono delle città
    una emigrazione al contrario di quella che è stata a fine 800 e del 900

    sperare in una socierà più umana ,meno nevrotica ,rumorosa e inquinata dell’attuale non costa nulla
    a cominciare dall’auto , simbolo per antonomasia del progresso

    my 2 cent

    1. Luca Dell'Oca

      Bravo Nello, stavo per dirlo io. Dato che tutte le case moderne hanno il fotovoltaico, e che tramite bonus vari si sta spingendo anche quelle esistenti a dotarsene, spesso in combinazione con l’accumulo, si spera che molte di queste ricariche peseranno molto meno sulla rete elettrica, sfruttando invece la produzione locale.
      Produzione locale intesa non solo come domestica, ma anche come comunità energetiche, di quartiere, di paese, e via dicendo. Non penso che la mia elettricità in eccesso immessa in rete viaggi fino a una linea di alta tensione per essere consumata dall’altra parte d’Italia.
      Il concetto di distribuzione massiva è strettamente legato al modello a centrali, con pochi grandi punti di produzione. Ma se avremo una produzione estremamante diffusa, la distribuzione stessa sarà molto meno problematica. Magari da gestire con “smart grid” perchè avremo non solo milioni di punti di consumo ma anche milioni di punti di produzione, ma sicuramente più efficiente. Le tecnologie per farlo ci sono.

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