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Boat-taxisti veneziani: incentivi e via libera a motori elettrici

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la mappa della città

I boat-taxisti veneziani pronti a cambiare motore e passare (anche) all’elettrico. La situazione non è così semplice ma davanti ai blocchi del traffico per la pessima condizione dell’aria  cercano una soluzione. Anche elettrica.

La battaglia dei cittadini per respirare aria più pulita ha avuto i suoi effetti. Prima l’installazione della centralina di monitoraggio della qualità dell’aria nel canale Rio Novo. Sono seguite le ordinanze comunali  firmate dal sindaco Luigi Brugnaro (qui) con un blocco totale, il 9 novembre, e il passaggio alternato di taxi e trasporto merci. Chiaro il risultato: il tema inquinamento atmosferico da motori è entrato in agenda.

C’è che chiede una centralina a Canal Grande 

A Canal Grande la barca elettrica di Pietro Tosi

Il professor Fabio Mozzatto, sempre in prima fila nelle battaglie ecologiste, dopo la chiusura totale del traffico sul Rio ha detto: “Il blocco totale dei transiti nel trafficato rio di Venezia, dopo tanti tentativi con le varie ordinanze, è stato l’unico provvedimento che ha portato finalmente il biossido di azoto sotto la media annua dei 40, arrivando appena a 32 µg/m3 “. E ora chiede d’installare una centralina Arpav proprio nel cuore della città: sul trafficatissimo Canal Grande.

I boat-taxisti contestano i dati

Taxi a Venezia
La conferenza stampa dei taxisti a Venezia

Gli operatori economici danno un’altra lettura dei dati. Hanno commissionato uno studio a Divisione Energia, presentato nei giorni scorsi dal professor Ezio Da Villa. L’esame dei dati è complesso, ma in estrema sintesi i boat-taxisti dicono al Comune: “Le limitazione applicate sono relativamente utili nel breve periodo, ma soprattutto non efficaci a lungo termine e nell’intero contesto urbano della città storica”. In altri termini il problema è solo spostato e noi bruciamo più carburante facendo dei giri più lunghi.

Resta il problema inquinamento

Ordinanza contro motori termici delle barche
Traffico in Rio Novo

La teoria dei boat-taxisti ha un suo senso. Quando si blocca il traffico nel primissimo centro storico si creano delle vere e proprie camere a gas ai confini. Ma l’inquinamento a Venezia, come abbiamo scritto anche con riferimento ai dati di Legambiente, è  senza ombra di dubbio pericoloso ed il traffico gioca la sua parte. Senza se e senza ma.

Boat-taxisti: incentivi per l’elettrico

Il sindaco Luigi Brugnaro

L’aspetto interessante di questa vicenda e la scelta dei tassisti. Dicono:  “Risultano necessarie azioni a lungo termine: lo svecchiamento del parco natanti, aspetto sul quale per ragioni tecnico operative la categoria dei taxisti è giocoforza impegnata”. Volere o volare. Quindi chiedono “l’incentivazione dell’installazione di motori con alimentazioni alternative (non si  limitano solo ad elettrico, ndr) a bassissimo impatto ambientale, aspetto sul quale i taxisti hanno sperimentato con convinzione le possibili applicazioni e valutato i problemi di sicurezza”.

Capitaneria sotto accusa: ferma l’elettrico 

Al Salone di Venezia tanto elettrico

I boat-taxisti sono convinti “che la soluzione non può essere un intervento parziale che sposta i problemi da un luogo ad un altro”. Via alle propulsioni sostenibili, ma  qui sorge il problema. Più volte gli operatori con cui VaiElettrico è in contatto hanno denunciato dei problemi per le autorizzazioni a circolare. Per questo si chiede una modifica del regolamento di sicurezza della capitaneria di porto che oggi “impedisce di utilizzare motori elettrici”.

La politica che non risolve

Messa in questi termini la questione ricorda i divieti italiani sui monopattini quando nelle capitali europee circolano liberamente. Di esempi di barche elettriche da lavoro, per pendolari, per cittadini, per turisti in servizio ne abbiamo descritti tanti e in tante parti del mondo. Basta una ricerca nella nostra sezione.

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